PESCARA – Ricordato ieri mattina a Pescara ,nel 35esimo anniversario della morte, il giudice Emilio Alessandrini,che ha legato il proprio nome ad alcune delle inchieste più importanti degli anni di piombo e che ha pagato con la vita la propria dedizione allo Stato.L’assessore alla Cultura Giovanna Porcaro , come ormai da tradizione instaurata quattro anni fa, ha deposto, dinanzi ai Vigili urbani in alta uniforme, una corona ai piedi del monumento dedicato alla figura del magistrato , in piazza Unione. Presenti, anche il figlio del giudice, Marco Alessandrini, consigliere comunale Pd, Carlo Isacco, Presidente dell’Associazione Granatieri di Sardegna sezione di Pescara, il consigliere comunale Udc Andrea Salvati e alcuni cittadini.
“Un momento di raccoglimento, di preghiera, in modo sobrio, in linea con il carattere del magistrato, come sempre racconta il consigliere Alessandrini – ha detto l’assessore Porcaro –. Sono trascorsi ben 35 anni da quel maledetto 29 gennaio 1979, e ogni volta per l’intera città è un dolore che si rinnova: in tanti, compagni di scuola, colleghi di lavoro, avvocati, giudici, ricordano quel ‘ragazzo’ dal volto mite e lo sguardo deciso, serio e impegnato negli studi classici, determinato nell’attività forense, una determinazione che gli ha meritato la fiducia e il rispetto di tutti e che presto lo ha condotto a occuparsi di alcune delle inchieste più scottanti degli anni di piombo, a Milano, una città ‘calda’ sotto il profilo della sicurezza. Tra le sue mani sono arrivati i faldoni e sono partite le indagini dei drammi che hanno segnato l’Italia di fine anni ’60 e inizi anni ’70, come la strage di piazza Fontana. Il coraggio, la dedizione per il proprio lavoro e l’amore di verità lo hanno portato a continuare anche dopo che, durante un’irruzione nell’appartamento di un terrorista, venne ritrovata una ‘scheda’ con la sua foto e alcuni dettagli della sua vita, la tipica scheda che poteva essere preludio di un attentato. Ma il giudice Alessandrini proseguì le sue inchieste con la stessa tenacia. Poi l’agguato mortale, dopo aver dato l’ultimo bacio al figlio Marco, dinanzi al cancello di scuola, ultima immagine di un padre-uomo dello Stato che per lo Stato ha sacrificato la propria vita. Stamane il pensiero dell’intera amministrazione comunale sono andati a Marco Alessandrini, a sua madre, alla sua famiglia, per quel dolore che inevitabilmente si rinnova ogni anno, pur nella consapevolezza di aver vissuto accanto a un grande uomo. Al giudice Alessandrini – ha proseguito l’assessore Porcaro – oggi abbiamo voluto rendere omaggio depositando una corona ai piedi del monumento che la città gli ha dedicato e con lui abbiamo reso omaggio a tutti gli eroi dello Stato che per amore di giustizia hanno perso la propria vita”.