PESCARA – Ieri mattina è stato ricordato a Pescara il giudice Emilio Alessandrini rimasto vittima del terrorismo il 29 gennaio 1979 a Milano.
Il sindaco Albore Mascia alle ore 12.00 ha deposto una corona ai piedi del monumento dedicato alla figura del magistrato in piazza Unione.Presenti alla cerimonia anche il figlio del giudice Marco Alessandrini, consigliere comunale Pd, Carlo Isacco, Presidente dell’Associazione Granatieri di Sardegna sezione di Pescara e soprattutto il giudice Alessandro Spinaci amico e collega di Emilio Alessandrini alla Procura di Milano che ha voluto essere presente alla cerimonia.
Il Sindaco ha detto: un magistrato che ha legato il proprio nome ad alcune delle inchieste più importanti degli anni di piombo: la strage di piazza Fontana, il terrorismo in tutte le sue forme, l’omicidio di Roberto Calvi, i Servizi deviati. Un magistrato che ha pagato con la propria vita la propria dedizione allo Stato. Ma quegli otto colpi che una mattina di 33 anni fa hanno strappato all’amore della sua famiglia Emilio Alessandrini, mai riusciranno a cancellare l’immagine di uno degli uomini simbolo della magistratura, al quale oggi abbiamo voluto rendere onore
Un momento di raccoglimento, di preghiera, in modo sobrio, in linea con il carattere del magistrato, come sempre racconta l’amico Marco Alessandrini – ha detto il Sindaco Albore Mascia . Sono trascorsi ben 33 anni da quel maledetto 29 gennaio 1979 e ogni volta per l’intera città è un dolore che si rinnova: in tanti, compagni di scuola, colleghi di lavoro, avvocati, giudici, ricordano quel ‘ragazzo’ dal volto mite e lo sguardo deciso, serio e impegnato negli studi classici, determinato nell’attività forense, una determinazione che gli ha meritato la fiducia e il rispetto di tutti e che presto lo ha condotto a occuparsi di alcune delle inchieste più scottanti degli anni di piombo a Milano, una città ‘calda’ sotto il profilo della sicurezza. Tra le sue mani sono arrivati i faldoni e sono partite le indagini dei drammi che hanno segnato l’Italia di fine anni ’60 e inizi anni ’70 come la strage di piazza Fontana. Il coraggio, la dedizione per il proprio lavoro e l’amore di verità lo hanno portato a continuare anche dopo che,durante un’irruzione nell’appartamento di un terrorista, venne ritrovata una ‘scheda’ con la sua foto e alcuni dettagli della sua vita, la tipica scheda che poteva essere preludio di un attentato. Ma il giudice Alessandrini proseguì le sue inchieste con la stessa tenacia. Poi l’agguato mortale dopo aver dato l’ultimo bacio al figlio, l’amico Marco, dinanzi al cancello di scuola, ultima immagine di un padre-uomo dello Stato che per lo Stato ha sacrificato la propria vita. Stamane il pensiero dell’intera Amministrazione comunale e quello mio personale sono andati a Marco Alessandrini, alla sua famiglia per quel dolore che inevitabilmente si rinnova ogni anno, pur nella consapevolezza di aver vissuto accanto a un grande uomo di cui serbo un ricordo personale. Al giudice Alessandrini oggi abbiamo voluto rendere omaggio depositando una corona ai piedi del monumento che la città gli ha dedicato e con lui abbiamo reso omaggio a tutti gli eroi dello Stato che per amore di giustizia hanno perso la propria vita. Ed è stato un piacere aver potuto condividere quel momento con Marco e con il magistrato Spinaci.
“Ho vissuto con Emilio gli anni della Procura di Milano dal 1969 al 1972 – ha ricordato Spinaci, che ha iniziato la propria carriera come Commissario di Pubblica Sicurezza nel 1958 proprio a Pescara, poi il concorso in Magistratura e l’assegnazione a Milano . E di Emilio ho sempre ammirato il rigore nel lavoro, nelle indagini, ma della sua figura serbo anche un ricordo personale, le nostre vacanze insieme alle famiglie, l’estate al mare a Pescara o anche in Grecia, con un altro amico magistrato il giudice Galli, ucciso nel 1980, un anno dopo Emilio”.
Spinaci ha lavorato anche in Abruzzo alla Pretura di Giulianova, quindi al Tribunale di Pescara chiudendo la propria carriera come Presidente della Sezione Penale proprio al Tribunale del capoluogo adriatico.