Pescara,concluso il corso di Lingua dei Segni

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PESCARA – Con la consegna degli attestati ai partecipanti, si è concluso a Pescara il corso di secondo livello di Lingua dei Segni promosso dall’Ente Nazionale Sordi, presieduto a livello locale da Riccardo Di Michele. Sono 17 gli studenti che hanno frequentato le 150 ore di lezione e superato l’esame finale.
Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Valter Cozzi, che ha invitato gli organizzatori a tenere la prima lezione dei prossimi corsi nelle sale del Palazzo della Provincia.
La cerimonia è stata l’occasione per ribadire l’importanza di queste attività. “La diffusione della conoscenza della Lingua dei Segni italiana – ha detto Di Michele – è uno dei principali strumenti per promuovere e raggiungere l’effettiva integrazione sociale del disabile sordo.

La sezione di Pescara crede molto in questa politica e, dopo aver organizzato due corsi (di primo e secondo livello) con la partecipazione di circa 40 studenti, ha intenzione di proseguire su questa strada e promuovere, a partire da settembre, due corsi di primo livello e uno di terzo. Pescara – ha continuato il presidente dell’Ens – è una città facilmente raggiungibile anche dalle regioni vicine ed è sede di una prestigiosa università, e questo fa sì che sia alta la richiesta di partecipazione alle nostre iniziative”.
Cozzi ha confermato la vicinanza della Provincia ai sordi pescaresi e all’ENS che da circa 70 anni tutela e combatte per i diritti dei sordi e con cui la Provincia di Pescara collabora assiduamente e proficuamente per la soluzione dei problemi di queste persone (che nei 46 comuni sono 250).
Per le richieste di partecipazione ai corsi di LIS scrivere a pescara@ens.it. Con i corsi – spiegano dall’Ens di Pescara – si garantisce la diffusione della lingua dei segni, metodo di comunicazione dei sordi, consentendo l’efficace integrazione delle persone sorde segnanti (che si differenziano dai sordi cosiddetti oralisti proprio per il metodo di comunicazione principalmente usato). Se da una parte, inoltre, si creano figure professionali specializzate (ad esempio interpreti, assistenti alla comunicazione – che operano in ambito scolastico), dall’altra si fornisce un bagaglio di conoscenze a soggetti che per i più svariati motivi (ad esempio infermieri, negozianti, etc) hanno rapporti con i sordi.

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