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Pescara,conferenza sindaco: “Tanto rumore per non dire nulla”

da Redazione

Lo afferma  Sospiri commentando quanto detto ieri da consigliere Sospiri su Piano regolatore portualeAlessandrini

PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, riferendosi alla conferenza stampa convocata ieri in via d’urgenza dal sindaco Alessandrini, ha detto che nella redazione di un’ordinanza non esistono ‘tecnicismi’: si scrive l’ordinanza e si mette la data del giorno in cui viene scritta, firmata e protocollata, perché le ordinanze non si possono ‘retrodatare’, salvo voler redigere un atto falso.Per Sospiri il sindaco di Pescara sta adducendo  improbabili tesi per giustificare una menzogna perpetrata per tre mesi ai cittadini, alle Istituzioni, finanche a un magistrato,ma non si dimette.
“Tanto rumore per non dire nulla, anzi, peggio, per tentare di convincere la platea della bontà e correttezza del suo operato, costellato da verità nascoste, bugie, omissioni e segreti – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri -. La scena è stata la solita, quella di circondarsi, nella sala Giunta, dei ‘suoi’ uomini, il vicesindaco, qualche altro assessore e consigliere, questi ultimi con l’espressione titubante, pure loro, oggi, poco convinti di quello che racconta loro il sindaco stesso, affermazioni sempre border line, o meglio, affermazioni che oggi ci risulta molto difficile ritenere attendibili. E ovviamente, di ritorno da Zurigo, il sindaco-avvocato Alessandrini ne ha tirata fuori un’altra delle sue, forse maturata durante il breve volo in aereo: se ha retrodatato l’ordinanza, si tratta dopotutto di un ‘tecnicismo’ che, a detta sua, si può fare. Certo, adesso, dopo che l’ha detto Alessandrini siamo tutti più sollevati! Peccato che la legge dica tutt’altro: la legge non lascia spazio a tecnicismi né interpretazioni, anzi, è molto chiara: quando si viene a conoscenza di un inquinamento del mare, il sindaco ha il dovere di emettere immediatamente un’ordinanza per vietare la balneazione e di divulgarla nella maniera più ampia possibile, utilizzando tutti i canali di comunicazione, e, soprattutto, facendo installare i cartelli di divieto di balneazione. Il sindaco Alessandrini ha saputo dell’inquinamento il 31 luglio; per tre mesi ha affermato di aver fatto l’ordinanza di divieto, firmata il primo agosto, ma di aver scelto di non renderla pubblica. Due giorni fa abbiamo scoperto che ha sempre mentito, avendo dovuto confessare al magistrato di aver scritto l’ordinanza solo il 3 agosto, ma di averci messo la data del primo agosto, falsificando il documento, per far tacere le polemiche della politica. In altre parole, se il centro-destra non avesse sollevato il polverone, la popolazione non avrebbe mai saputo di aver nuotato per tre mesi tra le feci. Oggi scopriamo, grazie al sindaco-avvocato, che è possibile alterare le date delle ordinanze, metterci una data falsa, retrodatare o, a questo punto, anche posticipare una data, alla faccia della legge, delle norme e delle regole. E mentre lo diceva, la platea non sapeva se doveva ridere o piangere, pensando che a parlare era il sindaco, ossia il primo tutore della salute pubblica e il primo a dover rispettare le leggi dello Stato. In tutta onestà – ha detto il Capogruppo Sospiri – la misura è veramente colma: oggi dalla convocazione d’urgenza del sindaco ci aspettavamo una decisione di grande dignità, ossia annunciare con coraggio di aver sbagliato, chiedere scusa alla città e il prendere in mano la sua vita, accettare di farsi da parte, in attesa che la magistratura faccia il suo iter. In altre parole ci aspettavamo le dimissioni di un sindaco che ha mentito ai cittadini, e non certo uno che si metteva a rilanciare la palla, dicendo che, siccome nella vita ha fatto pure l’arbitro, è abituato a resistere anche agli insulti più beceri. Purtroppo qui non stiamo giocando una partita di pallone, né a biliardino, qui siamo di fronte a un sindaco che ha mentito ai suoi concittadini e che pensa di aver fatto bene a farlo, preparandosi, magari, anche a reiterare quel comportamento illegittimo se capitasse la stessa cosa, se ci fosse una nuova emergenza, se altri 30milioni di litri di feci dovessero riversarsi in mare, un sindaco, Alessandrini, che comunque non ritiene di dover allertare la popolazione dinanzi a un’emergenza di protezione civile. E questo non è né possibile né accettabile. Alessandrini deve dimettersi, e se non lo farà da solo, sarà la città a mandarlo a casa”.

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