Confronto sul sistema di Protezione civile. Cifre insostenibili per gli enti
PESCARA – Si è svolto ieri,nella sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara, il convegno dal titolo “Gestione delle calamità naturali. Il ruolo delle assicurazioni per una partnership pubblico-privato”,organizzato dal consiglio regionale Unipol per l’Abruzzo. L’ingegner Sergio Ginocchietti, della direzione nazionale dell’Unipol ha detto che occorre ripensare tutto il sistema di Protezione Civile, anche attraverso una possibile partnership pubblico-privato che veda le assicurazioni svolgere un ruolo di forte valore sociale nel processo di definizione e liquidazione degli indennizzi.Proprio alla possibilità di modificare l’attuale normativa in materia di indennizzi, il dirigente Unipol si è riferito nel suo intervento: «Ormai da diverso tempo si sta discutendo dell’introduzione anche nella legislazione italiana di una norma in tema di assicurazione delle calamità naturali, norma che nella maggior parte dei Paesi della Ue esiste già». «Con il Decreto Legge 15 maggio 2012 numero 59 – ha proseguito – si è tentato per la prima volta in Italia di escludere indennizzi diretti da parte dello Stato a seguito di gravi catastrofi naturali, mettendo questo tema al centro dell’attenzione di imprese e di cittadini, ma la norma non ha poi avuto attuazione concreta, tanto che anche nel recente terremoto in Emilia del maggio 2012 lo Stato è intervenuto pesantemente con i propri contributi».
Ed è proprio sull’insostenibilità, per le casse pubbliche, di continuare a garantire indennizzi che Ginocchietti si è soffermato in un ulteriore passaggio del suo intervento d’apertura: «Stime recenti hanno quantificato in circa 3.500 milioni di euro all’anno il costo sostenuto dallo Stato negli ultimi 20 anni per le calamità naturali». Un quadro aggravato dai rischi cui il nostro territorio è sottoposto: L’Italia è un Paese ad alto rischio per quanto riguarda le calamità naturali con il 67% dei comuni italiani che si trovano in zone ad alto-medio rischio sismico, il 50% delle aziende ubicate in zone a rischio idro-geologico e oltre due milioni di concittadini che vivono in zone ad alto rischio vulcanico».All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore alla Protezione della Provincia di Pescara, Mario Lattanzio; il presidente del corso di laurea in Geologia della Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell’Università d’Annunzio, Marcello Buccolini; il presidente regionale dell’Anci, Antonio Centi; il vice Prefetto aggiunto di Pescara, Ida De Cesaris.
Nel suo intervento Lattanzio ha fatto notare che “alla nuova normativa promossa a livello centrale non è seguito il regolamento attuativo” e che in ogni caso “è opportuno dare pubblicità alle disposizioni che impongono ai cittadini di stipulare delle polizze assicurative”. Lattanzio ha anche reso noto il modello di Protezione civile che si sta mettendo in pratica nel pescarese su iniziativa della Provincia, che è un modello intercomunale, e ha messo in evidenza la necessità di “promuovere la prevenzione” ma anche di “avere norme più chiare, per evitare i continui ricorsi che bloccano i lavori”.