Per il Vice Sindaco: “ il centrodestra rischia di aggiudicarsi anche la responsabilità del dissesto dell’Ente”
PESCARA – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Vice Sindaco di Pescara,Enzo Del Vecchio:
“In queste settimane di lavoro sul Bilancio ne abbiamo sentite di cotte e di crude, pensavamo che non votare il proprio consuntivo fosse il fondo toccato dagli ex amministratori comunali, invece oggi di fronte all’annuncio dell’ostruzionismo spinto dei due consiglieri di Forza Italia, Vincenzo D’Incecco e Massimo Pastore, ci rendiamo conto che quello era solo la punta dell’iceberg. Il grido di battaglia è “muoia Alessandrini con tutti i pescaresi”, questo resta delle dichiarazioni del consigliere D’Incecco.
Ben venga la richiesta di una commissione sulle finanze dell’Ente, scoprirebbe che l’Amministrazione di centrosinistra ha avuto per tre anni la certificazione di sana e corretta gestione finanziaria dalla Corte dei Conti e ha ricevuto per tre anni la valutazione A+ dall’agenzia Fitch Ratings per migliore gestione d’Italia e che il 16 giugno del 2009 nella cassa della Tesoreria c’erano 19 milioni. Quella targata Mascia ha avuto ben 2 richiami consecutivi dalla Corte dei Conti sulla cattiva gestione finanziaria per il 2011 e 2012 e nel 2013 ha regalato alla città il suo primo parere negativo mai dato a un consuntivo da parte dei Revisori dei Conti e che in giugno, al passaggio delle consegne, il Comune era debitore della Tesoreria di oltre 19 milioni di euro.
Lo scopo dei mille e passa emendamenti sarebbe quello di non consentire l’approvazione delle delibere di incremento delle aliquote entro i termini di legge del 10 settembre, per far scattare l’applicazione delle aliquote minime.Ma non è con Robin Hood che abbiamo a che fare, tant’è che manifestando tale nobile intento D’Incecco non dice che questo equivale all’ingresso della città nel tunnel del “DISSESTO” economico e finanziario. Così, l’opposizione, non paga di aver gestito per anni i conti del Comune in maniera irresponsabile, potrebbe assicurarsi la possibilità di mettere il proprio sigillo anche sulla fine economica del Comune di Pescara.
E non dice nemmeno che, in caso di dissesto, le aliquote verrebbero innalzate al livello massimo, oltre a veder bloccate tutte le forme di finanziamento statale con la conseguente paralisi generale dell’azione politica e amministrativa dell’Ente.In chiusura, però, con uno sprezzante “Che poi si arrangino con il Bilancio”, come se le conseguenze del gesto proposto non ricadessero sui cittadini che lo stesso dovrebbe “tutelare”, la nobiltà che avrebbe dovuto animarlo scompare tutta per lasciare posto alla vera essenza della presa di posizione”.
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