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Pescara,delocalizzazione Cementificio: esito dell’Assemblea tecnico-operativa

da Redazione

PESCARA – Si è svolta venerdì sera una  Assemblea tecnico-operativa, convocata  presso l’ex sede della Circoscrizione 3, a Villa del Fuoco a Pescara sul tema della delocalizzazione del Cementificio. Alla riunione  erano presenti i componenti del Wwf, a partire da Augusto De Sanctis, Loredana di Paolo e Guya Marconi, dell’Associazione No Rifiuti a Fosso Grande, Abruzzo Social Forum e Italia Nostra, l’assessore Alessandro Ferragalli per l’amministrazione di San Giovanni Teatino ,  l’assessore all’Ambiente del Comune di Pescara Isabella Del Trecco e  molti cittadini pronti a mobilitarsi per sostenere l’azione di Comune e Associazioni per cogliere l’obiettivo della delocalizzazione  di tale stabilimento.Le Associazioni ambientaliste, a partire dal Wwf,  porteranno avanti lo studio delle carte e dei documenti inerenti la richiesta del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte del Cementificio, cercando anche di rintracciare la Valutazione d’impatto ambientale dello stabilimento.

L’amministrazione comunale di Pescara si preoccuperà invece di creare un raccordo con le Istituzioni vicine, a partire dai Comuni di San Giovanni Teatino e Spoltore, e dalla stessa Provincia di Pescara, per mantenere una linea comune nella volontà di delocalizzare la fabbrica. Saranno avviate anche iniziative di sensibilizzazione del territorio, come l’organizzazione di un sit-in di giorno e, di sera, di una fiaccolata che parta dal centro della città, dal Ponte Risorgimento e, attraversando a piedi il territorio, arrivi sino a via Raiale, dinanzi al cementificio, tracciando il percorso ideale che ogni giorno compiono le polveri prodotte dalla struttura, un problema quindi che non riguarda solo la periferia ovest di Pescara, ma anche il centro e tutti i quartieri, a seconda dei venti.

Ha ricordato Del Trecco:

storicamente la nostra maggioranza di governo  è sempre stata contraria alla presenza di un cementificio in mezzo alle case e al centro urbano e la nostra battaglia per la delocalizzazione risale a vent’anni fa. Nel 2006 il Consiglio comunale approvò un ordine del giorno in tal senso a firma dell’attuale vicesindaco Berardino Fiorilli e dell’attuale assessore regionale al bilancio Carlo Masci, ll’epoca consiglieri di opposizione. Ora per la prima volta ci è stata offerta l’occasione di opporci in modo concreto e diretto e l’abbiamo fatto semplicemente esprimendo parere non favorevole al rinnovo dell’Autorizzazione AIA per il trattamento dei rifiuti non pericolosi, e anche alla modifica di quella stessa autorizzazione per consentire il trattamento dei rifiuti pericolosi. Già tre anni fa abbiamo aperto il Tavolo di confronto con la proprietà, la Sacci Spa, che sarebbe anche favorevole alla delocalizzazione perché consapevole dell’inopportunità della presenza di uno stabilimento di tale impatto sul territorio, ma ha posto il problema dei costi, che però non possono essere un ostacolo. Poi il tavolo si è interrotto perché la Sacci Spa ha posto in cassa integrazione i 74 dipendenti per un lungo periodo e pensavamo che quello potesse essere il preludio per la chiusura dello stabilimento. Poi invece è arrivata la richiesta di rinnovo dell’Aia e ci siamo mobilitati e presentati alla Conferenza dei servizi depositando una delibera di giunta ufficiale in cui ci siamo opposti a quel rinnovo. Lo ripetiamo: non è una guerra contro un imprenditore, ma è una battaglia per la salute dei cittadini che non possono continuare a convivere con un cementificio in mezzo alla città, le cui polveri ricadono non solo su Pescara, ma anche su Spoltore e San Giovanni Teatino. E la nostra amministrazione è decisa ad andare avanti su tutti i fronti e faremo il possibile perché si riesca a giungere all’obiettivo, lo spostamento dell’azienda. E non per fare speculazioni sul territorio, come alcuni consiglieri del Pd hanno detto, visto che buona parte dell’area oggi occupata dal Cementificio ricade all’interno del Parco Fluviale già in fase di progettazione. Oggi a fare da coordinamento per l’organizzazione delle iniziative di sensibilizzazione sarà il Wwf che ha istituito il Tavolo tecnico che ora passerà al setaccio tutte le carte già messe a disposizione dal Comune per l’Aia, e la prima urgenza sarà quella di rintracciare la prima Valutazione d’impatto ambientale del cementificio, che oggi non abbiamo ritrovato, un documento fondamentale per conoscere l’impatto sul territorio di quella struttura. Personalmente già da lunedì assumerò contatti con il Comune di San Giovanni Teatino, presente comunque agli incontri, e con il Comune di Spoltore e con la Provincia di Pescara ai quali chiederemo di assumere una posizione formale per sostenere l’azione intrapresa dall’amministrazione comunale di Pescara, esprimendosi a favore della delocalizzazione del cementificio. Lunedì chiederemo al Presidente della Conferenza dei Servizi Gerardini se, negli ultimi giorni, sono arrivati o meno i pareri degli altri Enti coinvolti nel rinnovo dell’Aia e, a seconda della risposta, decideremo la data delle iniziative di sensibilizzazione del territorio: sicuramente un sit-in presso la Asl, al quale prenderanno parte anche i consiglieri regionali di Pescara, come Lorenzo Sospiri e Maurizio Acerbo. Il sit-in ovviamente dovrà svolgersi di giorno, quando gli uffici sono aperti, per richiamare l’attenzione degli uffici tecnici preposti all’esame della pratica, e l’orario sicuramente non favorirà la presenza dei cittadini. Per questa ragione nella stessa giornata, ma di sera, terremo anche una fiaccolata che partirà dal centro, sul Ponte Risorgimento, per arrivare, a piedi, sino al cementificio, un modo importante per richiamare l’attenzione di tutta la città, tutta indistintamente coinvolta dal problema perché le polveri trascinate dal vento ricadono ovunque, non solo in via Raiale e non solo a Pescara. Nel frattempo convocheremo anche le parti sindacali per cominciare ad affrontare la problematica occupazionale: sia chiaro, come già abbiamo detto, che i posti di lavoro, oggi 74, non possono e non devono divenire strumento di ricatto nei confronti delle Istituzioni, anche perché non stiamo chiedendo la chiusura del cementificio, ma la sua delocalizzazione, e piuttosto ci aspettiamo il sostegno delle forze sindacali nell’apertura di un dialogo con la proprietà per individuare un nuovo sito più idoneo.

 

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