Tra proposte, pareri e puntualizzazioni ancora nebuloso il futuro dell’albergo dei ferrovieri
PESCARA – Nel corso degli anni a Pescara sono stati demoliti stabili anche di un certo valore storico-architettonico per lasciare il posto a veri e propri mostri edilizi.Per questo prima di privare la collettività di una struttura ,di uno spazio bisognerebbe valutare bene se un bene culturale rivesta “particolare valore artistico e storico“. Fra gli edifici pescaresi tutelati c’è l’ex Ferrhotel, l’albergo dei ferrovieri in corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla stazione. Le notizie storiche sul complesso, di oltre 1.500 metri quadrati di proprietà comunale , sono poche, una delle quali la si legge sulla facciata principale, nella targa del 1917 dedicata a Cesare Battisti. Danneggiato durante i bombardamenti del 1943, venne restaurato e utilizzato per alcuni decenni.Da quando le funzioni sono state trasferite in via Michelangelo vive in uno squallido degrado da abbandono che nuoce al decoro urbano.Nel 2010 è stato inserito nell’elenco delle proprietà comunali da alienare, ma il suo destino è ancora tutto da definire viste le più disparate proposte formulate nel tempo che vedono riconvertire la struttura in uffici,albergo,Casa dello Studente,poliambulatorio per le fasce sociali più deboli e così via.Lo scorso anno Confesercenti ha presentato il progetto per rivalutare l’ex Ferrhotel, e aiutare giovani imprenditori:uffici, studi e laboratori da affidare a canone agevolato per i primi tre anni di attività a giovani imprenditori e professionisti.Gli obiettivi della campagna ‘kick off’, ovvero ‘calcio d’inizio’ erano:valorizzare un immobile di pregio per il centro di Pescara e dare una risposta alla domanda di spazi che arriva dalle nuove generazioni. Tra coloro che l’hanno promossa anche Piero Giampietro ,ora nella maggioranza Alessandrini.La promessa di Confesercenti era quella di portare la campagna Kickoff,indirizzata agli aspiranti imprenditori e professionisti , quartiere per quartiere.
La Proposta: Assegnazione dello stabile, in concessione gratuita o a canone simbolico, a network di associazioni, che Confesercenti si propone di costituire in prima persona. Ingresso della Fondazione Pescarabruzzo o altri partner istituzionali nel team di gestione per i lavori di manutenzione straordinaria che certamente lo stabile richiede. Realizzazione di un numero definito di box aziendali. Bando pubblico, suddiviso per tipologie di attività, libere professioni, commercio, servizi, artigianato che consenta alle nuove imprese di installare la propria sede legale e operativa a canone assolutamente simbolico per i primi tre anni di attività, con l’impegno a riconsegnare lo spazio ottenuto in concessione a regola d’arte.
Sempre lo scorso anno il Dipartimento di Architettura dell’Università di Pescara e Architettura Senza Frontiere Abruzzo Onlus (ASF Abruzzo) hanno promosso un workshop online, per la ri-progettazione urbana e architettonica dell’ ex edificio dei ferrovieri ,dal titolo “Ri-abitare Ferrhotel” finalizzato a fornire all’amministrazione suggerimenti e progetti che potessero rappresentare un’alternativa credibile e sostenibile (da un punto di vista economico, sociale ed ambientale) alla vendita del bene. Il progetto, curato dal professor Ulisse era destinato agli studenti del quarto e quinto anno di Architettura e Ingegneria edile.
Ancor prima si era pronunciato sul destino del Ferrhotel l’allora Consigliere Comunale di opposizione , Capogruppo SEL, Giovanni Di Iavoco,oggi Assessore alla cultura nell’Amministrazione Alessandrini: “L’edificio del Ferrotel, per struttura e posizione, sarebbe un ottimo luogo dove dare vita alla Casa dello Studente.Proponiamo anche noi, quindi, insieme al Consigliere Acerbo – proseguiva Di Iacovo – che la Regione Abruzzo acquisisca la struttura dal Comune e ne affidi la gestione all’Azienda per il diritto allo studio (ADSU). Sarebbe una scelta profondamente sbagliata vendere questo importante edificio invece che utilizzarlo per il bene della città. La città è carente anche di strutture ricettive per i giovani, e quindi l’ipotesi di riconvertire d’estate la casa dello studente in ostello della gioventù favorirebbe il turismo estivo anche per chi non ha molti soldi in tasca. Lo stesso edificio, così riutilizzato, ridarebbe anche linfa vitale ad un centro cittadino che va progressivamente svuotandosi.”
Ieri è intervenuta sul tema l ’Assessore al Patrimonio,Veronica Teodoro che ha puntualizzato:
“Tutto il patrimonio su cui non ci sono progetti in itinere va inserito nella lista dei beni alienabili dell’Ente, ovvero quelli non strumentalmente utilizzabili dall’Ente a fini istituzionali. Un atto dovuto, dunque, inserirli nella delibera di alienazione, perché lo prescrive la legge.Il Ferrhotel rientra fra tali beni, da anni viene inserito nella delibera in oggetto, ma ciò non toglie che si possano pensare soluzioni differenti da quella della vendita, in presenza di progetti di sfruttamento e messa a reddito, ovvero capaci di produrre risorse di cui il Comune, com’è noto, ha estremamente bisogno.
La polemica che ne è nata è strumentale tant’è che l’articolo 58 del Decreto Legge n. 112 del 25/06/2008 dice espressamente al primo comma che l’Ente deve provvedere alla “redazione di un apposito piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, individuando i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione, ovvero dismissione che costituiranno allegato al Bilancio di Previsione degli Enti locali”.
Ma parlare di “valorizzazione”, sempre secondo la legge citata, può significare un’azione “al fine di ottenere una razionalizzazione economica e finanziaria mediante la concessione in uso, locazione o dismissione dei beni in conformità alle norme regolamentari in materia di alienazione del patrimonio immobiliare comunale”.
Chi crea polemica su questi temi e sul piano varato dalla Giunta, “semina” fumo e allarmismo cercando di attaccare l’operato dell’esecutivo cittadino e facendolo con argomenti evidentemente privi di fondamento giuridico.Ci auguriamo tutti che la situazione economica del Comune migliori ed è un dovere preciso di ogni amministratore attivarsi con azioni che puntino a reperire, razionalizzare e valorizzare tutte le risorse comunali”.
Sempre ieri il consigliere comunale Piero Giampietro (Pd) ha dichiarato che “Pescara avrà il suo spazio per il co-working, perché è su questo che ci siamo impegnati”
“Sono anni che il Ferrotel è fra i beni alienabili del Comune – ha sottolineato Giampietro – e così come in passato, anche nel 2014 è un atto dovuto per ragioni contabili e di bilancio, in quanto è un bene disponibile e non utilizzato. Per venderlo c’è bisogno di altro: il cartello “vendesi” non è stato affisso. E resto personalmente convinto che il Ferrotel, sottoposto a precisi vincoli architettonici, sia un patrimonio dei pescaresi e tale debba restare.Per questa ragione bisogna lavorare all’individuazione di risorse esterne, come quelle comunitarie, per ridare il Ferrotel ai pescaresi senza pesare sulle casse comunali che certo, a differenza del passato, non potrebbero sostenerne i costi. Stiamo studiando le possibili soluzioni, e su questo contiamo di trovare la collaborazione anche delle altre forze politiche, perché le energie creative e progettuali della città vengano messe a disposizione di un’idea che deve essere di tutti. Trovare una soluzione non è scontato, ma ce la stiamo mettendo tutta”.
Al tempo stesso, ha precisato Giampietro, “nessun passo indietro viene fatto rispetto all’impegno di dare alla città uno spazio dove giovani professionisti, creativi, piccoli imprenditori siano messi nelle condizioni di lavorare a canoni agevolati: assieme all’Amministrazione stiamo lavorando ad un censimento delle strutture per individuare gli spazi adeguati al co-working in un periodo più breve rispetto ai tempi comunque necessari per l’eventuale riutilizzo del Ferrotel. Gli spazi vanno messi a disposizione di chi vuole rendersi utile e di chi vuole lavorare: questa è una scelta strategica”.