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Pescara, Filippello su nuove tariffe Tares

da Redazione

PESCARA – L’assessore alle Finanze Massimo Filippello ,replicando alle accuse inerenti la presunta stangata operata sulle famiglie con l’introduzione della Tares,ha detto che nella città di Pescara nessuno avrà un aumento medio della Tares del 140 per cento. Di certo se Pescara avesse deciso di conservare anche per il 2013 la disciplina della Tarsu, anziché passare alla Tares, si sarebbero dovuti  applicare aumenti indiscriminati della tassa per tutti, famiglie, imprese, single e anziani, pari al 30 per cento della vecchia imposta. Il passaggio alla Tares, al contrario,  ha permesso di studiare un riequilibrio nell’applicazione della Tariffa, tutelando le famiglie, molte delle quali quest’anno pagheranno addirittura anche il 37 o il 55 per cento in meno rispetto allo scorso anno, ma anche le stesse attività commerciali, visto che ben 15 categorie di utenze non domestiche, ossia 7mila 710 utenti, usufruiranno di riduzioni pari al 21 per cento, come musei e biblioteche; del 66 per cento, come le autorimesse; del 25,22 per cento come i negozi d’abbigliamento, di calzature, librerie, cartolerie, ferramenta; o ancora del 16 per cento, come edicole, farmacie, tabaccai; o anche solo del 6 per cento, come i banchi di mercato, e questo perché con la Tares si applica il principio per cui paga di più chi produce più rifiuti.Qualunque valutazione deve partire da un principio chiaro, ossia l’obbligo per tutti i Comuni, da quest’anno, di coprire con il gettito dell’imposta tutti i costi del servizio, ovvero, per Pescara, 26milioni 170mila euro ha ricordato l’assessore Filippello – . In virtù di tale obbligo, se avessimo mantenuto la disciplina della Tarsu, da molti Comuni già sostituita precedentemente con la Tia, saremmo stati costretti ad applicare un aumento indiscriminato dell’imposta per tutti gli utenti pari al 30 per cento, senza alcuna deroga e senza poter variare le aliquote a seconda delle varie categorie. Dunque sia l’anziano che vive con una pensione di lavoro che il negozio di vicinato che l’Istituto di credito avrebbero pagato tutti un’imposta aumentata del 30 per cento, con tutte le difficoltà connesse. Al contrario la Tares ci ha permesso di giocare con le aliquote e di differenziarle, tenendo conto delle varie categorie delle utenze domestiche e di quelle non domestiche. Di conseguenza la Tares non determinerà una stangata per le famiglie, che pagheranno la tassa sulla base del numero degli occupanti l’unità immobiliare e delle superfici occupate.

E siamo in grado di dimostrarlo con alcune proiezioni già abbozzate dai nostri uffici che stanno emettendo i primi bollettini da inviare a domicilio agli utenti: una famiglia composta da un unico componente che occupa un appartamento da 70 metri quadrati avrebbe pagato ben 128,10 euro di Tarsu e quest’anno pagherà invece una Tares di 108,76 euro, ossia il 15,10 per cento in meno; e pagherà la stessa somma anche se occupasse un appartamento di 150 metri quadrati, a fronte di un’ipotetica Tarsu di 274,50 euro, dunque pagherà 165,74 euro in meno proprio perché essendo una sola persona la sua capacità di produzione dei rifiuti è comunque ridotta al minimo. Una famiglia di 2 persone che vive in un alloggio di 70 metri quadrati, avrebbe pagato 128,10 euro di Tarsu, e invece pagherà 108,76 euro di Tares, sempre il 15,10 per cento in meno, e la somma Tares resterà invariata pur crescendo le dimensioni dell’eventuale immobile, facendo lievitare la percentuale di risparmio. Per una famiglia media di tre persone, che magari vive in un alloggio di almeno 90 metri o 100 metri quadrati, la Tares determinerà un incremento pari al 29 o 22,49 per cento, ossia lo stesso che quella famiglia avrebbe avuto mantenendo la Tarsu. Una famiglia di quattro persone che invece vive in un appartamento di almeno 120 metri quadrati, pagherà il 32,46 per cento in più dell’imposta, ossia 290 euro di Tares a fronte dei 219,60 euro di Tarsu, ossia pagherà lo stesso aumento che avrebbe pagato con la Tarsu. Non basta: volendo comunque esagerare, il massimo aumento registrato con le nostre proiezioni riguarderà una famiglia di almeno 6 o più persone, che vive in un appartamento di almeno 100 metri quadrati e che, in quel caso, pagherà un’imposta Tares del 91,16 per cento in più rispetto alla Tarsu, ma quello è il massimo aumento, dunque il 140 per cento medio ‘spacciato’ dalla Uil non comprendiamo da dove derivi e siamo in grado di smentirlo con le carte”.

Stesso discorso per le utenze non domestiche, “dove l’introduzione della Tares – ha spiegato ancora Filippello – ci ha permesso di riequilibrare i costi del servizio rifiuti a seconda delle categorie merceologiche, ossia chi più sporca più paga, addirittura introducendo una riduzione del prelievo fiscale rispetto alla Tarsu. Complessivamente sono ben 15 le categorie merceologiche che con la Tares pagheranno meno, ossia parliamo di 7mila 710 utenti, che rappresentano il 65,62 per cento dei contribuenti complessivi, ossia: Musei, biblioteche, scuole, associazioni e luoghi di culto pagheranno il 21,52 per cento in meno; Cinematografi e Teatri, pagheranno 54,50 in meno; Autorimesse e magazzini pagheranno il 66,52 in meno; campeggi, distributori di carburanti e impianti sportivi verseranno il 45,87 in meno; esposizioni e autosaloni pagheranno il 69,03 per cento in meno; gli alberghi con ristorante pagheranno il 5,23 per cento in meno; gli alberghi senza ristorante pagheranno il 27,65 per cento in meno; Uffici, agenzie e studi professionali il 19,50 in meno; le banche e Istituti di credito, pur applicando l’aliquota massima prevista dalla legge, pagheranno con la Tares comunque il 43,31 per cento in meno rispetto alla Tarsu; negozi di abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie, ferramente pagheranno il 25,22 per cento in meno; edicole, farmacie, tabaccai e plurilicenze verseranno il 16,08 per cento in meno; filaterie, tende e tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli e antiquariati verseranno il 44,69 per cento in meno; banchi di mercato e beni durevoli il 6,64 per cento in meno; le attività industriali con capannoni di produzione il 54,37 per cento in meno; discoteche e night club l’11,22 per cento in meno. Solo 2 le categorie commerciali che subiranno un incremento dell’imposta sino al 30 per cento, e le altre 13 un incremento superiore al 30 per cento, calcolato sempre sulla capacità potenziale di produzione di rifiuti sulla base dei dati storici, ovvero le attività che per legge producono più rifiuti. Ovviamente a tali aliquote andranno ora applicate tutte le agevolazioni già votate dal Consiglio comunale e riposte all’interno del Regolamento”.

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