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Pescara,”Giorno della memoria”:gli eventi

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PESCARA – Presentati ieri gli eventi previsti a Pescara per celebrare “Il Giorno della memoria , lunedì prossimo, 27 gennaio.L’assessore alla Cultura Giovanna Porcaro ,nel corso di una  conferenza stampa  appositamente convocata , alla presenza del Direttore dell’Archivio di Stato di Pescara Antonello De Berardinis e  di  una rappresentanza della scuola media Tinozzi, dell’Istituto Comprensivo numero 8, ha detto che l’amministrazione comunale di Pescara ha promosso  una giornata dedicata alla riflessione sulla Shoah, sulla tragedia dei campi di sterminio, a colloquio con chi ha vissuto l’esperienza drammatica dei campi di concentramento e ne porta scolpiti nel cuore e nella mente i segni indelebili. Protagonisti saranno gli studenti.L’amministrazione comunale  con l’Archivio Storico inoltre  sta portando avanti anche un progetto di ricerca per raccontare la vita degli internati sul territorio di Pescara e per scoprire da quale stazione ferroviaria, quella di Pescara centrale o Porta Nuova, gli ebrei residenti a Pescara furono condotti nei vagoni diretti verso i campi della morte.

“Anche Pescara celebrerà il prossimo 27 gennaio la Giornata della Memoria – ha ricordato l’assessore Porcaro -, la Shoah, ossia la liberazione da Auschwitz da parte dell’esercito russo dei primi superstiti. Dunque parliamo di una data di straordinaria importanza per la memoria, una data di cui mai dovremo stancarci di parlare ai nostri ragazzi. Due le iniziative che ci vedranno impegnati: partiremo alle 9.30 al Museo delle Genti d’Abruzzo, dove il Comune ha patrocinato l’evento organizzato dall’Associazione Scienze Under18 su ‘Le razze umane non esistono’, alla presenza del rettore Carmine Di Ilio e del professor Giandomenico Palka, ordinario di Genetica, evento con il quale Pescara aderisce formalmente al ‘Manifesto contro ogni forma di razzismo’. Alla manifestazione prenderanno parte gli studenti del Liceo Scientifico ‘Da Vinci’, del’Istituto ‘Marconi’, della media ‘Mazzini’. Alle 10.30 ci sposteremo presso l’Istituto Comprensivo 8, ossia la Media ‘Tinozzi’ con la Dirigente scolastica, la professoressa Annarita Bini, e con una serie di ospiti che lasceranno ai ragazzi le proprie testimonianze inerenti il periodo della deportazione nei campi di concentramento. Avremo il punto di vista storico con il giornalista Marco Patricelli, un’autorità in materia, e soprattutto avremo la presenza di Renato Diodati, 93 anni, reduce da un campo di concentramento. Ma il lavoro di organizzazione portato avanti dall’amministrazione comunale di Pescara in realtà si è spinto oltre, affondando le radici nella ricerca: con l’Archivio storico, infatti – ha detto l’assessore Porcaro -stiamo realizzando un lavoro di ricerca archivistica e storica relativa alla Comunità ebraica che viveva a Pescara e che con i famosi treni della disperazione partirono da Pescara verso i campi di concentramento. Primo obiettivo dell’iniziativa documentaristica è quello d individuare, trovandone traccia scritta, la stazione ferroviaria da cui vennero fatti partire gli ebrei, se la stazione di Pescara centrale o di Porta Nuova, e in quel luogo la nostra amministrazione andrà a installare una lapide, o un monumento, per lasciare un segno visibile e tangibile del passaggio e dell’evento tragico”.

“L’Archivio di Stato – ha spiegato il Direttore De Berardinis – conserva istituzionalmente i documenti storici sulla Shoah e le notizie inerenti l’applicazione delle leggi razziali derivano solitamente dagli Uffici periferici del Ministero degli Interni, ossia Questura e Prefettura. Ora stiamo facendo degli approfondimenti su come le leggi razziali furono applicate e qual è stata poi la vita e la presenza degli ebrei a Pescara e nella provincia. Questi sono aspetti meno conosciuti, perché mentre la vicenda dei vagoni e dei treni della morte hanno avuto ampia risonanza, la vicenda degli internati è meno nota. Una parte degli ebrei era infatti internata in località di montagna, in isolamento, dove però proprio quegli ebrei portarono economia alla popolazione interna, perché gli internati ricevevano comunque un sussidio per pagarsi vitto e alloggio e con quelle somme andarono a movimentare l’economia locale. L’obiettivo del regime, che era quello di isolare gli ebrei, di impedire i rapporti con la comunità, fallì miseramente perché gli ebrei riuscirono a intessere rapporti. Alcuni erano medici ed esercitavano la professione, nonostante il parere negativo del regime. L’idea è di raccogliere tutti gli eventi tra  i documenti dell’Archivio”.

 

 

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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