Le carte relative al ‘caso’ verranno inviate alla Procura della Repubblica per un approfondimento circa le procedure seguite
PESCARA – I Presidenti della Commissione Lavori pubblici Armando Foschi e Gestione del Territorio Marco Mambella ieri, al termine della seduta congiunta di tali Commissioni durante la quale si è affrontato di nuovo il tema di via Misticoni ripartendo dall’interrogazione presentata dal consigliere Blasioli, sono intervenuti sul ‘caso’ . Presenti, per l’ufficio tecnico, l’architetto Emilia Fino, Dirigente del Settore Urbanistica, Responsabile unico del progetto all’atto della stipula, il geometra Berardinella Di Berardino, attuale Rup, e il Direttore del Dipartimento l’ingegner Amedeo D’Aurelio.
Foschi e Mambella hanno sottolineato che ci sono troppi errori materiali, troppe carenze e soprattutto punti non chiari all’interno dell’accordo di programma inerente via Misticoni.Per questo motivo, una volta raccolte tutte le carte rintracciabili in Comune, si valuterà la necessità di inviarle all’esame della Corte dei Conti, per verificare danni a carico dell’Ente pubblico. Soprattutto tali carte saranno inoltrate alla Procura della Repubblica per un approfondimento circa le procedure seguite che oggi non consentono di chiudere un progetto e delle opere pubbliche rimaste a metà.Nel corso del dibattito sono emerse ulteriori novità che hanno aggravato la vicenda. Innanzitutto è emerso che oggi lo Stato è proprietario di parte di un fabbricato di 10 piani, realizzato dal privato su aree demaniali, per un valore di 150mila euro. Soprattutto è emerso che l’impresa Gestimmobili Srl. Che ha proposto e sottoscritto con il Comune l’Accordo, non ha le caratteristiche di legge per eseguire le opere di urbanizzazione primaria previste: il dirigente del Dipartimento Urbanistica D’Aurelio, dopo due solleciti, ha ora inviato una diffida che, se non verrà ottemperata entro poche settimane, determinerà una richiesta di pignoramento degli immobili realizzati e delle aree con sequestro conservativo.
Hanno riferito Foschi e Mambella:
la riunione odierna ha confermato tutte le criticità sollevate dal Rup Di Berardino in una relazione dettagliata oggi integrata con fatti e circostanze nuovi, risalenti addirittura alla giornata odierna, nonostante i maldestri tentativi del consigliere Del Vecchio di difendere le prime fasi relative alla stipula dell’accordo di programma da parte della precedente amministrazione di centro-sinistra . L’accordo di programma ‘Gestimmobili srl – via Misticoni’ è regolato da un Atto di Convenzione sottoscritto dal Comune il 19 febbraio 2008, e un Accordo di programma sottoscritto il 20 febbraio 2008. E già dalla lettura dei due atti emergono delle discordanze: nella convenzione del 19 febbraio è stato infatti stabilito in cinque anni il termine per il completamento dell’intervento previsto nell’Accordo, con scadenza 15 aprile 2013, ma nell’Accordo di programma si è invece stabilito in quattro anni il termine per il completamento dello stesso intervento. Il primo interrogativo posto oggi ai tecnici è come sia stato possibile che l’amministrazione comunale di centro-sinistra, che ha sottoscritto i due atti, non si sia resa conto di una differenza non di un giorno, o di una settimana, ma di 365 giorni solari. Secondo la Fino, anche lei autrice di una breve relazione non esaustiva, è da ritenere valida la scadenza contenuta nell’Atto di convenzione, anche se non abbiamo documenti che lo confermino. Ma c’è di peggio: oggi l’amministrazione comunale non può pretendere il rispetto del cronoprogramma perché lo stesso non è stato allegato alla delibera approvata dalla giunta comunale il 3 aprile 2008, altra carenza assurda per un esecutivo, carenza sulla quale abbiamo chiesto risposte agli ex componenti di quella giunta, come i consiglieri D’Angelo o Blasioli. Invece dei chiarimenti, il consigliere Del Vecchio, forte evidentemente del proprio sapere, ha sostenuto che non era necessario allegare il cronoprogramma alla delibera approvata in giunta, peccato che le normative dicano il contrario. E di fatto né il primo Rup né tantomeno gli ex amministratori hanno saputo spiegare le ragioni di tale assenza documentale. Non solo: l’unico cronoprogramma esistente è allegato al progetto, ma il Rup Di Berardino oggi ha rivelato che nel documento ci sono diverse parti in bianco. Veniamo poi alle opere previste nell’accordo : a oggi, come emerge dalla relazione tecnica stilata dal Rup Di Berardino, risultano realizzate le condotte fognarie e i marciapiedi di via Seneca e via Degli Equi, e risultano realizzati, già da alcuni anni prima della sottoscrizione dello stesso Accordo, un collettore fognario in via Misticoni e una vasca per l’alloggiamento delle pompe idrauliche necessarie al rilancio delle acque miste sulla rete di via San Francesco. Tradotto: le opere fognarie di via Misticoni, che sono state inserite nell’Accordo di programma quale ‘cessione’ al pubblico, in realtà erano state realizzate dalla ditta prima dell’Accordo stesso, e la Ditta ha più volte ribadito di esserne stata autorizzata verbalmente dagli Organi di Governo dell’epoca, ossia dalla precedente amministrazione di centro-sinistra, per migliorare la rete fognaria di raccolta, anch’essa una circostanza che non è stata chiarita nel vertice odierno, anzi gli ex amministratori ci hanno sollecitato a non voler per forza ‘scavare’ nel passato a caccia di eventuali responsabilità di danni che oggi paga la città. Nell’Accordo di programma si prevede anche il completamento della viabilità, prolungando via Misticoni nel tratto compreso tra via Sallustio e via San Francesco, ricomprendendo zone per parcheggi e le reti dei sottoservizi, mentre nella vasca di rilancio dovranno essere alloggiate 5 pompe idrauliche, opere che non sono formalmente in ritardo, dovendo essere riconsegnate entro il 15 aprile 2013. Si è invece verificato un grave inadempimento da parte della Ditta che oggi non garantisce il Comune nell’esecuzione delle opere pubbliche convenzionate con la prevista polizza fideiussoria riportata nella Convenzione. Nell’aprile 2011 è stato finalmente accertato che la polizza era infatti stata stipulata con la Mediafin Spa che nel dicembre 2008 è stata esclusa dalla Banca d’Italia dagli Istituti di credito e, poi nel 2010, l’Autorità giudiziaria di Roma ne ha decretato il fallimento. Altro segnale di allarme, preannunciato dalla stessa ditta nella nota inviata lo scorso 25 maggio 2011, è l’eventuale impedimento al completamento del Piano Integrato per la mancata acquisizione di alcune superfici, evidenziando la presenza di un ‘manufatto idraulico’, ossia di un tratto di ‘canale Bardet’, posizionato all’interno del ‘lotto fondiario’ convenzionato. Il canale Bardet appartiene ai beni dello Stato e il suo utilizzo, negli ambiti edificatori, dev’essere regolarizzato acquisendone la proprietà. Dunque, ai fini dell’intervento convenzionato, la Ditta, prima di sottoscrivere l’Accordo, era obbligata ad acquisire la proprietà delle aree all’interno dell’ambito territoriale convenzionato, compresa quella del suolo demaniale costituente il ‘lotto fondiario’. E l’interrogativo è chiaro: come ha potuto l’amministrazione comunale di centro-sinistra approvare un Accordo di programma inerente una superficie di cui la parte proponente non era neanche proprietaria. E com’è possibile che nessuno abbia controllato la pratica. Ma oggi è emerso un dettaglio ancora peggiore: in sostanza oggi lo Stato è proprietario non solo della porzione del Canale Bardet, ma anche di altre superfici che non sono state sdemanializzate, tanto che la concessione edilizia è stata rilasciata in parte a nome della Gestimmobili, in parte a nome dello Stato, che attualmente è legittimo proprietario di una porzione del fabbricato di 10 piani realizzato sull’area demaniale, per un valore pari a 150mila euro. Subito dopo i tecnici hanno ribadito le attività che sino a oggi gli Uffici hanno posto in essere per imporre alla ditta la conclusione delle opere di urbanizzazione previste nell’accordo, “ossia – hanno proseguito i Presidenti Foschi e Mambella – decine di vane richieste per il completamento delle opere di urbanizzazione e diffide per la pulizia delle aree di cantiere. Tra l’altro già il 17 maggio scorso il Rup e il Direttore tecnico hanno chiesto alla Ditta di rimettere con immediatezza la polizza fideiussoria quale garanzia delle opere, a seguito della quale la Ditta ha già replicato di essere intenzionata a garantire l’importo solo per le restanti opere che dovranno essere realizzate, circostanza impraticabile per legge, e ha richiesto addirittura lo Stato di avanzamento dei lavori e il collaudo parziale delle opere eseguite. In seguito a tale istanza, il Dipartimento dei Lavori pubblici ha incaricato il Direttore dei Lavori a redigere una perizia dello Stato di Consistenza per scorporare le opere già eseguite prima della sottoscrizione dell’Accordo di programma, e a certificare lo Stato di avanzamento dei lavori eseguiti. A seguito di tali attività, il Direttore dei lavori ha quantificato l’importo dei lavori pari a 250mila 939 euro, cifra sulla quale la Ditta ha avanzato delle riserve ora all’esame dei legali. Ma in merito alla vicenda ci sono delle novità: dopo una prima seduta fissata per il collaudo saltata per l’assenza dei mezzi necessari per fare i sondaggi, una seconda seduta era stata fissata per lo scorso 7 gennaio, ma anche in quell’occasione la ditta si è presentata senza mezzi; allora il collaudo è stato rifissato per ieri, ma la ditta non ha ottemperato. Stamane gli uffici hanno inviato una nuova diffida affinchè venga stipulata la polizza fideiussoria e la ditta stringa un contratto con una ditta ausiliaria e qualificata per la realizzazione delle opere mancanti. Il Direttore D’Aurelio ha invece sottolineato le due inadempienze più gravi: innanzitutto l’assenza della polizza; poi egli stesso ha dovuto mettere in discussione l’intero atto amministrativo stipulato perché l’impresa che ha sottoscritto l’Accordo di programma non ha le caratteristiche di legge per eseguire le opere di urbanizzazione; la prima ditta con cui aveva fatto il contratto, la Generalscavi, è risultata non regolare; idem anche la seconda ditta, la Cantò. Oggi, dopo due solleciti, è partita l’ultima diffida: se le opere non verranno realizzate subito, il fascicolo passerà nelle mani dell’Ufficio legale del Comune per procedere con il pignoramento degli immobili della Gestimmobili, per entrare in possesso di fabbricati e aree, con il sequestro conservativo dei beni. Il consigliere Blasioli ha annunciato per la prossima settimana una nuova interrogazione ‘populista’ sulla vicenda; noi diciamo che la vicenda di via Misticoni è ben più grave di quanto prospettato dal Pd, perché non si tratta di una strada o un marciapiede non realizzati, ma di gravi inadempienze contrattuali e di documenti assenti o errati che oggi non ci consentono neanche di applicare penali alla ditta e non permettono al Comune di intervenire su aree di privati. Non riteniamo esaustiva la Commissione odierna, che ha solo confermato le nostre preoccupazioni, ed è evidente che dovremo chiedere ad altri Organi inquirenti di fare luce sulla vicenda.