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Pescara, Mediamuseum: “Volo libero”

da Redazione

È il titolo dellla Mostra personale di Pittura di Teresa Piras che si terrà  al Mediamuseum dal 18 al 27 settembre 2012

PESCARA – Oggi,18 settembre negli spazi espositivi del Mediamuseum di Pescara in  Piazza Alessandrini, 34,  alle ore 17.30, verrà inaugurata la Mostra personale di pittura Di Teresa Piras dal titolo “Volo libero “.L’esposizione sarà visitabile fino al 27 settembre prossimo.

Dell’artista Chietina scrive Tonita Di Nisio

...Finalmente una donna che ha trovato “una stanza tutta per sé”! E’ stata la prima emozione che ho provato, quando Teresa Piras mi ha confidato il progetto di voler allestire una mostra delle sue opere. La seconda è scaturita dalla finalità della mostra: niente in vendita, né quadri, nè sculture. L’intenzione dell’autrice è di raccontarsi, ripercorrendo velocemente tutta la sua produzione artistica. E’ come se Teresa aprisse per noi un brogliaccio segreto, un diario in cui, dai primi anni Settanta ad oggi, ha annotato i percorsi della sua creatività. Non quella che pure conosciamo e che si è espressa a tanti livelli, come nell’insegnamento, ma quella più intima e sconosciuta. Sconosciuta ai più, persino ai figli, se guardando uno dei quadri ora in mostra, possono chiederle: -Ma questo, quando l’hai fatto?-, oppure: -Dove l’hai realizzato? La “stanza tutta per sé” Teresa la portava dentro, come una seconda identità riposta e soprattutto come un bisogno di esprimersi e di ricercare.

Riflettiamo sul ricercare: anche l’osservatore più superficiale può cogliere negli elaborati, diversi per tecniche, tematiche e composizioni, un itinerario, che segue un filo rosso di esplorazione delle proprie possibilità e di analisi della coscienza e che, come ogni itinerario, scopre diramazioni del percorso che hanno un inizio ed una fine e talora si chiudono in ring composition. E’ indicativa la persistenza in tutta la produzione di un disco carminio che ricorre in tanti quadri, ora imponendosi come elemento dominante in un cielo ghiacciato, ora occhieggiando sminuzzato sui tetti, nei fiori, sugli alberi, ora lumeggiando scenari paesaggistici e riaffiorando in contesti anti-naturalistici e astratti: è il colore che guida la ricerca o è la forma che la condiziona? È la logica del “colore in sé” a prevalere o quella dei simboli cosmici?

La sua autonomia estetica è stata assoluta, perché ha sentito di poter e dover esprimere, in uno spazio tutto suo, tematiche vissute nella quotidianità, senza tuttavia ignorare i cambiamenti al di fuori di essa. Così la consapevole cultrice di arte (specie le avanguardie del Novecento), la frequentatrice di mostre (Die Brùcke, Boccioni, il Futurismo, Arp. Moore… Munari), l’appassionata studiosa dei fenomeni culturali del passato e attuali, versata in discipline diverse, ha messo da parte condizionamenti e modelli precostituiti espliciti ed ha costruito un suo microcosmo poetico. Significativamente la mostra si intitola “Volo libero”, dal nome di un’opera in esposizione: Teresa ha voluto volare sui territori infiniti dell’espressione possibile con la consapevolezza di essere donna, in un contesto, quello artistico, che pare, nonostante tutto, ancora diappannaggio maschile. Tutto questo è stata una chance in più: ha potuto mescolare immagini e modi formali diversi, al difuori di accademie e conventicole di mercato e di moda dell’arte. La scelta di libertà si dichiara subito, a partire dai materiali: fondamentalmente qui vediamo usati carta e argilla. E’ come se Teresa avesse voluto partire dal grado zero dell’espressione artistica, dai materiali più semplici, meno “supponenti”, meno pregiati e, se vogliamo, meno compromessi con il mercato; ha voluto ribadire il “ritorno al mestiere”, se posso rubare una formula a De Chirico. Di qui la predilezione per la carta in tutti i suoi variabili aspetti: carta bianca per disegnare e dipingere, carta a mano, carta colorata per i collage, carta pergamena… L’istinto ha guidato l’autrice a utilizzare una base, che le permetteva la visualizzazione immediata della sua idea. -Così le idee si trasformano in disegni, tempere, collages e successivamente in dipinti.- Se il riferimento ad un archetipo illustre si può fare, è alla mostra di Man Ray “Carte varie e variabili” a Milano nel 1984, ove non erano esposte le opere dadaiste del Maestro: Teresa la visitò e la colpì l’incisività dei disegni grandi, piccoli, anche estrema semplicità. Capì in quel momento che quello era anche il “suo” lessico, la “sua” grammatica e la “sua” poesia.

La mostra resterà aperta al pubblico, ad ingresso libero, tutti i giorni feriali con il seguente orario: mattino 10,30-12,30;
pomeriggio 17,00-19,00.

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