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Pescara, Mediamuseum: oggi si parla del Teatro d’Annunzio

da Redazione

teatro D'Annunzio La Consigliera comunale Paola Marchegiani:”Albore Mascia lascia nel degrado nel 2013 ciò che si costruì nel 1963″

PESCARA – Nell’ambito del 150° della nascita di Gabriele d’Annunzio, oggi,23 ottobre ,alle ore 17.30 presso il Mediamuseum,a Pescara,alla presenza di Claudio Varagnoli, Bruno Sulli, Clara Verazzo, Gabriella Albertini, Franco Farias, Enzo Fimiani ed Edoardo Tiboni verrà affrontato il tema: “Il Teatro Monumento a Gabriele d’Annunzio a 50 anni dalla costruzione.Un’opera da preservare e completare”.

La Consigliera comunale Paola Marchegiani in una nota afferma:

Cinquanta anni fa l’allora Sindaco di Pescara, Avv. Vincenzo Mariani, raccolse i desiderata del grande Poeta e con grande impegno e mobilitazione fece erigere quel “Teatro-Monumento e Stele dannunziana” come simbolo dell’amore, dell’orgoglio e della riconoscenza della città verso il Vate, e come testimonianza per le generazioni future del genio di Gabriele d’Annunzio.Invece l’amministrazione Mascia è ferma culturalmente e assiste colpevolmente alla distruzione di ciò che è stato costruito nel 1963 in occasione del centenario del Poeta.Mi riferisco al Teatro-Monumento a d’Annunzio voluto dai pescaresi per onorare il suo più grande figlio, per esaltarlo con un complesso monumentale.Nel 1963 in 75 giorni fu costruita e resa agibile una prima parte della cavea sicché il 28 luglio fu possibile averne il suo battesimo ufficiale con “l’Elettra” di Sofocle per il Piraikon Teathron di Atene.Il complesso monumentale fu integrato da una stele celebrativa alta 63 metri e realizzata in cemento con figurazioni simboliche legate alla vita e all’opera del Poeta.E’ eclatante l’inadeguatezza dell’amministrazione Mascia che si esprime con sciatteria e con mancanza di strategia, mostrando una scandalosa disattenzione proprio nei confronti di quei luoghi simbolo dedicati al Vate.Il Teatro è in abbandono e la Stele cade letteralmente a pezzi, ma l’amministrazione Mascia rimane sorda e cieca di fronte al degrado e agli impegni presi con l’opposizione riguardo alla sua ristrutturazione.

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