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Pescara, mozione per impedire chiusura Banca d’Italia

da Redazione

Presentata dal capogruppo del Pdl Armando Foschi,verrà discussa oggi in Consiglio Comunale

PESCARA – Il  capogruppo del Pdl Armando Foschi  ha presentato una mozione , relativa alla chiusura della sede della Banca d’Italia a Pescara, da discutere e sottoporre oggi,6 maggio, al voto in Consiglio comunale.Tale mozione è finalizzata a impegnare sindaco e giunta ad avviare tutte le procedure necessarie e utili per impedire la chiusura di tale sede , sollecitando l’impegno di tutte le Istituzioni locali per scongiurare l’ennesimo scippo ai danni della città che, come prima conseguenza, avrebbe delle ricadute immediate sul piano occupazionale per il concentramento delle attività in un’unica sede regionale. Il Pdl ritiene un atto irresponsabile e sciagurato la chiusura di una struttura che testimonia, peraltro, la presenza dello Stato sul territorio e, su tale problematica, è pronto alla mobilitazione, coinvolgendo anche i suoi parlamentari a difesa del capoluogo adriatico.

Ha ripercorso Foschi:

la Banca d’Italia  ha avviato un progetto di riorganizzazione della rete periferica prevedendo la chiusura, nel biennio 2014-2015, di 29 realtà territoriali dell’Istituto, e tra queste è stata inserita la filiale di Pescara, con un’ennesima chiusura sul territorio abruzzese dopo quelle di Chieti e Teramo, senza escludere anche un’eventuale riorganizzazione della filiale de L’Aquila. L’abbandono del territorio determinerà una perdita secca di servizi richiesta dall’utenza locale, in altri la sostituzione con prestazioni fornite a pagamento da operatori privati, con il prevedibile aumento dei costi per le aziende; in altri casi ancora verrà meno una qualificata presenza pubblica, con l’indebolimento dei presidi di legalità. Un’eventuale chiusura della sede di Pescara, inoltre, avrebbe una ricaduta vasta sul territorio, a partire dall’indotto, e pensiamo agli Istituti di Vigilanza e a quelli dei Portavalori abitualmente occupati nel trasporto dei valori presso le filiali. E non basta: le operazioni di prelievo e versamento di consistenti quantità di valori verranno veicolate presso la sede de L’Aquila e questo significherà per gli Istituti di Vigilanza non solo l’aumento delle percorrenze di circa 300 chilometri, con tutti i pericoli connessi per i lavoratori, ma anche la forte preoccupazione che si svilupperà per i posti di lavoro messi in discussione a causa del considerevole aumento delle spese che le aziende addette alla vigilanza dovranno affrontare. Infine non mancheranno i disagi per imprese e banche abruzzesi con la ristrutturazione che la Banca d’Italia sta attuando: nelle analisi l’obiettivo è quello di risparmiare, ma i costi potrebbero invece aumentare e verrà a mancare quel punto di riferimento che l’Istituto rappresenta da sempre per il territorio, oltre a essere un baluardo di legalità per le aziende di credito. In ultimo, si prevedono forti disagi per chi dovrà spostarsi dalle altre province per raggiungere L’Aquila dove ci sarà l’unica filiale della Banca d’Italia aperta nella nostra regione. E a questo punto è lecito pensare che la riorganizzazione più che a un Piano industriale somiglia a un Piano commerciale, in cui ‘più si taglia, meno si spende’. Per tali ragioni ho presentato una mozione urgente, da discutere domani in Consiglio comunale, in cui impegniamo ‘sindaco e giunta ad avviare tutti gli atti affinchè Pescara non perda la sede della Banca d’Italia sollecitando l’impegno di tutte le Istituzioni locali per far sì che non venga inferto, alla nostra città, l’ennesimo scippo di un Istituto che rappresenta la presenza lo Stato sul territorio.

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