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Pescara, pista ciclabile tra discariche abusive

da Redazione

rifiuti-pista-ciclabile-provincia-pe-12-9-2012-6PESCARA – In un comunicato l’Associazione Pescarabici richiama di nuovo l’attenzione   sullo stato di degrado delle zone circostanti la pista ciclabile che corre sul lungofiume sotto il ponte Capacchietti a Pescara. Si legge nella nota :

Manutenzione: non c’è verso di venirne a capo. Ponte di Villa Fabio, rinominato Ponte della Libertà, popolarmente detto Ponte di Capacchietti. Bene, detto ponte sovrasta, lato sud, la pista ciclabile che va dal sotto passo della ferrovia, Ponte di ferro per interderci, fino agli stabilimenti della Fater. Pista un po’ decentrata, per la verità, rispetto ad un utente che potrebbe chiedere di raggiungere un luogo utile, visto che per adesso quella pista ha una preminente funzione di svago. Ma forse è proprio con questa motivazione di fondo che è stata concepita. Ma non intendiamo diminuirne l’importanza, in quanto sicuramente serve per connettersi alla rete viaria urbana complessiva (soprattutto non ciclabile). Ma se è comunque tale, cioè utile, perché abbandonarla all’incuria e al degrado?Provate a passarci, in particolare a partire proprio dal ponte andando verso monte e troverete subito una mega discarica all’aperto che ormai fa bella mostra di se da mesi e mesi. Ma già sotto il ponte, luogo nascosto alla vista, le condizioni si fanno improponibili. Come avviene anche lungo tutto il resto del tracciato.

La vegetazione si riprende i suoi spazi, invadendo la prifiuti-pista-ciclabile-provincia-pe-12-9-2012-3ista, e le discariche abbondano. Ma se l’opera è stata pensata soprattutto per finalità di svago, la cura degli aspetti percettivi e di godimento non deve stare in testa all’elenco delle attività di manutenzione? Recentemente, come scritto in una precedente nota, la pista è stata dotata dell’illuminazione: bene, nella bella stagione tornerà sicuramente utile.

Ma la difficoltà del procedere con la bicicletta di giorno rimane, come rimane disdicevole lo spettacolo che questo luogo abbandonato da di se e della città che lo ospita. Auspichiamo, pertanto, che quanto prima qualcuno si attivi e provveda a “ripulire” l’area e l’intero tracciato, con un approccio che non sia straordinario e che quindi venga strutturalmente inserito nelle attività di manutenzione ordinaria del patrimonio viario urbano.

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