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Pescara, presentata la delibera variante Nta

da Donatella Di Biase

PESCARA- L’assessore allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli, nel corso della conferenza stampa  convocata ieri,  ha illustrato e presentato ufficialmente la delibera sugli indirizzi per la redazione di una Variante alle Norme tecniche di attuazione per le Schede sul Patrimonio storico e architettonico.

Tale delibera venerdì prossimo, primo aprile, approderà all’esame del Consiglio comunale di Pescara e , fatti salvi pochi emendamenti già condivisi con il centro-sinistra, dovrebbe superare l’esame dell’aula. Subito dopo l’estate  si pensa  di portare in Consiglio comunale la variante stessa. La delibera è incentrata su tre punti fondamentali: lo sviluppo della ‘città verticale’, l’approfondimento sull’uso delle aree agricole per finalità turistico-ricettive e soprattutto lo studio per la rivisitazione delle schede del patrimonio storico e architettonico da sottoporre a tutela.

Ha spiegato Antonelli:

il Consiglio comunale dovrà votare un atto elaborato dal Settore programmazione del territorio per mettere in cantiere la Variante alle Norme tecniche di attuazione, ossia riscriviamo le regole che disciplinano gli interventi edilizi a Pescara. Il documento punta innanzitutto a eliminare le contraddizioni tra gli articoli per consentire una lettura univoca dei contenuti, a eliminare gli errori materiali, le parti annullate da sentenze definitive e quelle non strettamente di competenza al fine di snellire l’articolato; inoltre puntiamo alla semplificazione del calcolo volumetrico e superficiario, alla specificazione degli elementi di arredo e decoro degli edifici, come le famose ‘velette’, dando maggiore elasticità all’interno delle destinazioni d’uso.

Ma soprattutto obiettivo dello strumento è quello di dare maggiore impulso alla verticalizzazione della città, acquisendo maggiori aree di cessione e spazi liberi. A scanso di equivoci, tale procedura non mira a incrementare le costruzioni, non modifichiamo gli indici, ma riscriviamo le regole per occupare meno terreni e più ‘aria’ per recuperare gli spazi a terra, terreni che serviranno per realizzare veramente superfici verdi e parcheggi pubblici che sono indispensabili, perché è evidente che alla domanda di sosta la risposta non può arrivare solo dalle aree di risulta, ma anche i posteggi da 20-30 posti massimo sono utilissimi senza far costruire di più. Non solo: vogliamo rivedere gli ambiti interessati dai Piani di recupero attraverso una rimodulazione delle premialità volumetriche e l’individuazione di nuovi ambiti. La motivazione è chiara: attualmente sono già stati individuati 10 ambiti e altri due li abbiamo definiti da pochi giorni, ma sino a oggi è partito un solo Piano di recupero, quello di Borgo Marino nord, perché tali ambiti nascono da una tale frammentazione di proprietari che non c’è un imprenditore che riesca a mettere tutti insieme. Il nostro obiettivo è quello di incentivare tali programmi concedendo una maggiore premialità volumetrica, oggi pari al 30 per cento, che potremmo incrementare sino al 50 o 60 per cento in caso di demolizione e ricostruzione ex novo.

Nella delibera, ancora, si prevede “la rivisitazione degli ambiti interessati dalla Sottozona B10, ossia aree non espropriate nei Piani di zona scaduti, attraverso una rimodulazione delle destinazioni d’uso, oggi classificate come ‘case-albergo’ assolutamente improponibili. Parliamo di aree concretamente abbandonate, sulle quali i cittadini comunque pagano l’Ici e che noi vorremmo utilizzare per il Social Housing. Infine puntiamo a effettuare un approfondimento per l’utilizzo delle volumetrie in zona agricola per finalità turistico-ricettive. Tuttavia la parte centrale dell’attività sarà la rivisitazione delle schede del Patrimonio storico-architettonico, che sarà affidata a professionalità locali, ossia la Facoltà di Architettura dell’Università ‘D’Annunzio’, la Sovrintendenza, la struttura interna ed eventuali professionisti esterni. Ritengo che nei mesi scorsi troppi abbiano parlato sul ‘caso’, senza aver prodotto in passato tale strumento; la nostra idea invece è quella di andare per fine estate in Consiglio comunale per la variante e se l’attività dovesse rivelarsi particolarmente densa e dovesse dilungarsi nel tempo, stralceremo lo studio sul Patrimonio storico e architettonico per far scattare subito le norme di salvaguardia ed evitare che possano ripetersi episodi come quello dell’ex Centrale del Latte. Tra l’altro lo studio è già quasi pronto, ma serve l’avallo ufficiale del Consiglio comunale. Se venerdì la delibera supererà il voto del Consiglio, già per lunedì metteremo al lavoro la task force.

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