Il sindaco di Pescara Albore Mascia ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale che continuerà a investire sui progetti di cooperazione internazionale e, se sarà possibile, già con il prossimo bilancio si cercherà di incrementare il fondo odierno, pari a 60mila euro, per finanziare quei gruppi di volontariato che vivono e operano nei luoghi più poveri del mondo, spesso annullando ogni minima necessità personale per portare aiuti e soccorsi.
Ha ricordato Mascia:
quando sono stato eletto sindaco nel 2009 ho subito avuto un incontro con l’amico Melilla e ho saputo che il Comune di Pescara dava ogni anno un contributo teso a finanziare opere nel Terzo Mondo, come ospedali, dispensari, orfanotrofi, pozzi e progetti sanitari. Ho subito assunto l’impegno a mantenere in piedi la struttura dell’Istituto per la Cooperazione internazionale confermando anche il fondo pari a 60mila euro annui che continuiamo a erogare. Di solito il cambio delle amministrazioni è caratterizzato dallo spoil system, ossia quelle che arrivano sono solite smantellare tutto quanto realizzato da quella precedente, talvolta senza discernere tra le cose più o meno importanti. La mia amministrazione ha esercitato ben poco lo spoil system e soprattutto mai abbiamo pensato di toccare tale istituzione, sulla quale siamo anzi pronti a incrementare gli investimenti se la Provvidenza ce lo consentirà perché il volontariato rappresenta uno straordinario strumento di mediazione per consentire al Comune di Pescara di effettuare tali interventi.
E mi sento un sindaco privilegiato perché Melilla mi ha convinto anche ad andare in Africa, in quella più ‘dura’ dove le associazioni intervengono ogni giorno operando direttamente sul posto. La mia è stata un’esperienza eccezionale dal punto di vista umano e anche la mia partecipazione personale rappresenta il tentativo di far salire il dibattito politico-amministrativo in una città di 120mila abitanti, di sprovincializzare Pescara, di renderla realmente ‘città regione’. In Africa, con Melilla, per due anni consecutivi, abbiamo inaugurato opere che sono state realizzate grazie al contributo del Comune, incontrando volontari che da anni vivono in quelle realtà tra le più povere al mondo, cancellando ogni bisogno elementare.
E vogliamo andare avanti, nonostante le critiche di alcuni esponenti della sinistra che non comprendono, evidentemente, la valenza e l’importanza di quanto fa l’Istituto per la Cooperazione. In Africa dobbiamo continuare a intervenire per garantire istruzione, per fare formazione professionale, per creare infrastrutture, contando anche sul supporto della Chiesa Cattolica che in quei paesi ha suore straordinarie, capaci di fare sistema. Personalmente sono orgoglioso di aver tagliato un nastro tricolore-simbolo, prima in Burundi, poi in Togo, per dare vita a strutture che stanno salvando centinaia di bambini. E oggi, nel corso della riunione odierna degli ‘stati generali’ della cooperazione assicuro che la nostra amministrazione non farà mai mancare il proprio supporto.
Subito dopo, una ad una, le varie associazioni hanno preso la parola per presentare il proprio lavoro, con l’illustrazione anche degli ultimi cinque progetti approvati e finanziati dal Comune per il 2010-2011 e che prevedono la realizzazione di opere in Mali, Gerusalemme, Togo, Congo, Vietnam e Rwanda. Il primo progetto approvato è stato presentato dall’Associazione ‘Fratello mio Onlus’, si chiama ‘Oasis II’ e si svolgerà in Mali, una regione che oggi vive il problema delle mutilazioni genitali femminili che colpiscono le bambine tra i 4 e i 14 anni, ogni anno 3milioni di donne. Una delle conseguenze più gravi delle infibulazioni è la fistola ostetrica che genera problemi di incontinenza urinaria o fecale. A Bamako, in Mali, c’è un ospedale che cura tale patologia e vi è una struttura chiamata Oasis che ospita le donne in degenza post-operatoria e accoglie in modo permanente quelle non guarite che non hanno famiglia. Il progetto punta ora alla creazione di una piccola impresa di produzione di manufatti in cotone, come le mutande assorbenti, che dovrebbe garantire lavoro attraverso la nascita di un laboratorio sartoriale.
Il secondo progetto è ancora una volta della Novissi Onlus, si chiama ABC Pescara e si svolgerà ancora in Togo: il programma punta a destinare un fondo per 50 bambini dell’orfanotrofio per l’istruzione scolastica; retribuire 3 insegnanti per le attività scolastiche; adeguare gli edifici scolastici; favorire programmi per la salute, attraverso la formazione a una cultura dell’igiene e della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, progetto dunque che sviluppa il lavoro già avviato.
Il Terzo progetto è stato presentato dall’Associazione Aiutiamoli a Vivere Onlus di Tusio De Iulis e si svolgerà presso l’Università Cattolica in Rwanda, portando avanti un lavoro iniziato nel 2008 per dotare l’università Cattolica di Kabgayi di una struttura informatica per la comunicazione e di corsi tecnici di aggiornamento e formazione. L’obiettivo è quello di contribuire a formare una nuova classe dirigente preparata e qualificata: a tal fine si allestirà una sala informatica, si realizzeranno corsi di formazione per studenti e si promuoverà una collaborazione con l’Università D’Annunzio.
Il quarto progetto è stato proposto dall’Associazione Korogocho, Bottega commercio equo e solidale e riguarda la realizzazione della ‘Scuola nel Deserto a Gerusalemme. Il programma vuole valorizzare la scuola di Habu Hindi della Comunità di Jazaeni nei territori occupati dai palestinesi. La scuola ha una potenzialità di 200 allievi e 14 insegnanti. Inoltre è prevista anche la costruzione di un impianto fotovoltaico che dovrebbe sostituire un vecchio generatore a gasolio. Saranno inoltre ristrutturate la biblioteca, la direzione didattica e la sala docenti.
Il quinto progetto riguarda la regione di Goma in Congo, è stato proposto dall’Associazione Progetto Incontro di Montesilvano e prevede l’ampliamento dell’Orfanotrofio ‘Maria mamma Ya vota’, una struttura costruita nel 2006, che oggi accoglie 25 bambini e ne vuole aggiungere altri 20 pensando al grave problema dei ragazzi orfani che vivono nelle strade. L’orfanotrofio è gestito dai Padri Caracciolini e servirà per ampliare l’orfanotrofio stesso.
Infine il sesto progetto proposto dalla Cooperativa sociale ‘Il Mandorlo’ della Bottega del Commercio equo e solidale, prevede la costruzione di un impianto di trattamento di acque reflue nei sobborghi di Hanoi in Vietnam e la promozione della formazione sull’ecosostenibilità della produzione tessile per l’innalzamento della qualità della vita. In particolare si vuole contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie disagiate di 50 artigiani residenti ad Hanoi con l’installazione di un impianto di purificazione delle acque reflue in 10 tintorie e la formazione di 50 artigiani tintori e 3 rappresentanti delle tessitrici in canapa. Si calcola che attraverso il commercio equo e solidale saranno interessate circa 500 botteghe per sviluppare gli interscambi con la produzione tessile di Craft Link.
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