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Pescara,presentato il Piano di Protezione civile comunale alle Associazioni

da Redazione

 PESCARA -Il  sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia , ieri  pomeriggio , con l’assessore alla Protezione civile Berardino Fiorilli ,ha illustrato , alla presenza della struttura comunale della Protezione civile , il primo Piano di Protezione civile comunale , strumento fondamentale per sapere esattamente cosa fare, come e quando farlo, in caso di emergenza o calamità naturale,realizzato dall’amministrazione comunale, con il contributo delle Associazioni di volontariato della Protezione civile .
“Personalmente sento il dovere di sottolineare la rilevanza dell’aver dotato la città di quello che è uno strumento di pianificazione a tutti gli effetti e che, a fronte di un’emergenza naturale o contingente, supera ogni altro protocollo, per divenire la ‘Bibbia’ degli operatori del soccorso, delle Istituzioni e dei riferimenti amministrativi di governo di un territorio – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia -. Lo abbiamo visto con i nostri occhi in occasione del terremoto de L’Aquila, o in occasione della straordinaria nevicata che tra gennaio e febbraio 2012 ha congelato Pescara per giorni e giorni, e grazie alla preparazione straordinaria degli operatori della nostra Protezione civile abbiamo superato le difficoltà. Parliamo di uomini e donne volontari che, senza alcun compenso, senza alcuna indennità né gettone di presenza, hanno rinunciato al lavoro, alla famiglia, al proprio riposo, per prestare assistenza a chi aveva un qualunque problema, a chi era rimasto bloccato in casa dalla neve, all’anziano che, in quelle condizioni di straordinarietà meteorologica, aveva bisogno della spesa quotidiana, al medico che doveva raggiungere il paziente, al diversamente abile che doveva obbligatoriamente raggiungere l’ospedale o un ambulatorio per affrontare una terapia. E di nuovo lo abbiamo vissuto lo scorso dicembre, in occasione dell’alluvione che si è riversata su Pescara, con l’esondazione del fiume, e ancora una volta sono stati i volontari della Protezione civile ad aiutare le nostre Forze dell’Ordine nel garantire il monitoraggio del Pescara, sostenendoci nel bloccare strade d’accesso o nel contenere i disagi sulla città. Ma potrei citare decine e decine di esempi del genere, e non perché Pescara sia una ‘città speciale’ ricca di emergenze, ma perché oggi purtroppo le condizioni climatiche stesse sono cambiate e assumono dimensioni sempre più estremizzate, non solo a Pescara, ma anche nelle altre città;Pescara ha però la fortuna di avere quella forza organizzativa necessaria per affrontare le problematiche che via via si presentano; Pescara ha delle Forze dell’Ordine preparate, e ha volontari di grande professionalità su cui poter fare affidamento. Da questo momento Pescara, forse unica città in Abruzzo in tal senso, ha anche un Piano di Protezione civile comunale, il primo mai redatto nella nostra città, 59 pagine e decine di piantine e cartografie che, in maniera specifica e dettagliata, ci dice come e dove operare, e con quali strumenti e metodologie, in caso dovesse verificarsi una qualunque calamità naturale, come incendi estesi, terremoti, esondazioni o nevicate. Oggi grazie a tale strumento sappiamo dove sono state localizzate 38 aree di ‘attesa’ o di primo ammassamento della popolazione in caso di evacuazione, individuate nelle piazze e nelle aree di parcheggio della città, ossia spazi aperti e sicuri, lontano da fabbricati a potenziale rischio crollo; sappiamo dove si trovano le 9 aree di ‘accoglienza’, dove allestire eventuali tendopoli per dare un riparo a quella popolazione rimasta eventualmente senza casa; e ancora sappiamo dove verranno localizzate le 5 aree riservate alle stesse unità di soccorso, per allestire unità di crisi e di organizzazione. Oggi il Piano viene illustrato alle Associazioni, con l’obiettivo di trasformarlo in un vademecum per la popolazione che cominceremo a distribuire già nel periodo estivo. Ma colgo l’occasione odierna – ha aggiunto il sindaco Albore Mascia – anche per ringraziare tutti i volontari della Protezione civile che in questi cinque anni ci sono stati vicino, che non ci hanno mai fatto sentire soli durante le emergenze, che hanno avuto sempre il consiglio e il supporto giusto in occasione dei momenti difficili, pronti ad alleviare, per quanto possibile, le criticità. Durante la nevicata ho visto uomini e donne spalare la neve e rompere il ghiaccio con una pala per aiutare gli altri cittadini in difficoltà, per liberare le strade per le autoambulanze. Ho visto uomini e donne che hanno fatto turni massacranti, e per puro spirito di volontariato, per non lasciare mai scoperti turni di servizio o anche il centralino, per rispondere alle chiamate dei cittadini. E lo hanno fatto sempre con il sorriso sulle labbra, a stemperare anche i momenti di maggiore tensione, inevitabili in questi frangenti. Ecco io oggi voglio approfittare di questa occasione per dirvi grazie, e per testimoniare la mia, la nostra gratitudine”. A presentare gli aspetti tecnici del Piano è stato l’assessore Fiorilli: “Finalmente Pescara ha il primo Piano di Protezione civile, uno strumento fondamentale e vitale che, nel caso di una calamità, consentirà ai soccorritori della prima ora di avere i primi strumenti utili per intervenire sul territorio in aiuto alla popolazione. Infatti in caso di un disastro naturale, i soccorsi arriverebbero dall’esterno della regione perché i cittadini residenti sono vittime, e dunque abbiamo preparato un Piano che permette a chi non conosce Pescara di sapere già nelle prime dodici ore come comportarsi e quali sono le aree strategiche della città, quindi quali sono i siti di assembramento, di raccolta, dove e come allestire le eventuali tendopoli, consentendo agli stessi soccorsi di avere almeno due o tre giorni di autonomia. Redigere un simile Piano per Pescara non è stato facile, vista la complessità geomorfologica di un territorio che, in pochi chilometri, racchiude la collina, la pianura, il mare, il fiume, ed elementi infrastrutturali che comunque sono potenzialmente fonte di pericolo, come le ferrovie o l’aeroporto. Il Piano redatto è sicuramente una base di partenza sempre perfettibile ed è frutto del lavoro di due anni, raccoglie tutte le informazioni possibili sulle caratteristiche del nostro territorio e anche sulla popolazione, sia quella censita all’anagrafe che quella censita dalla Asl portatrice di patologie sensibili che quindi necessitano di un’attenzione particolare. All’interno del Piano abbiamo contemplato ogni possibile rischio di calamità, individuando con esattezza le possibili vie di fuga. Quindi abbiamo diviso il territorio in tre maxi-categorie, ossia le aree di colore verde, gialle e rosse. Le aree di colore verde sono le ‘aree di attesa’ della popolazione, ossia le zone in cui la popolazione deve portarsi con i propri mezzi, subito dopo l’evento calamitoso, possibilmente a piedi, e hanno una distribuzione ampia su tutto il territorio, in tutto sono 38, ovvero parcheggi pubblici o piazze facilmente conosciute dalla popolazione residente. Per raggiungere tali aree abbiamo anche disegnato percorsi sicuri che, una volta approvato il Piano, provvederemo a divulgare in maniera capillare, perché è evidente che tutta la popolazione dovrà sapere come comportarsi in caso di emergenza ed essere attiva. Nelle aree di attesa la popolazione riceve le prime informazioni e i primi aiuti. Le aree contrassegnate con il colore rosso sono le ‘aree di accoglienza’, dove abbiamo previsto l’allestimento di eventuali tendopoli nel caso in cui l’emergenza dovesse durare per un medio-lungo termine e la popolazione non potesse far rientro a casa, e tali siti si trovano in via Martiri di Cefalonia, dietro le piscine Le Naiadi; via Nazionale Adriatica Nord, il campo Zanni; la scuola elementare di via Cavour; il campo dei Gesuiti-Diamante per il baseball, in via Maestri del lavoro; campo Rampigna, in piazza Martiri Dalmati e Giuliani; lungomare Cristoforo Colombo, le aree adiacenti il Teatro d’Annunzio; il campo di calcio Donati, in via Lago di Capestrano; il campo San Marco, in via San Marco, e, infine, l’area dell’antistadio, in via Elettra. Per le aree di accoglienza abbiamo programmato in maniera dettagliata anche quante tende montare, dove allestire le cucine, il campo medico, individuando anche dove si trovano gli impianti idrici e gli allacci elettrici. Poi ci sono le aree Gialle, ossia quelle riservate alle unità di soccorso, sono 5, e sono i siti che verranno utilizzati anche per lo stoccaggio dei generi alimentari: le 5 aree sono state localizzate presso i Gesuiti, in via Maestri del lavoro; in strada Colle di Mezzo; in via Lo Feudo, come postazione dei Vigili del Fuoco; presso l’antistadio, via Elettra; a ridosso dell’università, in via Tirino. In aggiunta a quanto previsto dalla normativa, abbiamo inserito anche l’individuazione di due aree Nere, ossia dove, in caso di una grave calamità con numerose vittime, verranno portate le salme che non potrebbero essere ospitate in un normale obitorio: sono due aree localizzate nei pressi del cimitero dei colli e di quello di San Silvestro, in strada Vallelunga. Ovviamente – ha proseguito l’assessore Fiorilli – abbiamo prefigurato ogni possibile scenario di catastrofe naturale, come terremoti, o la caduta di un aereo, o come il rischio esondazione, che interessa tutte le aree coinvolte nell’alluvione del ’92, ovvero la zona industriale compresa tra via Raiale e il Ponte Capacchietti sino al ponte di ferro, dove però c’è l’argine naturale costituito dalle mura della vecchia Fortezza Borbonica, oggi Museo delle Genti, dove però sono stati aperti dei varchi. Ovviamente il Piano ci ha aiutato a individuare gli interventi più urgenti che già stiamo realizzando, come il rifacimento degli argini del fiume, opere partite lo scorso 22 luglio, e la realizzazione di porte-paratie a ridosso dell’apertura del muro del Museo, da chiudere in caso di rischio esondazione.

Il Piano è all’avanguardia a livello nazionale – ha aggiunto Ferri –, addirittura abbiamo anche previsto l’allestimento di luoghi ‘multiculto’ per consentire alla popolazione di seguire la propria fede anche in piena emergenza. Il documento è tale da permettere anche ai volontari di operare e di assistere la popolazione per i primi 3-5 mesi. E ovviamente tutte le indicazioni previste hanno valore e utilità anche a fronte di un’eventuale emergenza neve”.

Intanto a tutte le Associazioni e Forze di Protezione civile sono state consegnate delle targhe di riconoscimento per l’impegno garantito, ossia Asl Pescara Servizio 118; Associazione Nazionale Carabinieri in congedo; Croce Rossa Italiana; Associazione Fraternità Misericordia di Pescara; Associazione Infinity; Associazione Insieme nel Blu; Associazione Modavi Pescara; Associazione Radioamatori Pescara; Associazione Scout-Pescara; Associazione Scuola Cani di Salvataggio Abruzzo; Associazione Nazionale Volontari senza Frontiere; Associazione Protezione Civile Val Pescara; Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo-Sezione di Pescara; Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia; Polizia di Stato; Corpo Forestale dello Stato; Polizia Municipale di Pescara. Targa e riconoscimento, infine, ad Angelo Ferri, Coordinatore del Nucleo di Protezione Civile.

 

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