PESCARA – Il personale della Polizia Provinciale di Pescara ha effettuato nei giorni scorsi una serie di controlli in tutto il territorio di sua competenza, passando al setaccio le aziende che sono tenute allo smaltimento dei RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici pericolosi) e trattano personal computer, televisori, frigoriferi e altro. Il servizio ha riguardato, oltre ai punti vendita e ai centri commerciali, i distributori di apparecchi elettrici ed elettronici, i trasportatori di rifiuti derivanti da tali apparecchiature e i luoghi di raggruppamento del materiale. Tutte attività che devono rispettare specifici adempimenti previsti dalla normativa vigente. Al termine degli accertamenti gli uomini dell’Unità operativa Polizia Ambientale, diretti dal comandante della Polizia Provinciale, Giulio Honorati, hanno denunciato quattro persone e accertato e contestato 28 sanzioni amministrative pecuniarie per circa 90.000 euro.
I quattro segnalati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria dovranno rispondere in concorso tra loro di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, trasporto di RAEE senza autorizzazione e truffa per aver utilizzato un impianto pubblico di un comune del Teramano che non poteva ricevere tali rifiuti.
La Polizia provinciale ha accertato a questo proposito che i RAEE di un punto vendita del pescarese venivano trasportati e smaltiti in maniera irregolare finendo dalla provincia di Pescara a quella di Teramo. I quattro avrebbero violato il D.lvo 152/06, con la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro, e il Codice penale (artt. 110 e 640) con la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 51 euro a 1.032 euro.
Le 28 sanzioni amministrative elevate, per un totale 90.000 euro (in violazione degli artt. 258 del Dl.vo 152/06 ,13 e 16 del D.vo 151/05), riguardano:
1) irregolarità relative al trasporto di RAEE con documenti di trasporto incompleti o con dati inesatti;
2) errata compilazione degli schedari di carico e scarico;
3) mancata informazione del ritiro dell’apparecchiatura usata al momento dell’acquisto di una nuova.
Le operazioni effettuate – commenta Honorati – rientrano nel sistema di prevenzione e repressione attuato dalla Polizia provinciale finalizzato a garantire la sicurezza ambientale e a contrastare il sottobosco irregolare che si è creato nel settore, prevalentemente costituito da cittadini dell’est Europa che si occupano di recupero illegale di prodotti RAEE. L’intento di chi tratta questo materiale è di riciclare uno dei componenti, il rame, richiestissimo dalle aziende dell’estremo oriente.
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