da oggi piazza della Rinascita e Pescara voltano pagina, liberandosi di quella che è sempre stata una ferita aperta per la città che, per quell’opera collassata 64 giorni dopo la sua rimozione, è stata sbeffeggiata a livello nazionale, un evento sicuramente sfortunato, che però per quattro anni ha dato al ‘salotto’ della città un’aria di assoluta precarietà. I pescaresi ogni giorno mi hanno chiesto di rimuovere quel parallelepipedo, senza esprimere giudizi di merito sulla bellezza o meno dell’opera, ma semplicemente perché comunque quella realizzazione aveva snaturato, in realtà, il progetto originario di Toyo Ito, mai costruito perché troppo costoso, e comunque aveva mortificato l’opera poi effettivamente realizzata. Per quattro anni, a causa del contenzioso aperto, abbiamo dovuto tenerla nel centro della piazza, ingabbiata, circondata, negli ultimi mesi, da un ottagono artistico per coprirne la visuale, come d’altro canto sollecitato dallo stesso architetto, sino al via libera del Tribunale alla sua rimozione, con una procedura che, anch’essa, ha richiesto, da parte delle Istituzioni, collaborazione, attenzione e lavoro, per non interferire, comunque, con il contenzioso in atto. E oggi, per una strana, e sicuramente non voluta, coincidenza, la rimozione dello Huge Wineglass ha coinciso, con una tempistica perfetta, con il sollevamento della Costa Concordia. Le operazioni sono cominciate ieri mattina con l’arrivo a Pescara degli operai della Clax Italia, 4 unità in tutto, che – ha ripercorso il sindaco Albore Mascia -, con l’apertura ufficiale di un verbale, alla presenza dell’architetto Lucarelli, perito incaricato dal Tribunale, dei rappresentanti dell’architetto Toyo Ito e dei tecnici comunali, hanno avviato la messa in sicurezza del monolite per assicurarne la tutela nelle fasi di rimozione. Cambiati i bulloni ricoperti dalla ruggine della vecchia gabbia in acciaio, è cominciata la fase di installazione dei pannelli che hanno dovuto reggere le 24 tonnellate del ‘calice’, durante la fase del sollevamento e del trasporto, contenendo la pressione e impedendo ulteriori fratture. Ovviamente, per ragioni di sicurezza, tutta l’area circostante il monolite è stata opportunamente transennata per impedire ai curiosi di addentrarsi nella vasca, piena di materiali di cantiere. E gli operai hanno lavorato tutta la notte. Intorno alle 3 è cominciata la fase di sollevamento del monolite da parte di due gru, per poi depositarlo, lentamente e delicatamente sul Tir che, dopo aver assicurato e immobilizzato il ‘calice’, è partito alla volta di Pomezia, alle 4.28 in punto. Ad accompagnare il Wineglass sono stati lo stesso architetto Lucarelli e tutti i periti al seguito. La struttura ha raggiunto Pomezia alle 8.30: alle 9.30 due gru hanno ricominciato le operazioni di sollevamento del monolite che ha ripreso la posizione verticale, sempre su un basamento in cemento e acciaio capace di sopportarne il peso, ma senza rimuovere i pannelli in legno che ora circondano la struttura che comunque non può essere toccata. Alle 11.30 l’intera operazione di trasbordo e ricollocazione è stata formalmente conclusa. Ora la Clax Italia interverrà sulla sistemazione della gabbia in acciaio. Ovviamente, come ha stabilito il giudice autorizzando il Comune alla delocalizzazione del ‘calice’, i costi per il trasferimento della struttura a Pomezia sono stati momentaneamente anticipati dal Comune, salvo poi diverse determinazioni a conclusione del contenzioso, mentre la Clax si è impegnata a pagare personalmente i costi di revisione della gabbia e il successivo ritorno a Pescara dello Huge Wineglass. La Clax, come stabilito, ha già presentato lo scorso 8 aprile il preventivo dei costi per il trasferimento della struttura a Pomezia, ossia 27mila 500 euro complessivi Iva esclusa, ossia 6mila 500 euro per la sistemazione con controllo e rinforzo perimetrale della gabbia metallica, controllo e rinforzo del basamento della stessa e relativa messa in sicurezza dell’opera con verifica delle staffe e aggancio per il sollevamento dell’opera; 18mila 800 euro per il sollevamento, la rotazione e il posizionamento dell’opera su un autocarro idoneo, con il noleggio di due autogru per il sollevamento della struttura, il trasporto da Pescara a Pomezia con un mezzo idoneo e scarico e posizionamento a Pomezia; infine 2mila 200 euro per la costruzione di un basamento in acciaio per adeguare lo stesso stabilimento a ospitare una struttura del peso di 24 tonnellate. Nel frattempo, ora, dovremo occuparci della sistemazione di piazza Salotto: nell’immediato investiremo sul verde per riempire il vuoto lasciato dal ‘calice’, dove oggi è rimasto il basamento in acciaio e cemento. Ma nel frattempo, penseremo con la città cosa realizzare per caratterizzare la piazza. Personalmente, come del resto chiesto dai cittadini, continuo a pensare a un gruppo scultoreo con acqua, e mi piacciono molto le opere di Paladino che si trovano anche al Vittoriale degli Italiani. Ma siamo aperti alle proposte del territorio che torneremo a consultare per garantire una partecipazione democratica al futuro assetto di piazza della Rinascita.
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