PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia raggiunto dalla notizia della cancellazione del murales di Flaiano dalle mura del palazzo di piazza Unione, ha detto che trattandosi di una proprietà privata è stata una decisione legittima degli stessi privati quella di eliminare l’opera d’arte, tuttavia lo scorso gennaio, quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio, gli stessi proprietari avevano dato ampie rassicurazioni circa la volontà di conservare l’opera.
Ha ricordato il sindaco:
lo scorso gennaio ero stato investito dalla protesta sollevata dall’autore del murales di Flaiano realizzato sul palazzo di piazza Unione, utilizzando la parete che si affaccia su largo dei Frentani. La protesta era stata determinata dall’allestimento del ponteggio per la ristrutturazione del fabbricato da parte della nuova proprietà, lasciando intendere la ritinteggiatura della parete e quindi con il rischio di veder cancellare il murales stesso.
Dinanzi all’urgenza della protesta, come primo atto, abbiamo effettivamente verificato che la materia era stata trattata con estrema leggerezza e superficialità dagli amministratori che ci hanno preceduto, i quali, fatta l’opera su una proprietà privata, non si erano neanche preoccupati di tutelare il bene con un contratto, una convenzione che ne vincolasse la sopravvivenza, ma anch’essi si erano affidati a strette di mano e pacche sulle spalle, che però non hanno il valore di contratti scritti e in giurisprudenza lasciano il tempo che trovano. Dunque abbiamo attivato un contatto con la nuova proprietà del fabbricato e con l’amministratore del palazzo stesso per tentare la strada dell’accordo bonario al fine di conservare il murales, fermo restando che comunque, sino a quel momento, nessuno ci aveva inviato una comunicazione per manifestare la volontà di cancellare il murales. Nel frattempo ho anche dato mandato agli uffici di verificare la pratica e da quelle carte è emerso che in realtà nessuno aveva chiesto o manifestato l’intenzione di cancellare quell’opera. Nella comunicazione e relativa relazione tecnica, firmata dal progettista, inviate dal condominio per l’avvio dei lavori di riqualificazione e restauro conservativo dell’edificio, approvata il primo luglio 2011, si dice anzi esplicitamente che ‘tali lavori non modificheranno né il colore, né i materiali esistenti’, e infatti è stata prodotta solo una semplice comunicazione di inizio lavori, e non una richiesta di licenza edilizia.
Dunque la sopravvivenza del murales non era minacciata da alcuno. Anzi, per agire con maggiore diligenza rispetto al passato, abbiamo anche provveduto a redigere una comunicazione rafforzativa che i nostri uffici hanno inviato all’amministratore del condominio e al progettista dei lavori, nella quale abbiamo ulteriormente ricordato che ‘l’immobile oggetto dei lavori ricade in zona di Piano regolatore Zona A – Complessi ed edifici storici, e che i lavori di restauro e risanamento conservativo del fabbricato non dovranno modificare né il colore né i materiali esistenti, garantendo la tutela dell’immobile, con particolare riferimento al murales’. Per ovvie ragioni, anche legali, il nostro non era e non poteva essere un atto vincolante, trattandosi di proprietà privata e parlando di un’opera non sottoposta a tutela, ma non una volta nelle carte e nei colloqui è emersa la volontà di cancellare il murales. Ovviamente quando oggi ho appreso di quanto accaduto, non ho potuto fare a meno di esprimere il mio personale disappunto per chi ha scelto, senza alcun confronto preventivo con la città, di cancellare un’opera che comunque ormai faceva parte del nostro territorio, e, posta in quel quartiere, aveva anche una sua motivazione. Ovviamente mi rammarico per l’accaduto, sul quale comunque il Comune non avrebbe avuto e non ha alcun potere di imposizione, e lunedì approfondirò la questione attraverso i miei uffici tecnici.