PESCARA – L’assessore alla Polizia municipale di Pescara Gianni Santilli in riferimento all’episodio relativo al ritrovamento di un pacco sottovuoto di droga purissima, ha detto che saranno le indagini affidate al Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia municipale di Pescara a dover chiarire la provenienza della droga rinvenuta all’interno di una valigia scambiata nel portabagagli di un autobus proveniente da Fiumicino. Il rinvenimento è preoccupante, perché evidentemente si trattava di materiale destinato al mercato pescarese, e impone di alzare il livello d’attenzione.
A raccontare la vicenda è il maggiore Matteo Silvestris, responsabile del Nucleo Commercio della Polizia municipale.
“La vicenda è iniziata sabato scorso, 9 marzo – ha spiegato il maggiore Silvestris – quando il pullman della ditta Di Carlo Bus di San Salvo, che effettua la linea Fiumicino-Tiburtina-Pescara è arrivato, alle 16.45, al terminal bus del capoluogo adriatico, dinanzi alla stazione centrale. Dal pullman, a due piani, sono scesi gli 80 passeggeri, molti dei quali avevano prenotato il proprio posto a sedere. Gli ultimi a scendere sono stati i cinque componenti di una famiglia di Pescara, moglie, marito, due figli, e suocera al seguito, che, rientrati da Roma, dove erano andati per due giorni per assistere al concerto di un nipote, hanno ritirato i propri cinque bagagli e sono ripartiti alla volta di casa. Durante il viaggio però la moglie si è accorta che la valigia nera del marito era in realtà diversa, ovvero si sono resi conto di aver preso il bagaglio sbagliato, che però era anche l’ultimo trovato nel portabagagli, ovvero qualche altro passeggero sceso prima dal bus aveva preso la valigia sbagliata lasciando la propria. A quel punto la famiglia è tornata alla stazione dei pullman dove, rintracciato l’autista, hanno verificato che non vi fossero altre valige e hanno lasciato i propri recapiti per effettuare lo scambio del bagaglio nel momento in cui certamente l’altro passeggero, accortosi dell’errore, sarebbe tornato indietro. Tuttavia né domenica, né lunedì la famiglia ha ricevuto la telefonata tanto attesa, e ieri hanno deciso di rivolgersi all’Ufficio Oggetti Smarriti del Comando della Polizia municipale, in via del Circuito, per tentare di rientrare in possesso del proprio bagaglio e restituire la valigia errata.
Al Comando abbiamo deciso di aprire il bagaglio, certi che all’interno avremmo trovato qualche indizio utile per risalire all’identità del proprietario della valigia e invece la sorpresa: all’interno del borsone nero c’erano solo un pantalone da uomo, un maglione, un paio di ciabatte e un pacco sottovuoto trasparente, avvolto nel cellophane per alimenti, contenente una sostanza sospetta. Aperto un lembo è stato sufficiente l’odore per ipotizzare si trattasse di Marijuana: a quel punto ci siamo spostati negli Uffici di Polizia giudiziaria per permettere al cittadino, quasi sotto shock, di presentare formale denuncia raccontando l’accaduto, redigere il verbale di sequestro e trasmettere il fascicolo alla Procura della Repubblica che ha aperto un’indagine formale, con il sostituto procuratore Pompa titolare dell’inchiesta. Innanzitutto abbiamo inviato il pacco sospetto al Laboratorio dei Carabinieri di Chieti i quali stamane ci hanno confermato che si tratta di 2chili 4,6 grammi di marijuana purissima, di ottima qualità, di provenienza nord-africana, del valore di 25mila euro. Attualmente le indagini si stanno svolgendo ad ampio raggio: abbiamo già acquisito le immagini di due telecamere dell’Agenzia Arpa, alla stazione, che riprendono la fermata degli autobus, per verificare l’identità di tutti coloro che si sono recati al portabagagli dell’autobus Di Carlo, sperando di vedere il volto del soggetto che ha preso la valigia sbagliata, lasciando la propria nel portabagagli, e nel frattempo abbiamo acquisito anche l’elenco completo degli 80 passeggeri a bordo del pullman, anche se al momento non escludiamo neanche che il bagaglio abbia viaggiato solo, ossia qualcuno potrebbe aver sistemato la valigia nel portabagagli a Fiumicino o alla Tiburtina, dopo aver mostrato il proprio titolo di viaggio all’autista, ma senza poi salire nel pullman. In quel caso, doveva esserci qualcuno al Terminal bus della stazione di Pescara che stava aspettando il carico e che avrebbe dovuto ritirare la valigia, ma che, affidandosi alla sola descrizione di un borsone nero, ha evidentemente preso quello sbagliato. Inoltre stiamo anche aspettando di acquisire le immagini delle telecamere della Gtm sistemate a ridosso dei vecchi silos dell’acqua che ci daranno una visione ancora più ampia dell’area del Terminal bus”.
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