Il sindaco di Pescara, Albore Mascia critica l’operato dell’Aca sottolineando la tempistica inadeguata relativa all’inizio dei lavori di ripristino
PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia in merito a quanto verificatosi ieri mattina a Pescara con il cedimento di una condotta T 300 che attraversa via Venezia, sotto il lato nord del marciapiede, di fronte al liceo classico D’Annunzio, esprime il suo pensiero e ribadisce le sue perplessità sull’operato della macchina tecnica dell’Aca anche riferendosi all’episodio della scorsa estate quando erano state lasciate a secco centinaia di famiglie in tutta la zona sud della città.Il sindaco assicura che chiederà conto a tale Azienda dei disagi subiti dalla città non tanto del guasto della condotta, quanto della tempistica inerente l’inizio dei lavori di ripristino, segnalata dalla Polizia municipale: alle 5 è avvenuta la rottura, con l’esplosione della condotta, intercettata dagli uomini della Attiva e subito segnalata al call center dell’azienda, le cui squadre reperibili del pronto intervento sono giunte sul posto però solo alle 7.40, iniziando a lavorare dopo le 8, come verbalizzato dagli stessi vigili urbani, alla presenza del vicecomandante Mario Fioretti e del maggiore Danilo Palestini.
Per tre ore l’acqua ha continuato a sgorgare a fiotti in superficie, allagando completamente via Venezia, chiusa al traffico, e aggravando il guasto, creando un’enorme voragine in superficie, senza contare i disagi per la città, per i commercianti della zona e per gli stessi residenti completamente isolati, che si sono ritrovati con gli scivoli dei marciapiedi pieni di acqua e fango, che ora la Attiva dovrà provvedere a lavare, una volta completati i lavori di ripristino nella stessa via Venezia.
Sottolinea il sindaco :
è evidente che qualcosa ancora una volta non ha funzionato e le conseguenze non possono ricadere sempre e solo sul territorio
Spiega poi nel dettaglio :
intorno alle 5 gli uomini della Attiva che sono in servizio per effettuare la raccolta dei rifiuti e lo svuotamento dei cassonetti, si sono accorti di un rumore sordo che proveniva dal sottosuolo, proprio in corrispondenza dei cassonetti del pattume posti dinanzi al liceo Classico ‘D’Annunzio’, un rumore simile al ribollire di una pentola sul fuoco. Poi, proprio dinanzi ai loro occhi, si è aperta una voragine sotto il marciapiede lato nord e un misto di acqua, fango e sabbia, di colore giallognolo, ha invaso completamente la strada, acqua che usciva a fiotti dal sottosuolo. Gli uomini della Attiva hanno subito allertato la Polizia municipale della rottura e, mentre una pattuglia dei vigili è accorsa sul posto, provvedendo a chiudere al traffico via Venezia, dall’incrocio con via Bologna, per dirottare la viabilità verso via del Concilio, dal Comando della Polizia municipale è partita la telefonata al call center dell’Aca per la segnalazione del guasto chiedendo l’intervento della squadra del pronto intervento, che peraltro ha la reperibilità proprio per gli interventi in orario straordinario. Nel frattempo sul posto sono intervenute le unità dei Vigili del fuoco e del Servizio Manutenzioni del Comune che hanno aiutato e sostenuto gli uomini della Attiva nello spostamento dei tre cassonetti dei rifiuti posti proprio a ridosso della voragine, e hanno sostenuto il carro attrezzi allertato dalla Polizia municipale, con il vicecomandante Mario Fioretti e il maggiore Danilo Palestini, per lo spostamento delle auto dei residenti parcheggiate sul lato nord di via Venezia, dinanzi al liceo classico, completamente impantanate nel lago, uno spostamento necessario anche perché il ribollio del sottosuolo ha fatto temere anche il possibile ampliamento della voragine con lo sprofondamento di un parte dell’asse stradale completamente rigonfiato. E nel frattempo abbiamo provveduto ad allertare anche la dirigente del liceo classico ‘D’Annunzio’ circa la situazione in cui si presentava l’esterno della scuola. Purtroppo solo alle 7.40 sono arrivate sul posto le squadre del pronto intervento dell’Aca che hanno concretamente cominciato a lavorare solo dopo le 8, dunque tre ore dopo la rottura, tre ore interminabili che hanno determinato un’assurda dispersione d’acqua e soprattutto danni enormi alla città, con la chiusura al traffico di un asse stradale tanto centrale quanto via Venezia, per non parlare delle attività commerciali della zona completamente isolate. Inevitabile pensare che un intervento più tempestivo, come sarebbe logico parlando di squadre di reperibilità, avrebbe sicuramente limitato i danni e i disagi al territorio, permettendoci magari anche di riaprire al traffico almeno metà carreggiata, così come risulta strano pensare che il cedimento di una condotta di tali proporzioni non abbia dato segnali di preallerta nei giorni passati, se mai vengano effettivamente svolti dei controlli preventivi per curare la manutenzione ordinaria delle nostre reti cittadine, prima che sia necessario pensare alla manutenzione straordinaria con i problemi registrati oggi.
Albore Mascia insiste sul disagio che hanno dovuto subire i cittadini e rincara la dose:
E intanto ancora oggi la città ha vissuto una giornata di grande difficoltà che però non intendo chiudere con una semplice pacca sulla spalla. Ho già chiesto alla Polizia municipale un verbale dettagliato su quanto accaduto in merito alla tempestività dell’intervento da parte dell’Aca, quindi mi riservo di affrontare l’argomento con il Presidente dell’Aca al fine di capire cosa non abbia evidentemente funzionato nella macchina tecnica di un’Azienda che dovrebbe essere in grado di affrontare con la massima urgenza e sollecitudine tali eventi d’emergenza. Una macchina tecnica che appena la scorsa estate ha programmato e svolto, in piena stagione calda, quando in città c’erano 40 gradi, lavori di ripristino di una grossa condotta in viale Pindaro lasciando a secco centinaia di famiglie in tutta la zona sud della città, opera senza dubbio importante, ma che poteva e doveva sicuramente essere programmata in un momento diverso.