PESCARA – Il capogruppo comunale ‘Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale’ Armando Foschi, commentando la decisione dei partiti dell’opposizione di determinare la conclusione anticipata di 20 giorni del Consiglio comunale di Pescara con le dimissioni di 21 consiglieri,ha spiegato quali saranno per la città.Infatti l’eventuale presentazione della sfiducia alla maggioranza di governo di centro-destra dopo il 24 febbraio, a venti giorni dalla chiusura naturale della consiliatura, e l’arrivo del Commissario porterà ad una gestione strettamente tecnica per le attività ordinarie a partire dal far quadrare i conti di un Comune che, come nel resto d’Italia, non ha ancora approvato il bilancio 2014 e sta lavorando per dodicesimi.Il Commissario dovrà invece obbligatoriamente approvare quel bilancio entro il 30 aprile con i mezzi a disposizione e con inevitabili aumenti dell’Irpef comunale, decadenza di tutte le agevolazioni decise dalla politica sulla Tares, applicazione immediata della nuova tassa Iuc, l’Imposta unica comunale.
“Non entro nel merito della scelta che, ovviamente, non condivido e che di fatto rappresenta semplicemente un copia e incolla di quanto avvenuto a Montesilvano, sotto la regia occulta di qualcuno, una vendetta consumata, pur sapendo che a Montesilvano le situazioni che hanno determinato quella sfiducia sono chiare e ben diverse – ha affermato il consigliere Foschi –. Ma, a questo punto, ci si chiede perché non sia avvenuto prima, ossia prima del 24 febbraio scorso, come previsto dalla legge, dando comunque alla città la certezza di poter tornare al voto per il 25 maggio, come previsto, alla scadenza naturale del nostro mandato. Oggi quella certezza è svanita, e, scorrendo la legge numero 182 del ’91, per la quale non serve l’interpretazione dei notai, si fa sempre più larga l’ipotesi del congelamento del voto sino al 2015, condannando la città di Pescara a un commissariamento lungo un anno, una mannaia per il nostro territorio, che bloccherà sviluppo e crescita. Ma non solo: l’arrivo di un Commissario determinerà una serie di conseguenze nefaste sull’economia cittadina di cui tutti devono essere consapevoli prima di protocollare quelle dimissioni, e soprattutto deve esserne consapevole la città. Il Commissario per un anno si limiterà, come previsto dalla legge, a gestire l’ordinario, dunque entrate e uscite, con una gestione strettamente tecnica, dovendo approvare il bilancio 2014, con le risorse disponibili, inderogabilmente entro il 30 aprile prossimo. Dal punto di vista finanziario, la prima misura sarà quella di garantire le entrate aumentando al massimo tutte le aliquote: l’Irpef comunale che per cinque anni la nostra amministrazione ha mantenuto allo 0,49 per cento per non gravare sulle famiglie, salirà allo 0,8 per cento, ovvero raddoppierà e lo vedremo subito dal primo mese. Poi sia sulla Tares che sull’Imu verranno cancellate tutte le agevolazioni votate dal Consiglio comunale, dunque abolite le aliquote ridotte per famiglie numerose, single, over-65, utenti con disabilità che vivono con una badante, giovani coppie, e redditi bassi. Per la ripartizione della Tares sui contribuenti si applicherà la disciplina generale fissata del Governo, quindi il 70 per cento della spesa, e non più il 48 per cento, ricadrà sulle utenze domestiche.
Nel frattempo il Commissario dovrà adottare subito la nuova Imposta Unica Comunale, la Iuc, che comunque determinerà un acconto di prelievo che, non intervenendo una decisione politica, verrà fatto in modo indiscriminato applicando un’aliquota unica, senza differenziazioni sociali, per facilitare l’attività di controllo e l’emissione delle cartelle di pagamento da parte degli uffici, con un aumento indiscriminato medio del 15 per cento rispetto alle tariffe Tares. Anche sull’Imu verranno alzati gli incassi applicando un’aliquota media unica, quella del 10 per mille su tutti i contribuenti. Infine il Commissario, nella sua gestione ordinaria, sarà costretto a far scattare subito le attività di riscossione dei ruoli non pagati sino a oggi con l’applicazione immediata delle sanzioni sugli omessi versamenti Tares, cancellando l’istituto del ravvedimento operoso che invece la nostra maggioranza di governo ha introdotto, ma che non è una scelta obbligata. Questo è il quadro esatto di quanto accadrà a Pescara tra qualche giorno, non appena arriverà il Commissario, e non perché nei nostri bilanci ci siano ‘buchi’, tanto che la nostra amministrazione si è potuta permettere di adottare sconti e agevolazioni, ma perché la gestione ordinaria tecnica delle risorse non può tener conto degli equilibri anche sociali considerati da un Consiglio comunale, ma dovrà necessariamente attenersi ai freddi numeri. Ovviamente non osiamo immaginare quali saranno i risvolti sulle famiglie, risvolti determinati però, sia chiaro, solo dalla caduta anticipata della consiliatura rispetto alla sua scadenza naturale”.