PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l’assessore alla Politica della Casa Isabella Del Trecco ieri mattina, al fine di facilitare l’esecuzione di sfratti di coloro che hanno occupato abusivamente alloggi popolari,hanno sottoscritto l’accordo promosso dal Prefetto Vincenzo D’Antuono, alla presenza, tra gli altri, del Procuratore Capo Tedeschini, del questore Paolo Passamonti, del Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Marcello Galanzi, del Commissario dell’Ater Costanzi, del Magistrato di Sorveglianza e del Presidente del Tribunale.D’ora in poi gli arresti domiciliari od obblighi di dimora non saranno più un éscamotage né un alibi per evitare lo sfratto dagli alloggi popolari per tali cittadini.
L’accordo è stato stipulato in Prefettura tra Comune, Autorità Giudiziarie, Organi di Polizia e Ater, a fronte di provvedimento di sgombero, verranno adempiute in via preliminare tutte le verifiche atte ad accertare la presenza di situazioni ostative che potranno essere modificate in tempi record per consentire a Comune e Ater di rientrare in possesso del proprio patrimonio da destinare alle famiglie legittime assegnatarie che attendono da anni in graduatoria.
Ha spiegato il sindaco:
l’accordo odierno nasce dalla riunione convocata lo scorso 28 maggio dal Prefetto sul tema degli sfratti per occupazioni abusive, sfratti che l’amministrazione comunale di Pescara sta portando avanti sin dal proprio insediamento, inaugurando un modello sperimentale di collaborazione interforze che sino a oggi ci ha permesso di liberare e contestualmente riassegnare, nella stessa giornata, gli alloggi sgomberati in modo da evitarne la rioccupazione abusiva. Tuttavia tali procedure presentano notevoli difficoltà, come la necessità di ottenere, in tempo reale, il sequestro e il successivo dissequestro dell’immobile, per consentire la sistemazione di una famiglia legittima. Ma l’ostacolo più grande si presenta quando nell’alloggio oggetto di rilascio o di sequestro vi è un occupante sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari o dell’obbligo di dimora o comunque a misure di prevenzione e cautelative, presenza che materialmente blocca la liberazione dell’appartamento, con un grave danno per l’Ater e per il Comune, ma soprattutto per quei cittadini che attendono in graduatoria. Non solo: spesso accade anche che, proprio per sottrarsi allo sfratto, gli inquilini morosi concedono ospitalità nel proprio alloggio a coloro che sono sottoposti a tali misure cautelari. Nel corso dell’incontro di maggio, però, il Procuratore della Repubblica ha fatti presente che la difficoltà materiale evidenziata può essere rimossa attraverso un intervento di modifica o di revoca del provvedimento cautelare adottato dagli Organi competenti e per tale ragione il Prefetto D’Antuono ha promosso la stesura di un Protocollo d’intesa ad hoc tra le Autorità.
Nel Protocollo le parti hanno concordato che prima di avviare le procedure di esecuzione di sfratto o di sequestro preventivo l’Ater e il Comune verificheranno mediante opportuni contatti con le Forze di Polizia se nell’alloggio dimora un soggetto sottoposto agli arresti domiciliari, obbligo di dimora, detenzione domiciliare, affidamento o altra misura disposta dall’Autorità giudiziaria. Di tale questione Ater e Comune investiranno la Procura della Repubblica o l’Ufficio del Magistrato di sorveglianza; la Procura della Repubblica provvederà a richiedere alla competente Autorità Giudiziaria l’opportuna modifica delle misure cautelari, il Magistrato di Sorveglianza provvederà secondo la propria competenza e le Forze di Polizia delegate ne daranno comunicazione all’Ater o al Comune che potranno disporre il successivo accesso per l’esecuzione del sequestro.
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