E’ stato piantumato ieri, in occasione della Giornata della Legalità, da Don Luigi Merola e dall’assessore Renzetti
PESCARA – Si è svolta ieri mattina presso il Cinema-Teatro Circus di Pescara la seconda ‘Giornata della Legalità’. All’evento, promosso dall’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Pescara Roberto Renzetti e che si è aperto con l’Inno di Mameli, hanno partecipato Don Luigi Merola, presidente della fondazione ‘A voce de’ creature’, il Procuratore Capo Nicola Trifuoggi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Marcello Galanzi e circa settecento studenti delle scuole medie di Pescara.
Ha detto Don Merola:
l’Italia è come un corpo umano che è stato colpito da un cancro sociale, la camorra. Oggi siamo qui per difenderci e ‘vaccinarci’ da tale male incurabile. Siamo qui per fare la scuola della vita, una scuola che prepara i giovani e li rende consapevoli delle proprie responsabilità. Ognuno di noi, come docenti, amministratori, genitori, Forze dell’Ordine, ha un compito fondamentale: educare i ragazzi al valore della legalità intesa non soltanto come lotta alla mafia o alla camorra, ma come strumento per far crescere la nostra società.
Il silenzio è la forza della criminalità organizzata , che è potente perché noi ‘ci facciamo i fatti nostri’. Con la fondazione ‘A voce de’ creature’ abbiamo cercato di rompere tale muro di omertà. Come disse Madre Teresa di Calcutta, ‘l’oceano è fatto di gocce’, e noi abbiamo portato una goccia nell’oceano. Il mio sogno è fare in modo che occasioni come l’incontro odierno siano sempre più frequenti, per avvicinare i ragazzi ai valori della legalità e sottolineare il ruolo della cultura come arma per ribellarsi al sopruso delle organizzazioni mafiose: più conosciamo e più saremo sovrani, e non sudditi della malavita.
Nel corso della manifestazione è stato presento il libro di Don Luigi Merola ‘Il Cancro sociale: la Camorra. La storia di un prete che non ha mollato’.
Ha spiegato Don Merola:
la finalità del mio libro è aiutare e sostenere con i proventi le iniziative e i campi estivi organizzati dalla fondazione ‘A voce de’ creature’. Perché è proprio durante l’estate oppure nei giorni festivi, quando la scuola non c’è, che la nostra associazione deve essere maggiormente presente e coinvolgere i ragazzi, in modo da togliere ‘manovalanza’ alla criminalità organizzata. Stiamo lavorando per aprire una nuova sede della fondazione proprio qui a Pescara, in virtù del rapporto di dialogo e collaborazione che abbiamo instaurato con l’amministrazione comunale negli ultimi due anni.
Ha dichiarato il Procuratore Trifuoggi:
sono qui non solo nella veste di Procuratore della Repubblica, ma soprattutto come amico di Don Luigi, per il quale nutro una profonda stima e che i giovani devono prendere come esempio. Don Luigi vi racconterà dei fatti che possono sembrare di un altro pianeta, mentre purtroppo accadono nella realtà. Tale situazione non deve essere un alibi per disinteressarsi delle zone della nostra penisola maggiormente colpite dalla camorra o dalla mafia, bensì uno stimolo per sostenerle e rivendicare con fermezza il valore della legalità.
Ha aggiunto il Colonnello Galanzi:
parlare di mafie è giusto perché è nostro preciso dovere impedire che il seme della malavita venga piantato nella nostra società. Voi giovani rappresentate gli anticorpi indispensabili nella lotta contro la criminalità organizzata. Il mio augurio è che il mondo di domani sia più sano e sicuro, un mondo in cui un sacerdote come Don Merola non dovrà avere più bisogno di muoversi con la scorta per proteggersi.
Ha detto l’assessore Renzetti:
oggi proseguiamo un percorso iniziato lo scorso anno con Don Merola con la prima Giornata della Legalità a Pescara, registrando l’entusiasmo straordinario di centinaia di ragazzi che si è confermato anche oggi. Un’iniziativa che fa parte di un progetto complessivo, promosso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune, di educazione alla legalità. I giovani, infatti, devono essere i primi portatori di una cultura della legalità, contro la furbizia di coloro i quali, in maniera sleale, piegano le regole al proprio vantaggio personale. La sfida della legalità è una battaglia che possiamo vincere solo se decidiamo di combatterla insieme, come amministratori, alunni e docenti. L’educazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza e significa diffondere tra gli studenti la cultura dei principi civili, trasmettendo una nozione profonda dei diritti e dei doveri.
Per le scuole non si tratta, dunque, soltanto di aderire a un progetto, ma di costruire un piano educativo che investa l’intera Istituzione scolastica e in particolare gli insegnanti, i quali hanno il dovere di valorizzare i contenuti e le forme di valutazione degli apprendimenti. L’amministrazione comunale intende supportare le scuole proprio affinché la legalità e la democrazia siano sempre più una pratica diffusa nella comunità scolastica, che per i ragazzi non rappresenti qualcosa di astratto, bensì applicato ai contenuti e ai metodi di fare scuola. La legalità, infatti , è riconoscibile quando si traduce in conoscenze sui principi che regolano la convivenza e significa anche capire che le regole non vanno vissute come un’imposizione: dalla più piccola alla più grande, esse rappresentano il risultato del patto sociale che garantisce libertà e dignità al singolo individuo. Sono molteplici le tematiche da affrontare, dal bullismo alle organizzazioni criminali, dal rispetto per l’ambiente all’educazione alla pace, dall’uso di sostanze stupefacenti all’utilizzo responsabile del denaro e degli oggetti di consumo. Proprio su tali argomenti la scuola è impegnata, essendo il luogo idoneo al confronto interpersonale. Ed è qui che si possono e si devono costruire percorsi di diffusione della cultura della legalità per far sentire l’alunno custode attivo delle regole fondamentali della nostra Costituzione e della convivenza civile. Un progetto che deve essere condiviso da tutte le agenzie educative del territorio: le famiglie, le scuole, le comunità ecclesiali, l’associazionismo laico, i partiti politici, i sindacati e i media
La mattinata si è conclusa con le domande degli studenti a Don Merola e la proiezione di brani del film ‘O sistema. Indagine senza censura sulla camorra’ di Ruben Oliva e Matteo Scanni. La Giornata è poi ripresa presso il Parco di Villa de Riseis con la piantumazione di un tiglio ‘simbolo della legalità che cresce tra noi’, e con l’incontro di Don Luigi Merola con le squadre giovanili presso il campo sportivo.
Ha detto Don Merola:
dobbiamo investire sulla cultura perché solo la conoscenza ci permette di tenere lontana la delinquenza. Abbiamo bisogno di scuole aperte, di un esercito di insegnanti, di meno tv spazzatura e dei giocatori della legalità. Solo in questa maniera riusciremo a vaccinarci contro quella malattia che è la criminalità organizzata, il cancro sociale.
L’assessore Renzetti ha poi ricordato che la scelta di Villa de Riseis non è stata casuale, ma voluta: infatti circa tre anni fa in questo parco si è consumato un omicidio efferato, l’assassinio di un balneatore da parte di un esponente della criminalità organizzata che a Pescara svolgeva lavori socialmente utili, un episodio che ha scosso l’opinione pubblica tanto che per mesi le mamme avevano paura di portare i propri bambini nella struttura, anche se ormai non c’erano più pericoli.
Ha proseguito Renzetti:
oggi in quello stesso parco abbiamo piantumato l’albero della legalità che i nostri bambini ci aiuteranno a far crescere quale monito per le future generazioni.
Prima della cerimonia Don Luigi Merola ha radunato tutti i bambini nel campo di calcio per raccontare l’inizio della sua vita da ‘parroco anti-camorra’, che oggi lo costringe a vivere sotto scorta:
quando sono arrivato nella mia parrocchia mi hanno fermato, sono stato perquisito, ma poi, guardando in faccia le persone che mi circondavano, ho capito che non erano poliziotti, ma erano persone che avevano abbracciato il male. Noi invece abbiamo abbracciato il bene perché vogliamo essere veramente cittadini schierati contro il male che è la criminalità organizzata, il cancro sociale. Padre Luigi non s’è fatto i fatti suoi, ha denunciato 25 persone per droga perché la droga è morte e voi state lontano da chi fuma. E quando Padre Luigi è entrato per la prima volta in parrocchia, ha trovato una chiesa senza bambini e con sole tre fedeli, ossia ‘fede, speranza e carità’, che avevano 76, 86 e 91 anni, tre persone anziane.
Ma Padre Luigi non ha mollato e ha cominciato a chiamare i bambini e a fare oratorio, musica, scuola, perchè ci sono troppi asini in giro, e voi invece dovete studiare, dobbiamo investire sulla cultura, dobbiamo elevare la cultura.
Subito dopo Don Luigi Merola e l’assessore Renzetti, circondati dai bambini hanno piantumato il tiglio, a ridosso dell’ingresso del campo di calcio, tra gli applausi dei piccoli.
Ha aggiunto Don Luigi:
al più presto mi auguro di portarvi a Napoli per un gemellaggio con gli 80 bambini che vivono nella struttura ‘A voce a creature’, prima la villa di un boss della camorra che aveva anche uno zoo con un coccodrillo, serpenti e un leone. Al posto della Villa ho realizzato una casa per i bambini, al posto dello zoo un campo di calcio. Il progetto è quello di realizzare un gemellaggio: oggi piantando un tiglio abbiamo fatto un piccolo miracolo, e tutti i bambini hanno il dovere di continuare a fare miracoli con la propria vita.