Pescara,vertice su rischio esondazione

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PESCARA – Si è svolto ieri un vertice convocato dal Prefetto Vincenzo D’Antuono sui rischi connessi alla possibile esondazione del Pescara. Presenti l’assessore alla Protezione civile e vicesindaco Berardino Fiorilli , il viceprefetto De Cesaris, i rappresentanti della Regione Abruzzo, tra cui l’ingegner Raggi, il Comandante Luciano Pozzolano della Direzione Marittima, il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, i rappresentanti dei Vigili del Fuoco e i responsabili di Servizio della Protezione civile comunale.Durante la riunione si è deciso di istituire un Tavolo tecnico, da convocare entro due settimane, per l’aggiornamento del Protocollo d’intesa interistituzionale stipulato una prima volta nel 2006 per individuare le misure da adottare nel caso di un’esondazione del fiume Pescara .Nel frattempo si dovranno attuare  delle misure di preallerta che l’amministrazione comunale  sta già attivando, come le sirene d’allarme da sistemare nei punti strategici della città,  lungo le golene, oltre che il rifacimento di nuovi sondaggi lungo l’intero corso fluviale per misurare l’effettiva profondità del Pescara.


Ha ricordato Fiorilli:

la riunione odierna  fa seguito all’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Capo della Protezione civile Franco Gabrielli circa l’elevato rischio di straripamento del Pescara nel caso di pioggia intensa o anche di una piena a monte. Ma partiamo da un presupposto: sicuramente il mancato dragaggio del porto canale o del letto del fiume è un’aggravante che ha incrementato il rischio, ma in realtà il pericolo di esondazione del Pescara è sempre in agguato indipendentemente dal porto ed è determinato proprio dalla conformazione del fiume che è storicamente classificato come uno dei più esposti a tale possibilità, tant’è vero che l’esondazione del ’92 si verificò indipendentemente dal porto e tant’è vero che già nel 2006 è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa sul rischio esondazione. Partendo da tale presupposto, alla Regione Abruzzo e alle Opere Marittime abbiamo chiesto, come Comune, di prevedere un monitoraggio più approfondito e dettagliato dell’intero percorso del fiume. Attualmente, a fronte di condizioni di maltempo, la Protezione civile regionale ci invia infatti bollettini di preallerta che però tengono conto soprattutto delle criticità a monte del Pescara, e che ci permettono di eseguire solo valutazioni approssimative circa le condizioni a valle lasciandoci sulle spine sino all’ultimo circa la percentuale di rischio di uno straripamento. Sarebbe dunque necessario incrementare i punti di sondaggio e scandaglio del fiume per avere sempre una percezione il più possibile esatta dei rischi. L’amministrazione comunale, intanto sta già compiendo i propri passi nel senso della prevenzione dei sistemi di allerta rivolti alla popolazione. L’Ufficio comunale della Protezione civile ha già predisposto lo scorso febbraio una sorta di Protocollo d’intesa consegnato a tutti gli Enti coinvolti nelle attività di prevenzione, tra cui Provincia, Regione e Genio Civile, un documento nel quale abbiamo iniziato a individuare le misure a breve e medio termine da adottare nell’eventualità di un’emergenza determinata da un’esondazione del fiume, ma soprattutto abbiamo individuato quali sono gli Enti o i soggetti preposti ad attuare determinate azioni. L’amministrazione comunale ha già predisposto un Piano anti-esondazione, individuando 15 eventuali punti di criticità lungo l’intero corso del fiume, con particolare attenzione alla parte più a valle dove ci sono insediamenti residenziali e attività commerciali di notevole richiamo, come nel centro storico, zone che, in caso di allerta, dovranno essere subito attenzionate, sapendo a priori chi fa cosa, ossia quali Enti e quali soggetti sono incaricati di attuare interventi di tutela dei cittadini che rappresentano la nostra priorità. Fra l’altro il Piano ricalca sostanzialmente le aree che, in occasione dell’esondazione del ’92, furono ricoperte dal fiume, anche se con alcune modifiche dettate dai cambiamenti geo-morfologici del territorio, corrispondenti ad esempio al nuovo insediamento commerciale di Megalò, che nel ’92 non c’era, o all’insabbiamento del fiume. Intanto  una delle misure immediate è l’installazione, ormai imminente, in città di sirene d’allarme, che dovranno essere attivate quale misura di preallerta per la popolazione. Quando si sentirà il suono della sirena, i cittadini capiranno, ad esempio, di dover spostare, entro un’ora al massimo, le proprie vetture eventualmente lasciate in sosta nei parcheggi delle due golene, nord e sud. Il primo passo dev’essere però lo stato d’allerta ed ecco perché è fondamentale disporre di batimetrie sempre aggiornate lungo l’intera asta fluviale per avere il quadro esatto dell’entità dei fondali in ogni punto, per poi poter prevedere tutti i possibili scenari di esondazione, a seconda della portata della piena, e durante tale monitoraggio vanno valutate anche le condizioni delle vasche di espansione. La Regione Abruzzo ha più volte sottolineato che buona parte del problema per il nostro fiume è determinato dalla portata delle acque degli affluenti più a valle, come il Cigno, a ridosso di Manoppello Scalo, o l’Orfento e l’Orta, che dovremo tenere sotto stretto controllo. Nel frattempo abbiamo confermato la volontà di posizionare in modo preventivo i jersey nei punti eventualmente critici: quando scatta l’allarme le popolazioni residenti lungo l’argine dovrebbero essere invitate ad allontanarsi o, perlomeno, a sistemarsi nei piani più alti delle abitazioni. Infine dovremo individuare i soggetti che dovranno occuparsi della chiusura al traffico delle strade che rischiano di essere invase dall’acqua per impedire l’accesso a chiunque. Ovviamente queste sono le misure a immediata scadenza; per le soluzioni a lunga scadenza abbiamo già previsto la realizzazione e installazione di porte automatiche mobili a chiusura stagna da sistemare, ad esempio, nel varco che dal parcheggio della golena sud porta direttamente in via delle Caserme, in via Orazio, o a ridosso del ponte Capacchietti, senza dimenticare il progetto già in itinere di rifacimento degli argini, collegato alla costruzione del Ponte ex Camuzzi. E l’amministrazione sta già realizzando un vademecum da distribuire a cittadini e attività per indicare le misure minime di prevenzione da seguire in caso di un’esondazione, ovvero scattato l’allarme acustico, abbandonare i siti prossimi al fiume, o, se troppo tardi, raggiungere i piani più alti dei fabbricati, segnalando la propria posizione per i soccorsi e indicheremo anche eventuali punti di raccolta nel caso della presenza di sfollati. Tali misure  andranno ora ricondotte al Tavolo di lavoro interistituzionale che andremo a istituire e che si riunirà entro massimo due settimane per rielaborare e aggiornare il Protocollo d’intesa del 2006, registrando, ad esempio, tutti i cambiamenti subiti dal corso fluviale negli ultimi sei anni, ma anche i nomi dei nuovi referenti da allertare in caso di emergenza.

 

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