Il racconto di un amore che una malattia improvvisa ha reso ancora più forte, di un uomo e di una donna che non si danno per vinti
TERAMO – Pesce d’Aprile sarà in tour a Dicembre nei Teatri abruzzesi il 10 e 11 dicembre al Teatro Comunale di Teramo, giovedì 12 al Teatro Tosti di Ortona, venerdì 13 al Teatro Di Iorio di Atessa e sabato 14 al Teatro Maria Caniglia di Sulmona. Lo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci, è il racconto di un grande amore che la malattia ha reso ancora più grande: un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando all’improvviso il destino sconvolge la loro vita.
Uno spettacolo vero, lucido, ironico e commovente, in cui i due protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come all’improvviso possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro con caparbietà, incoscienza, tanto amore e voglia di vivere. In un’alternanza di situazioni dolorose, grottesche, a volte divertenti, si delinea l’immagine di una donna prigioniera di un corpo che non le obbedisce più e che lotta per riconquistare la propria vita, con il suo uomo che le è accanto sempre e comunque sorridente. Con ironia e disarmante lucidità prende corpo una testimonianza diretta che trasmette tanta forza, quella forza che spesso manca nel quotidiano. Un racconto al quale si assiste in un contrasto positivo di emozioni: con gli occhi lucidi e la risata che prorompe all’improvviso a volte amara, altre volte semplice, spontanea, liberatoria.
“Pesce d’aprile è il racconto di un grande amore che una malattia improvvisa ha reso ancora più forte: un’esperienza reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando il destino sconvolge la loro esistenza.” spiega Cesare Bocci nelle sue note di regia “Pesce d’aprile è uno spaccato netto e crudo di una società che vive con fastidio il doversi occupare dei problemi dell’altro, del diverso, del non perfetto, del disabile. Un racconto che, senza mai mentire, ammorbidire, levigare, commuove e che ci fa arrabbiare. Un racconto che resta comunque un inno alla vita”.