PESCARA – Al via la nuova stagione di “Petali di Teatro”, il progetto artistico che vede unite le attrici Margherita D’Onofrio e Donatella Del Duca in un percorso di riflessione e confronto attraverso le parole. Appuntamenti ricchi di emozioni, tre spettacoli intensi in cui viene fuori tutta la delicatezza ed incisività delle attrici.
Si parte il 26 e 27 ottobre, da Pescara (ore 19:00, Piccolo Teatro Guascone, via dei Marsi, 4) con “Briciole“, un monologo, interpretato da Donatella Del Duca, dal sapore agrodolce che alterna la tenerezza di una futura mamma, all’angoscia di una donna che vuole garantire il meglio al proprio figlio. Uno spettacolo che permette a ciascuno di rispecchiarsi nella vita barcollante e piena di incertezze della protagonista, dove i progetti futuri sono messi in dubbio dalla precarietà economica e lavorativa: una triste realtà con cui troppo spesso le donne devono confrontarsi, vittime di un sistema che non tutela a sufficienza né la maternità, né il diritto al lavoro.
L’appuntamento successivo sarà sempre al Teatro Guascone venerdì 15 novembre alle 21.00 e sabato 16 alle ore 19.00; in scena Margherita D’Onofrio, la fondatrice di “Petali di Teatro”, con “Cocci d’Amore”: la protagonista è traboccante di amore, ma fortemente amareggiata. In un inarrestabile flusso di parole, racconta il travaglio di una vita in cui ha sopportato tradimenti, bugie, gelosie, ma soprattutto indifferenza. Un monologo sulle difficoltà comunicative tra uomini e donne, con un testo ricco di metafore delicate e calzanti che trasportano lo spettatore in una dimensione che si staglia tra ricordo e sogno, tra passato e presente, tra realtà e magia.
Le due attrici poi calcheranno la scena insieme nello spettacolo “Il Coraggio (S)velato” che si terrà sabato 23 novembre, alle ore 18.00, nello spazio teatrale P.A.D.I., in via dei Marsi, a Pescara, al civico 128.
Una storia che racconta l’incontro di due donne completamente differenti: l’una mediorientale, condannata alla lapidazione, l’altra una giornalista occidentale; ma che ci mostra anche come due mondi distanti per cultura, tradizioni, religione, attraverso l’empatia ed il sentimento di sorellanza possano incontrarsi.
Uno spettacolo che nasce dopo numerose letture ed approfondimenti sull’argomento da parte delle due attrici e registe e che racconta non un fatto realmente accaduto, ma una storia verosimile, poiché le tante proibizioni che le donne subiscono in determinati Paesi, le violenze a cui sono sottoposte, l’obbligo a vivere in maniera invisibile, quasi come una negazione della loro identità, sono una realtà orribile su cui riflettere.