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Petrolio, la Regione Abruzzo rompe fronte anti-trivelle senza dirlo a nessuno

da Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Maurizio Acerbo, segreteria nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

PESCARA – “L’Abruzzo ha rotto di fatto il fronte delle Regioni che si erano coalizzate contro il dilagare delle trivellazioni in mare.
La cosa più grave è che lo ha fatto non solo nascondendolo alla cittadinanza ma persino in maniera illegittima visto che il Consiglio Regionale è all’oscuro di tutto.

Da quel che mi risulta l’Abruzzo ha deciso NON SOLO di non affiancare le altre regioni nel conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, MA PERSINO di ritirarsi DEFINITIVAMENTE dalla compagine referendaria.

Lo avranno deciso D’Alfonso e la sua Giunta per ingraziarsi Renzi ma va sottolineato che non era nelle loro facoltà in quanto queste decisioni spettavano al Consiglio regionale.

Dà la misura della senso dalfonsiano delle istituzioni che neanche la conferenza dei capigruppo è stata sentita.
Non credo che l’avvocatura regionale o il delegato Lucrezio Paolini in questa materia possano legittimamente assumere posizioni senza mandato del Consiglio come invece mi pare sia accaduto.

E’ altresì grave che nessuno della Giunta senta il dovere di rompere la congiura del silenzio e debba essere un ex-parlamentare ed ex-consigliere come me a darne notizia.”