Interviene l’assessore sul caso Bellaprima
L’AQUILA – Duro il commento dell’ assessore alle politiche Sociali, Stefania Pezzopane alla nota del coordinatore della Struttura d’Emergenza, dottor Petullà, riguardante il caso della famiglia Bellaprima che da sabato occupa un Map (modulo abitativo provvisorio) a Paganica.
Definita dall’assessore sorprendente ed inopportuna la nota:
ci vuole davvero una bella faccia tosta a scaricare sul Comune le responsabilità dell’emergenza abitativa, quando ormai è noto a tutti che il Comune dell’Aquila sta attendendo, da ben 12 mesi, 50 appartamenti del Fondo Immobiliare. Abitazioni che, in base ad un’ordinanza governativa, dovevano essere concessi già un anno fa al Comune dell’Aquila, proprio per far fronte al grave disagio sociale ed abitativo conseguente al terremoto.
Ha dichiarato Pezzopane e continuato:
questi alloggi non ci sono mai stati trasferiti, né la SGE ha avuto l’accortezza di chiarire i motivi. Un anno fa siamo stati costretti ad emanare un bando per reperire altri alloggi, a cui hanno risposto ben 112 famiglie.
Se il Comune, che ha segnalato da mesi l’emergenza in corso, avesse potuto disporre del Fondo, avrebbe potuto risolvere tanti casi, come ad esempio quello della famiglia Bellaprima o anche del Sig. Mele che vive in camper. Entrambi hanno fatto da tempo richiesta di alloggi del Fondo Immobiliare.
Come loro ci sono tante altre situazioni, che non sono salite agli onori delle cronache, ma che testimoniano il grave livello di disagio sociale. Sono tutte famiglie che prima del 6 aprile riuscivano a condurre una vita dignitosa e ad avere una loro autonomia.
Ha fatto notare l’assessore rimarcando che l’emergenza sociale dopo il sisma è esplosa:
la SGE, anziché sfrattare i cittadini e rimpallare le responsabilità sul Comune, farebbe meglio ad aprire gli occhi e ad assumersi in capo situazioni che sono conseguenza dell’emergenza post sisma e del disimpegno di alcune istituzioni.
Vorremmo ricordare al Presidente della Regione Gianni Chiodi, che è anche Commissario della Struttura d’Emergenza, che ci sono ancora quasi 700 alloggi ATER, che se ristrutturati e riconsegnati ai legittimi assegnatari, potrebbero dare una boccata d’ossigeno all’emergenza in atto. Si libererebbero infatti altrettanti alloggi CASE e MAP, che il Comune potrebbe mettere a disposizione per l’emergenza sociale.
Sempre rivolgendosi al Presidente della Regione, prosegue:
Così come vorremmo ricordare allo stesso Chiodi, presidente della Regione, che nel piano sociale regionale non è previsto neanche un euro per l’inclusione e per le nuove povertà. Senza contare che è stato drammaticamente azzerato il fondo per i contributi agli affitti previsto per le famiglie bisognose. Di fronte a questo vergognoso disimpegno, l’affondo nei confronti del Comune è quanto mai deplorevole.
Riguardo alla signora Bellaprima , l’assessore Pezzopane avrebbe preferito mantenere uno stretto riserbo, per tutelare un caso umano, drammatico e delicato e l’intervento del dottor Petullà, la fa sentire costretta a fare chiarezza sugli interventi del Comune:
Stiamo seguendo il caso della signora da oltre un anno, da quando su nostro suggerimento, la signora ha fatto richiesta del Fondo Immobiliare. Il caso della signora si è aggravato dopo lo sfratto imposto dalla SGE dalla Guardia di Finanza. In mancanza ancora della disponibilità degli appartamenti del Fondo Immobiliare, il Comune dell’Aquila ha proposto alla signora ben sei diverse soluzioni.
L’inserimento temporaneo, in attesa di trovare un’idonea sistemazione, presso una struttura protetta per lei e le due figlie; un contributo una tantum, un rimborso per sostenere le spese dell’affitto previa presentazione di un contratto di locazione, così come prevede l’accordo fatto con la SGE per l’utilizzo dei 250mila euro; l’accoglienza presso la struttura gestita da padre Quirino proprio per madri sole con figli, l’accoglienza presso una struttura gestita dalle suore a San Gregorio ed infine l’inserimento presso la comunità Futura.
Tutte soluzioni rifiutate dalla diretta interessata, che si è detta disponibile ad accettare solo un appartamento. Il Comune credo che sia andato anche al di là delle sue competenze e delle sue possibilità.
E ha concluso che se davvero la SGE ha a cuore questo caso, come gli altri casi umani, di persone allo stremo che non riescono a pagare un affitto da sole, metta a disposizioni gli appartamenti o altre strutture per l’accoglienza, come tante volte abbiamo richiesto:
Ma anche questa, come altre proposte, è stata rigettata