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Piano demaniale di Pescara, la bozza illustrata in Sala Giunta

da Redazione

Il sindaco: “Nessuna cementificazione”. Del Vecchio: Alessandrini e illustrazione piano demaniale,“Si parte dall’esistente i nuovi volumi non vanno oltre lo 0,51%”

PESCARA – Dati e percentuali relative al Piano Demaniale sono stati resi noti stamane nella conferenza stampa di presentazione del documento che dovrà essere esaminato ed approvato in Consiglio Comunale. Le informazioni sono state diffuse dal sindaco Marco Alessandrini, dal vice sindaco e assessore al Demanio Enzo Del Vecchio che ha illustrato piano e cubature anche in presenza dei tecnici e funzionari del settore comunale di competenza che ha provveduto ad elaborare la bozza.

“Non è un piano che cementifica l’arenile come si sta invece dicendo in questi giorni – chiarisce il sindaco Marco Alessandrini – Per deliberare non si può prescindere dalla necessità di conoscere, da qui la conferenza di oggi, con l’auspicio che sulle questioni non si possa operare solo dal punto di vista ideologico. Dai dati che seguono parlare di aumenti di cubature corrisponde ad avere una versione non veritiera dei fatti. Considerato che il Piano demaniale parte dall’esistente, l’aumento riguarda lo 0,51 per cento dell’intero arenile in concessione. Nasce con l’idea di perseguire un obiettivo: rendere migliore la nostra spiaggia. Nel corso dello studio e degli approfondimenti che hanno accompagnato la redazione della bozza, siamo finiti nelle cronache della Pescara dell’800 e ci abbiamo realizzato materialmente quanto già da allora la spiaggia fosse luogo di ritrovo straordinario. E’ passato il tempo e noi oggi abbiamo il dovere di far crescere ancora il valore di questo patrimonio, lavorando affinché la riviera diventi un gioiello capace di favorire questa forma di attrazione. L’invito è dunque ad avere non approcci ideologici, ma pragmatici. Sgomberare il campo da ogni confusione significa migliorare il piano spiaggia e rendere sostenibile questo strumento. In ballo c’è lo sviluppo sostenibile di una parte della nostra città, l’incremento delle potenzialità turistiche che deve fare i conti anche con la qualità: non proponiamo ideologiche cementificazioni, ma la razionalizzazione sostenibile dell’esistente”.

“L’ultimo piano spiaggia risale al 2007. Da allora ad oggi l’Amministrazione comunale non ha fatto nulla per mettere ordine all’arenile – illustra il vice sindaco Enzo Del Vecchio – Sorvolando su iter e tempi, la bozza dovrà essere votata in Consiglio ed è naturale che venga integrata e modificata siamo certi in meglio, il piano interessa circa 60 ettari l’arenile, di questi 54 ettari sono in concessione a 98 strutture balneari e circa 6 ettari destinati a spiaggia libera. Di quelli in concessione 30.609,57 metri quadrati sono coperti da pavimentazione pari al 5,66 del totale e 30.639,82 mq con tettoie e volumi pari al 5,67% del totale. Le nuove superfici per volumi e tettoie che possono essere realizzate secondo il futuro piano ammontano a 3.068,39 mq in totale, pari allo 0,51 dell’arenile. C’è inoltre da considerare che in base al piano demaniale che è invece vigente ci sono ancora 2.853 mq di superfici da realizzarsi, pari allo 0,48% che i concessionari non hanno ancora utilizzato o perché non interessa, oppure perché non possono.

Dunque: fra il vecchio e il nuovo piano restano in astratto da poter realizzare 3. 068,39 metri quadri in volumi e tettoie, pari allo 0,51 per cento del totale, ma prima che tale cubatura possa essere concretizzarsi è necessario rispettare i parametri del piano, che chiede ai concessionari di attenersi al limite dell’occupazione massima del 25 per cento per il fronte di visuale e dei 30 metri di profondità lineare nella fascia dei servizi e ciò significa che chi è oltre tali limiti, dovrà adeguare le strutture entro il termine richiesto dal piano.

Non basta. Attualmente delle 98 strutture, 55 concessioni sono già oltre i 250 mq di superficie, mentre 43 stanno al di sotto. Per le prime la differenza in termini di nuova superficie per volumi e tettoie è di 610,43 mq e interessa in tutto 15 concessioni balneari, salvi restando gli altri limiti del piano (in pratica lo 0,11 dell’intero arenile).

Fra le strutture più piccole la differenza fra vecchio e nuovo piano è di 2.457, 96 mq. L’aumento di cubature del 30 per cento di cui si è polemicamente parlato è solo uno spauracchio che non trova concretezza nella realtà dell’arenile pescarese, né nel piano che stiamo lavorando.

Altro spauracchio è la non rimozione di gazebo e quant’altro durante l’inverno: è previsto esattamente il contrario. L’articolo 8 comma 2 lettera b, infatti stabilisce che tutte le strutture mobili siano “permanenti” solo rispetto alla stagione balneare, finita quella vanno rimossi.

Stiamo redigendo un vero e proprio piano particolareggiato che per la prima volta non guarda solo al realizzato, ma anche a come si realizza: i gazebo, ombrelloni e palme devono essere ricomprese in un progetto munito anche di autorizzazione paesaggistica, c’è un vincolo che riguarda la bellezza, prevista dal piano all’articolo 7.

Infine l’ipotesi bungalow che deve trovare conferma nella volontà dell’imprenditore e deve essere verificata all’interno delle percentuali previste dal piano. Queste sono le norme che si chiede di perseguire per andare incontro alle esigenze dell’Amministrazione che vuole tutelare il demanio marittimo, ma farlo in modo da non frenare lo sviluppo, purché sia sostenibile. Per il mancato rispetto di quanto contenuto nel piano si applica la procedura della decadenza della concessione”.

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