PESCARA – Il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, in riferimento all’ultimo bando pubblicato dal Comune per la ricerca di un nuovo professionista per il completamento del Piano regolatore portuale di Pescara, bloccato al Consiglio superiore dei lavori pubblici, solleva dubbi sulla legittimità dello stesso e chiede di interrompere la procedura-farsa per poter visionare le carte .Sospiri sottolinea che è stato perso il 10 per cento del finanziamento ministeriale in quanto i lavori non sono stati affidati entro lo scorso 31 dicembre e che se la procedura non sarà completata entro giugno si perderà il 50 per cento della somma.In questo modo il porto perderà l’ultimo treno per il suo sviluppo e vi saranno pesanti ripercussioni sulla qualità del mare, non balneabile anche per la stagione 2016.
“Il Pd riesce a demolire tutto ciò che tocca, anche il progetto di apertura della diga foranea – ha osservato il Capogruppo Sospiri -: nel dicembre 2014 il Presidente D’Alfonso con la delibera numero 244 ha rimodulato i fondi Fas, la stessa delibera con cui ha stabilito di dare 1 milione di euro per il ponte del cielo, 1milione e mezzo per i Giochi del Mediterraneo, ha finanziato il rifacimento del sagrato della chiesa di San Giovanni Teatino, la Badia di Celestino V, e ha destinato 6 milioni di euro per le portualità di Pescara e Francavilla al Mare. Il 20 gennaio 2015, dunque 15 mesi fa, nel corso di una seduta del Consiglio regionale, ho chiesto al Governatore come sarebbero stati divisi i soldi tra Pescara e Francavilla al Mare, e cosa avremmo fatto su Pescara. Il Presidente mi ha risposto che a Pescara andavano 3milioni e mezzo di euro, destinati all’apertura della diga foranea e alla realizzazione della nuova banchina con una nuova vasca di colmata, che avrebbe anche consentito di dragare migliaia di metri cubi di sabbia dai fondali.
Nel corso dei 15 mesi appena trascorsi abbiamo spesso dibattuto su a che punto fosse il nuovo Piano regolatore portuale. Lo scorso novembre abbiamo lanciato l’allarme, ovvero il nuovo Piano regolatore portuale non è mai arrivato, e la conferma l’abbiamo avuta dal viceministro alle Infrastrutture Nencini, il quale, in visita a Pescara, ha anche rimproverato il sindaco Alessandrini e il Presidente D’Alfonso, rivelando di essere ancora in attesa delle risposte e dei documenti del Comune in merito alle osservazioni formulate dal Governo nei mesi scorsi; dinanzi a tale ritardo, sempre a novembre, abbiamo avanzato il forte timore che i fondi Fas, che dovevano tradursi in obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2015, rischiavano di essere persi, a meno che qualcuno non avesse progettato l’opera di apertura della diga foranea senza renderla pubblica. Parliamo del progetto di apertura verso nord di 70 metri della diga foranea, che ha una base grande quanto un campo di calcio, e l’intervento prevedeva che, fatta l’apertura, si prendeva il materiale demolito e ci si costruiva una nuova barriera frangiflutti, lato Madonnina, per limitare l’azione delle correnti. In più sappiamo che il Ministero ha appaltato una ulteriore barriera soffolta a nord che dovrà impedire alla sabbia di entrare nel bacino.
Tuttavia tutta l’opera, meritoria, è oggi incompatibile con il vecchio Piano regolatore portuale ancora vigente, non essendoci il nuovo; ma soprattutto sapevamo che un simile cantiere va sottoposto alla Via, la Valutazione d’incidenza ambientale, che richiede almeno 45 giorni di tempo, a meno che non intervenga un decreto del Consiglio dei Ministri a tagliare i termini; ma sicuramente, visto l’importo dei lavori, è necessario un bando di gara europeo, che richiede almeno 60 giorni di pubblicazione sul Bura. A dicembre scorso – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri – abbiamo appreso che il progetto c’era, ma solo dopo l’allarme lanciato dal sottoscritto è stato iscritto all’esame della Commissione di Via. Ma senza aspettare i termini, Comune e Regione hanno annunciato la pubblicazione, il 21 dicembre, del bando di gara per cantierare il progetto esecutivo, quindi senza attendere, come impone la legge, l’esito della Via. Dinanzi ai dubbi e alle perplessità che ho sollevato, si è alzata la barriera del Pd, con Balducci e Del Vecchio pronti a fare muro a protezione del loro Presidente, bollando come ‘sciocchezze’ e disinformazione i miei quesiti. L’epilogo lo conosciamo: a febbraio è stata bloccata la procedura di Via per il progetto di apertura della diga foranea perché, come previsto, non è stato approvato il nuovo Piano regolatore portuale, in ritardo di un anno, e l’opera è incompatibile con il vecchio Piano vigente. Tradotto in numeri, questo significa che intanto abbiamo perso il 10 per cento dei fondi Par-Fas disponibili, perché non sono state assunte le obbligazioni giuridicamente rilevanti entro il 31 dicembre passato; e se le procedure non arriveranno a conclusione entro giugno, perderemo ancora il 50 per cento dei fondi rimasti, senza considerare il danno per la nostra portualità, declassata, mortificata, penalizzata da un Governo di incapaci.
Ora, mentre sull’intera vicenda il Governatore D’Alfonso ha fatto scendere un silenzio tombale, ecco che il Comune di Pescara si prepara ad assegnare l’ennesimo incarico per un Piano regolatore portuale fantasma, inesistente, fermo al Consiglio superiore dei Lavori pubblici dal 22 ottobre 2015: appena ieri è stato pubblicato l’avviso per la ricerca di un professionista che dovrà rivedere lo studio idraulico realizzato appena nel luglio 2015, pagato 23mila euro e che oggi risulta incompleto perché non ha tenuto conto né dell’influenza delle vasche progettate dalla stessa Regione a monte del fiume, ossia a Chieti, Manoppello, Rosciano e Cepagatti, né della rivisitazione delle Carte di pericolosità idraulica del Piano alluvioni da parte dell’Autorità di Bacino regionale. E il nuovo studio, correttivo del primo, ci costerà 83mila 635 euro, un importo enorme per un avviso lampo, solo 5 giorni per consentire ai professionisti di presentare le proprie candidature. E questo – ha ancora aggiunto Sospiri – senza dimenticare che comunque il professionista individuato dovrà poi riconsegnare il proprio lavoro con molta calma, due mesi, ovvero il Consiglio superiore dei lavori pubblici non riuscirà mai a riesaminare la pratica entro giugno e dunque grazie al terzetto D’Alfonso-Alessandrini-Del Vecchio perderemo 1milione e mezzo di fondi Par-Fas e il Piano regolatore portuale diventerà un aborto. A questo punto chiediamo di fermare l’ennesima procedura di incarico esterno per vedere le carte al fine di individuare la strategia necessaria per impedire che il nostro porto e il nostro mare muoiano definitivamente”.