Home » Attualità » Piazza Salotto: botta e risposta a suon di calici

Piazza Salotto: botta e risposta a suon di calici

da Donatella Di Biase

PESCARA – Continua a far parlare il calice Wineglass di Toyo Ito, ma soprattutto  continua ad essere tema di contrapposizione politica tra rappresentanti di maggioranza ed opposizione al Comune di Pescara. La decisione dell’Amministrazione comunale di ricoprire con pannelli l’opera dell’artista giapponese non è stata ben accolta dal consigliere comunale del PD Enzo Del Vecchio che si chiede : perché coprire l’opera di Toyo Ito?

Recita così il comunicato di Del Vecchio:

La legittima necessità di presentare alla comunità pescarese, da parte dell’amministrazione Mascia, le iniziative e le opere pubbliche che si vanno dispiegando sul territorio abbisognano di un adeguato spazio ove apporre le immagini salienti delle progettazioni e dei cantieri avviati. Considerato, però, allo stato attuale per l’esiguità delle iniziative promosse ed avviate nella Città di Pescara sarebbe risultato fin troppo congruo, come spazio espositivo, il parallelepipedo posto in Piazza della Rinascita che va sotto il nome di Urban Center e che già ha svolto la medesima funzione con la super attiva amministrazione D’Alfonso. Invece in questi giorni il Sindaco Mascia ha ritenuto necessario disporre, sempre nella centrale Piazza Rinascita, di spazi espositivi di gran lunga superiori a quelli offerti dall’Urban Center e così ha ritenuto utile installare una rete di pannelli a forma poligonale tutto intorno al calice Wineglass dell’artista giapponese Toyo Ito oscurandone completamente la vista. Una scelta, questa, dal sapore di evidente contrapposizione politica che mortifica il valore culturale ed artistico di un’opera che seppur colpita da una implosione della sua struttura rimane, comunque e sempre, una straordinaria testimonianza della presenza nella Città di Pescara di un lavoro unico al mondo nel suo genere e unico nella ideazione dell’indiscusso artista giapponese Toyo Ito.

Un pensiero, quello del Sindaco Mascia, compiutamente racchiuso nella determina dirigenziale n. 214 del 28.04.2011 con la quale si richiede la “Fornitura e posa in opera di una struttura in layer avente forma poligonale da posizionare in Piazza della Rinascita atta a coprire la scultura di Toyo Ito per l’importo complessivo di €. 13.440”. Ed allora come non immaginare che, nella scelta operata dal Sindaco Mascia, quella di coprire la scultura di Toyo Ito, si nasconda ancora una volta quella strenua e mai nascosta difficoltà di Mascia a farsi apprezzare nella Città nel suo ruolo di Sindaco senza che nella sua mente e nei suoi pensieri non affiori sempre e comunque l’ombra dell’ingombrante e amato dalla Città Sindaco Luciano D’Alfonso che ha voluto quell’opera. Una scelta sicuramente inopportuna e priva di alcun significato pratico ma che non può non essere inquadrata nel solco di una attività di demolizione di tutto quanto fatto nella precedente amministrazione a guida D’Alfonso da parte dell’attuale inquilino di Palazzo di Città.

Altro e diverso comportamento, invece, avrebbe dovuto tenere il Sindaco Mascia nei confronti della opera Wineglass fatta dall’’artista giapponese al fine di salvaguardarne la visibilità, nelle forme nei modi e nei luoghi più confacenti stante la situazione determinatasi nell’opera, ma senza che ciò si configurasse come azione punitiva che, inevitabilmente, si riverbererebbe anche nei confronti dell’idea alla base dell’opera e dell’immagine dello stesso artista. Mai come in questa situazione sarebbe stata utile la collaborazione e l’aiuto di personalità del campo artistico che avrebbero potuto indirizzare e consigliare l’amministrazione comunale sulla migliore scelta da operare sulla conservazione e salvaguardia di un bene pubblico di proprietà della Città di Pescara, quantanche ferito nella sua struttura ma che certamente rimane una icona nel panorama della storia culturale cittadina.

Ma d’altronde con una classe politica che afferma, rispetto al wineglass, da una parte con l’assessore comunale Barbara Gazzaniga:

purtroppo non è più un bel biglietto da visita per la città.

e dall’altra il Presidente della Provincia Guerino Testa:

“vedrei bene il wineglass nel museo d’arte contemporanea di una grande città europea, Pescara potrebbe donarlo ad un museo importante di concerto con gli sponsor e l’autore o in alternativa potrebbe finire alla biennale di Venezia”. Non c’è veramente spazio in questa nostra Pescara per poter affermare valori di innovazione culturale ed artistica rispettando le inclinazioni, le sensibilità e le idealità di piccoli o grandi maestri che abbiamo avuto l’onore di accogliere nel nostro territorio. Per questa classe politica al governo delle istituzioni locali è meglio affidare ad altre prestigiose istituzioni culturali il nostro patrimonio artistico o pensare che l’immagine della Città di Pescara corrisponda meglio all’idea ed all’opera sin qui vista e cioè quella di rendere il suo “salotto buono” una casba da fiera paesana con giostrine e venditori di pannocchie.

Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore al Turismo Cazzaniga, che ieri  ha replicato all’intervento del consigliere Del Vecchio in merito all’  installazione di pannelli in piazza Salotto :

un  ingombrante passato e un evidente, quanto inutile, spirito nostalgico, impediscono al Pd di superare il grosso limite della pura, ideologica, pregiudiziale, contrapposizione politica per apprezzare un’iniziativa che punta a coprire una struttura, realizzata non da un artista, ma da un architetto, seppur di riconosciuta fama, irrimediabilmente ferita e ingabbiata in una prigione di ferro ricoperta dalla ruggine che oggi offende il ‘salotto’ della città. Un’opera, lo Huge Wineglass, per la quale anche i massimi esperti di ‘cultura dell’immagine’ non avrebbero potuto far nulla, né potranno suggerire alcunché finchè non sarà risolto il contenzioso giudiziario che oggi ci vieta di rimuovere o attribuire una destinazione più consona al parallelepipedo in polietilmetacrilato. Lo ha capito la città, non lo capisce il Pd, completamente chiuso nel proprio guscio di sofferenza e che continua a guardare a un passato che non tornerà. Per restituire almeno dignità a quella struttura, oggi l’amministrazione può solo coprirla, installando pannelli architettonicamente adeguati a piazza Salotto, pannelli che torneranno a valorizzazione la piazza stessa.

L’assessore ha spiegato che l’idea di realizzare un dodecagono capace di coprire l’area dello Huge Wineglass è nata proprio ascoltando i commenti della città che da due anni si sofferma a osservare il ‘vuoto’ costituito dall’opera di Toyo Ito, un parallelepipedo in frantumi, che continua a lesionarsi sotto l’azione degli agenti termici, e oggi tenuto in piedi esclusivamente dalla gabbia di acciaio sistemata dai Vigili del Fuoco nel giorno in cui si formarono le crepe, ormai sempre più evidenti.

Confermo quanto ribadito nei giorni scorsi: seppur nato con le migliori intenzioni, e senza affrontare giudizi di merito soggettivi, è evidente a tutti che oggi quella struttura non rappresenta un bel ‘biglietto da visita’ per la città, né ne rappresenta l’immagine più autentica, ma piuttosto è semplicemente l’opera rovinata e irrecuperabile di un architetto di fama, divenuta famosa più per essersi danneggiata dopo 64 giorni dal suo montaggio che per il suo significato, un danno che ha aperto anche un lungo contenzioso tra l’architetto Ito, il Comune e la società che ha realizzato materialmente la struttura. Ma la città ci chiede ormai da mesi di adottare soluzioni per rendere meno impattante sulla piazza quella struttura, per vivacizzare un’immagine coperta dalla gabbia in acciaio, confinata in una vasca-fontana che in teoria doveva essere sempre piena d’acqua, ma che in pratica dobbiamo necessariamente tenere vuota per non aggravare i danni, e tra l’altro transennata per impedire l’accesso dei bambini.

Ha proseguito la Cazzaniga:

A questo punto con i tecnici abbiamo individuato una soluzione architettonicamente valida e adeguata, nell’attesa di avere le autorizzazioni ufficiali per la rimozione dello Huge Wineglass e di poter definire la futura sistemazione di quell’angolo tanto centrale di piazza Salotto. Con i nostri architetti abbiamo deciso di circondare il ‘bicchiere’ con una struttura intelaiata di 12 lati, un dodecagono, e ciascun lato verrà coperto da un pannello che raffigurerà una grande opera pubblica o promuoverà un’azione decisa dal governo cittadino. I primi rendering che verranno proiettati saranno quelli della riqualificazione della riviera nord, riviera sud, Mercato Largo Scurti, Centro commerciale naturale, Stadio del Mare e le altre opere che abbiamo tradotto in progetti già appaltati e pronti a partire. Ciascun lato verrà illuminato, consentendoci anche di migliorare la pubblica illuminazione nella zona, solitamente buia al calar del sole, e darà l’immagine del dinamismo del nostro territorio e dell’amministrazione comunale stessa, una vetrina in continuo divenire. E’ inutile che il consigliere Del Vecchio tenti come sempre di fare psicologia spicciola e di individuare, dietro tale provvedimento, ‘intenti punitivi’ o la necessità di cancellare il passato da parte dell’attuale amministrazione: comprendo piuttosto che lo Huge Wineglass rappresenti una ferita aperta per i consiglieri di minoranza, un ricordo struggente per gli eventi che furono legati a quella struttura. Ma quegli eventi sono evidentemente un ‘fatto personale’ di pochi consiglieri di minoranza, non appartengono alla nostra amministrazione comunale e non appartengono all’anima della città che oggi ci chiede di guardare avanti e di adottare provvedimenti di sostanza.

Lascia un commento