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Pini di via Regina Margherita, il sindaco annuncia il ricorso al Tar contro lo stop della Soprintendenza

da Redazione

Il sindaco sui pini di via Regina MargheritaIl primo cittadino assicura che sono state rimosse  piante pericolose e  che le stesse  saranno sostituite

PESCARA – Nel pomeriggio di oggi il sindaco Marco Alessandrini ha svolto una conferenza stampa per fare chiarezza sulla necessità di rimuovere 19 pini su via Regina Margherita a fronte dei lavori di riqualificazione in corso sulla via, bloccati in mattinata da un ordine di sospensione da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo. Alla conferenza oltre al sindaco che ha annunciato che nell’immediato il Comune farà ricorso al Tar con domanda cautelare di sospensiva contro il provvedimento, hanno preso parte l’assessore al Verde Pubblico Laura Di Pietro, il dirigente del Settore Verde Pubblico Pierpaolo Pescara, il responsabile dell’Ufficio Mario Caudullo e l’agronomo Carlo Massimo Rabottini, autore di una verifica fitostatica affidata dal Comune alla sua società Agro-For Consulting. Si tratta di un’analisi inedita nella storia amministrativa dell’Ente, fatta su 1.140 alberature cittadine, in particolare pini e querce, che il tecnico esterno sta ultimando e che, in base al rischio analizzato sulle 240 alberature di via Regina Margherita, ha definito immediata e urgente la rimozione dei 19 pini divenuti oggetto del provvedimento e della protesta.

“La conferenza nasce dall’esigenza di fare chiarezza dopo le polemiche andate in onda intorno all’operazione in corso su via Regina Margherita – dice il sindaco Marco Alessandrini – Ci siamo trovati a dover contemperare due contrapposte esigenze: la tutela dell’incolumità pubblica o la sopravvivenza di piante pericolose che una volta abbattute saranno sostituite. Abbiamo scelto la tutela dell’incolumità pubblica. E’ inaccettabile la prospettazione secondo cui saremmo degli irresponsabili “Attila”, come qualcuno ormai ama chiamarci, che troverebbero un gusto sadico nel fare una cosa così drastica come abbattere inutilmente un albero. L’incolumità di persone e cose è un valore che sta sopra tutto. Questo a maggior ragione per una città come Pescara che solo lo scorso anno ha perso 350 alberi per maltempo e altre calamità, 50 esattamente fra il 3 e il 6 marzo 2015, diversi proprio in via Regina Margherita.

Il tecnico. Alla luce di questa situazione abbiamo chiesto a un tecnico competente e terzo di analizzare le alberature a rischio, per conoscere la situazione e fare prevenzione, operazione mai effettuata a Pescara. Il tecnico individuato non è una persona di “prima esperienza”, Carlo Massimo Rabottini ha fra le ultime consulenze anche quella per il Tribunale di Roma, dove il 3 marzo scorso la caduta di un pino sulla Laurentina ha provocato la morte di due persone e il ferimento di un’altra. Bene da uno stralcio della relazione che ci renderà una volta completata, sappiamo che su via Regina Margherita dei 240 alberi censiti (sono stati esclusi quelli con diametro sotto i 20 centimetri), 19 sono stati definiti pericolosi e da sostituire in modo “immediato” e “urgente”, perché possono arrecare danni a cose e persone, sono il 7 per cento. Volando oltre le polemiche, riflettiamo sul fatto che se è vero che gli alberi sono una bellissima forma di arredo urbano, è anche vero che le piante non possono essere lasciate senza manutenzione, questo è un caso di prevenzione connessa a una operazione di riqualificazione urbana: non solo gli alberi torneranno sulla via, ma via Regina Margherita avrà presto una nuova veste con piste ciclabili e mobilità sostenibile, cose che abbiamo avuto modo di condividere con strumenti di democrazia partecipata, per trovare la miglior soluzione progettuale possibile presentando in loco il progetto di riconnessione delle piste ciclabili cittadine.

Il ricorso. In questo quadro arriva l’ordine della Soprintendenza: non è la prima volta che ci troviamo in posizioni diverse, noi faremo ricorso al Tar perché il contenuto dell’atto è evidentemente esorbitante, con indicazioni che noi confutiamo sin da questa sede, a partire dall’asserito rientrare delle aree nei limiti del vincolo paesaggistico.

Le motivazioni del ricorso. I nostri uffici si erano ben posti la questione ed erano andati a fondo al vincolo: le aree di Via Regina Margherita interessate dai lavori non rientrano tra quelle soggette a vincolo paesaggistico di cui al D.Lgs. n. 42/2004, è utile precisare che l’art. 10 comma 1 lett. g) del D.Lgs. n. 42/2004 elenca tra i beni appartenenti alla categoria dei beni culturali le pubbliche piazze, le vie, le strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico e non le alberature stradali come nel caso di specie che pertanto non necessitava di preventiva autorizzazione. La stessa definizione che il Codice Stradale fa di “strada”, o urbana e di quartiere o locale, e “marciapiede” si limita esclusivamente alla individuazione di corsie, carreggiate e marciapiedi e non ad altro elemento aggiuntivo. In merito alla richiesta di ottemperanza di cui all’art. 7 comma 1 lett. b) e comma 3 L. 10/2013 “istituzione elenco alberi monumentali” si precisa che l’Ente ha trasmesso alla Regione Abruzzo e al C.F.S. Comando Provinciale di Pescara l’elenco degli alberi candidati secondo le valutazioni definite dal regolamento applicativo e ne ha visti approvati solo 5. Va aggiunto che l’art. 10 del D.leg. 42/2004 esclude la definizione di “bene culturale” ai beni immobili di età inferiore ai settanta; nel caso di specie gli alberi già abbattuti hanno un’età variabile tra i cinquanta e sessanta. Inoltre la zona risulta espressamente stralciata dal dettato legislativo di cui sopra anche in base a una delibera comunale del 1972 che lo riferisce solo alla zona fronte mare”.

“L’abbattimento di questi alberi è stato un colpo al cuore per i cittadini e altrettanto per chi lo ha dovuto fare – aggiunge l’assessore Laura Di Pietro – Ma con una relazione tecnica in tal senso abbiamo il dovere di intervenire, a tutela dell’incolumità, fermo restando che il paesaggio sarà reintegrato con le sostituzioni. Sarei stata la prima a incatenarmi se l’operazione non fosse stata supportata da un simile report e non avesse contemplato la ripiantumazione, è quella la vera battaglia da combattere, per trovare risorse in bilancio da destinare allo scopo. E lì mi aspetto che tutti i consiglieri che oggi prendono la parola si facciano avanti con me. Noi lo stiamo già facendo, il minimo è di 50.000 euro che useremo sulla città che ha bisogno dei suoi alberi. Ci siamo posti il problema della prevenzione e quando il report sarà ultimato lo condivideremo con tutti i portatori di interesse, perché mai prima d’ora era stata fatta una verifica della stabilità di un così alto numero di alberi. Se vogliamo parlare di costi, siamo ben fieri che un Comune in predissesto abbia investito 10.000 euro sullo studio, perché verranno impiegati per la sicurezza e incolumità pubblica che ha un valore ben più alto, e non era mai accaduto”.

“I pini in questione non potevano essere sostituiti – ha spiegato l’agronomo Carlo Massimo Rabottini – Gran parte dei pini presenti sulle strade è cinto da cordoli, è cresciuto condizionato da terreno e sottoservizi a cui si conforma. Il terreno di Pescara è poi sabbioso quindi lo spandimento delle radici è orizzontale, sono tutti fattori di rischio che non possono essere ignorati durante operazioni di questa natura”.

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