«Questo progetto – ha ricordato Pompei – è iniziato due anni fa, quando in Consiglio Comunale, abbiamo approvato il primo regolamento della street art d’Abruzzo, convinti che questa arte non solo può rendere bella la nostra città, ma soprattutto riqualificare. L’accoglienza che i residenti di via Rimini hanno riservato a PixelPancho è la evidenza di come spesso ci creiamo dei pregiudizi che le circostanze poi dimostrano possano essere abbattuti. Si è creato un clima di collaborazione e integrazione sorprendente tanto che i bambini hanno aiutato l’artista e le persone hanno aperto le porte delle loro case. Con questo progetto volgiamo far capire a questa comunità che non è sola e abbandonata. Vogliamo continuare con un progetto più ampio, che possa far diventare Montesilvano un punto di riferimento internazionale per la Street Art, con tutti i benefici economici e turistici che questo indotto comporterebbe. Un ringraziamento va ai membri della Commissione Cultura che hanno appoggiato questo progetto sin dall’inizio e uno ancora più particolare a PixelPancho, artista internazionale eccezionale che a livello umano ha dimostrato di essere ancora più straordinario».
«L’arte – ha affermato il sindaco Francesco Maragno – è un elemento di aggregazione e di riflessione. Tutte le polemiche che si sono alimentate in questi giorni sono l’esempio lampante di come l’arte faccia discutere e sia veramente capace di accendere i riflettori. Oggi li abbiamo accesi su via Rimini su cui svilupperemo un progetto di riqualificazione più articolato. Vogliamo continuare ad alimentare questo sogno, ma è importante che questa riqualificazione coinvolga anche le anime e la testa delle persone».
«Sono molto contento – ha detto Castellano, che con la sua associazione ha dato supporto logistico per la realizzazione del progetto – per la bellezza dell’opera e per il valore dell’artista e soprattutto della persona che è PixelPancho. Il quartiere lo ha accolto nel modo migliore possibile, a dimostrazione che quando i cittadini si sentono valorizzati rispondono positivamente. Spero che possa continuare questo percorso di riqualificazione, che abbiamo cominciato con il festival delle arti di strada “La Notte del Birillo” ed è proseguito con il murale. L’Amministrazione sta dimostrando sensibilità e attenzione per queste aree».
«Il titolo dell’opera “Coesione” – ha spiegato PixelPancho – deriva da ciò che ho visto in questi giorni, in questo quartiere. L’opera raffigura un uomo e una donna robot, perché il robot è per me la metafora dell’uomo. Culturalmente Dio ha creato l’uomo ma l’uomo nella storia ha sempre cercato di essere Dio, creando e cercando di controllare le cose che aveva intorno. Il ferro arrugginisce come la pelle invecchia. Gli ingranaggi si consumano e le piante sono le emozioni che crescono nell’uomo».
Tra i due personaggi sono raffigurate anche un gallo e una gallina, perché dice PixelPancho: «Quando sono arrivato qui ho visto alcune galline razzolare nel quartiere. Parlando con i residenti abbiamo pensato quanto potrebbe essere utile creare un pollaio e un piccolo orto urbano per tutto il quartiere e ho voluto inserire questo elemento nell’opera. Faccio questo lavoro da circa 20 anni ed ho dipinto muri praticamente in tutto il mondo, da New York a Miami, da Honk Hong all’Australia, e anche in luoghi pericolosi e dimenticati, dove la street art ha rappresentato una risorsa economica per alcuni comuni, grazie ai tour tra le opere di street art, come ad esempio a Tampa, Heroica Ciudad Juarez, Bogotà o Brasilia e Città del Carmen».
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