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PNRR e patrimonio culturale, le opportunità in Abruzzo

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L’Aquila è di gran lunga la città con più beni culturali censiti: 690 di cui 679 architettonici e 11 archeologici

REGIONE – Edifici storici e complessi monumentali, ma anche musei e biblioteche. L’Abruzzo è colmo di beni culturali. Una mappatura di cosa e dove sono, comune per comune

Una mappatura dettagliata dei beni culturali censiti, territorio per territorio, oltre che dei visitatori dei musei abruzzesi, affinché si possano valutare le basi sulle quali investire attraverso il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

È questo l’oggetto dell’ultimo approfondimento di Osservatorio Abruzzo, stavolta dedicato all’immenso patrimonio culturale in Abruzzo: chiese, edifici storici, complessi monumentali, ma anche musei, biblioteche, oggetti e tradizioni antiche, portali secolari e rituali arcaici.

La crescita socio-economica della regione, offerta dal Pnrr, può e deve passare anche dalla cultura, intesa anche come messa a rete delle infrastrutture di un sistema dinamico e multiforme.

Basti pensare che prima della pandemia in Italia erano attive 291mila imprese legate alla cultura, che impiegavano circa 1,5 milioni di occupati, per un valore aggiunto che nel 2018 era di circa 96 miliardi di euro.

Il patrimonio culturale abruzzese

Nel parlare comune, il concetto di “patrimonio culturale” di un territorio evoca una molteplicità di aspetti, attinenti alla sua storia, architettura, paesaggio, tradizioni e tipicità locali, usi e costumi.

La premessa obbligata è che sul tema esistono tante fonti informative diverse, in continua evoluzione. Sono ben 4 le banche dati da incrociare per avere un quadro complessivo del patrimonio culturale abruzzese.

Per esempio, il sistema informativo “vincoli in rete”, elaborando una ricongiunzione di diverse basi dati esistenti, ha restituito diverse migliaia di beni censiti per l’Abruzzo, mobili e immobili. Tra questi oltre 100mila tra opere, oggetti d’arte e reperti, ma anche beni architettonici.

Per ricostruire in modo più omogeneo il patrimonio culturale abruzzese, anche nel confronto tra le diverse regioni e comuni, abbiamo utilizzato i dati provenienti dal portale mappa rischi di Istat. Al 2018 in Abruzzo erano censiti 3.909 beni culturali. Complessivamente, parliamo di 3 beni censiti ogni 1.000 residenti nella regione, un dato piuttosto in linea con la media nazionale (3,4).

Tra le province spicca il dato dell’Aquila. In questo territorio sono 6,7 i beni culturali censiti ogni 1.000 residenti, oltre il doppio della media regionale. Nel contesto abruzzese, quella del capoluogo è anche l’unica provincia che supera la media nazionale. Si attestano infatti su valori inferiori le province di Chieti (2,1), Teramo (1,9) e Pescara (1,6).

Osservando i dati comune per comune, emerge come i capoluoghi rispecchino l’ordine delle rispettive province. L’Aquila è di gran lunga la città con più beni culturali censiti: 690 di cui 679 architettonici e 11 archeologici. In rapporto a una popolazione di circa 70mila residenti, parliamo di poco meno di 10 beni culturali ogni mille abitanti. Tra i capoluoghi, Chieti si colloca al secondo posto con 176 beni culturali, di cui 131 architettonici e 45 archeologici a fronte dei circa 50mila abitanti (3,5). Seguono Teramo (3,2) e Pescara (1). Tra le altre città maggiori, Avezzano (2,2) e Vasto (2) superano ampiamente il rapporto di Montesilvano (0,2). Nel comune del pescarese infatti vivono circa 54mila abitanti e risultano censiti 13 beni culturali.

La crisi dei musei nella pandemia

L’Abruzzo dispone di un patrimonio culturale vasto e diffuso sul territorio. Le strutture presenti sono orientate soprattutto alla valorizzazione del patrimonio archeologico. In totale il 29,4% delle strutture museali abruzzesi sono destinate a questa finalità, una quota superiore di quasi 10 punti rispetto alla media nazionale (19,9%). [grafico]

Nello specifico oltre un quinto delle strutture abruzzesi sono musei di archeologia (21,2% del totale, contro una media italiana del 13%) e un ulteriore 8,2% sono aree e parchi archeologici (media Italia 6,9%). Seguono i musei d’arte (17,6% delle strutture museali abruzzesi, in linea con la media nazionale) e quelli di etnografia e antropologia (16,5%, quasi 6 punti in più del dato italiano).

Strutture rivolte alla valorizzazione del patrimonio abruzzese e dei beni culturali presenti nella regione. Un ruolo fondamentale che però è stato messo in crisi durante l’emergenza.

In Abruzzo sono oltre 100 i musei e le istituzioni presenti (108 nel 2018). Di questi, sono 85 quelli che sono rimasti aperti (almeno parzialmente) nel 2020, primo anno della pandemia. Anno che, non casualmente, ha visto un crollo nel numero di visitatori, a livello nazionale e regionale. In Italia si è passati dai circa 130 milioni annui registrati nel biennio 2018-19 ai 36 milioni del 2020.

In Abruzzo nello stesso periodo si è passati da una media di 360mila visitatori annui nel biennio 2018-19 (313mila nel 2018, 407mila nel 2019) ai 163mila del 2020. Nella regione perciò il crollo è stato più contenuto della media nazionale, dove si registra un calo superiore al 70% (addirittura -76% per i soli musei statali). Tuttavia ha interrotto un trend di crescita visibile nei mesi precedenti l’emergenza, evidente per quasi tutte le province abruzzesi (con l’eccezione di Teramo, per cui i dati tra 2018 e 2019 mostrano un calo).

Tra il biennio 2018-19 e il 2020, i visitatori annuali sono calati dell’82,6% nei musei della provincia di Pescara, una contrazione superiore alla media nazionale (-72%) e regionale (-54,7%). Il calo è stato del 68,8% nella provincia di Chieti, mentre in quelle dell’Aquila e di Teramo la contrazione tra la media del biennio 2018-19 e il 2020 è inferiore alla media regionale.

Sono 66 su 305 i comuni che prima della pandemia (nel 2018) avevano un museo attivo sul proprio territorio, per un totale di 108 strutture complessive. I comuni con più musei censiti nel 2018 erano Sulmona (6) e Chieti (5). Tra i capoluoghi, si segnalano Pescara (4 strutture), Teramo (2) e L’Aquila (4 strutture censite nel 2018, 5 nell’anno successivo).

Nello stesso anno il comune che ha totalizzato più visite nei suoi musei è stato Chieti (42.866 nelle 5 strutture presenti), seguito da Civitella del Tronto (36.061 visitatori), Pescara (35.029) e Celano (24.626). In termini di rapporto tra visitatori e musei presenti, quelli abruzzesi hanno totalizzato una media di circa 2.900 visitatori per struttura nel 2018, dato salito a 3.700 l’anno successivo e sceso sotto quota 2.000 nel 2020.

In quell’anno il comune con più visitatori per museo è stato Civitella del Tronto, con 36.061 accessi all’unica struttura presente sul territorio. Si tratta del museo delle armi e mappe antiche ospitato nella fortezza di Civitella. Il secondo comune per numero di visitatori medi per museo è stato Massa d’Albe. Anche qui è presente un’unica struttura che nel 2018 ha totalizzato da sola 20mila visitatori. Si tratta dell’area archeologica di Alba Fucens. Al terzo posto il comune di Castiglione a Casauria, 748 abitanti. Qui si trova l’abbazia di San Clemente a Casauria, complesso monumentale che ha registrato 19.690 visite nel 2018.

Tra i singoli musei, quello con più visitatori è la già citata fortezza di Civitella del Tronto. Al secondo posto, il Castello Piccolomini di Celano, con 23.523 visitatori. Il terzo museo abruzzese più visitato nel 2018 si trova a Pescara ed è il museo casa natale di Gabriele D’Annunzio (21.052 accessi che ne fanno il terzo museo). Seguono, con circa 20mila visite ciascuno, le già citate area archeologica di Alba Fucens e l’abbazia di San Clemente a Casauria.

I comuni abruzzesi che sostengono la cultura

Per valutare le politiche pubbliche intraprese da un’amministrazione locale può essere utile l’analisi dei bilanci comunali, i principali documenti che regolano i flussi economici di entrata e uscita degli enti prossimità. Se guardiamo agli ultimi dati disponibili, relativi al 2020, possiamo affermare che le amministrazioni abruzzesi spendono mediamente 32,16 euro pro capite per questo ambito, un valore appena maggiore della media nazionale (27,87).

I comuni della provincia dell’Aquila sono quelli che riportano in media le somme maggiori, con 49,37 euro pro capite. Seguono quelli della provincia di Chieti (31,53), di Pescara (11,97) e di Teramo (14,85). A leggere i bilanci è il comune di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) a far registrare le uscite maggiori: 3.014,03 euro pro capite. Seguono tre località del chietino: Rosello (927,79), Montelapiano (804,95) e Colledimacine (343,65).

Cosa prevede il Pnrr sul fronte della cultura

Gli investimenti per la cultura nel piano ammontano a circa 5,7 miliardi di euro, pari al 2,4% del totale. Com’è prevedibile, la maggior parte degli investimenti vede la regia del ministero della cultura. Questi possono essere ricondotti a 10 distinte voci di spesa. La più significativa è contenuta nel “Piano strategico dei grandi attrattori culturali” (1,46 miliardi).

Entro il prossimo giugno il ministero della cultura dovrà pubblicare gli esiti di 5 diversi bandi. A oggi, è stato pubblicato il decreto di riparto delle risorse solo per due di questi ambiti: attrattività dei borghi e tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale.

Per questi due bandi all’Abruzzo andranno complessivamente circa 32 milioni di euro, anche se si tratta di cifre da prendere con le dovute cautele, perché l’assegnazione di questi fondi dipenderanno dalle proposte presentate da ogni singolo territorio. Nelle prossime settimane saranno probabilmente resi noti maggiori dettagli sul tema.

Osservatorio Abruzzo è un progetto di Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp.

Pubblicato da
Marina Denegri

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