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Ponte del Mare: intervista al coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, ingegnere Fausto La Sorda

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PESCARA  – L’otto dicembre scorso è stato inaugurato ed aperto il “Ponte del Mare”, opera ideata e voluta dall’ex sindaco della città di Pescara, Luciano D’Alfonso e completata dalla nuova giunta comunale che si è adoperata nei controlli necessari al fine di garantire la sicurezza dell’opera.  Di grande impatto visivo ed emotivo il ponte, che collega la città da una sponda all’altra del fiume, unendo simbolicamente la Pescara moderna da quella più antica, sarà un importante mezzo di comunicazione e turistico per pedoni e ciclisti che potranno dunque evitare di passare per l’interno proseguendo sempre per la riviera. Dopo la festa di apertura che ha fatto confluire migliaia di persone, cittadini di Pescara e delle zone limitrofe della regione, siamo andati a chiedere al coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, ingegnere Fausto La Sorda, delucidazioni su alcuni dati più squisitamente “tecnici” e sulle peculiarità dell’opera:

– Come è nata l’idea del “Ponte del Mare” e cosa porterà alla città di Pescara ed ai suoi cittadini?

R – Di collegare le due sponde se ne parlava già negli anni cinquanta. L’opera fornirà un contributo a contenere l’inquinamento atmosferico stimolando l’uso della bicicletta e le passeggiate.

– Può descriverci tecnicamente come si presenta l’opera? Quali sono le peculiarità strutturali?

R – Strutture in cemento armato nelle fondazioni e sovrastanti impalcati nelle prime campate per dare solidità all’opera complessiva. Strutture in acciaio nel tratto più visibile per evidenziare la caratterizzazione architettonica e garantire la resistenza alle sollecitazioni statiche e dinamiche indotte dal vento e/o da eventi sismici, nell’economia dei carichi permanenti strutturali.

– Cosa può dirci sull’illuminazione e sugli effetti suggestivi che dovrebbe produrre?

R – L’illuminazione assicura la visibilità dei percorsi evitando l’inquinamento luminoso e al tempo stesso evoca un collegamento da “arcobaleno” fra le due sponde.

– Sorvolando le polemiche che si sono susseguite sulla possibile apertura anticipata del ponte cosa può dirci in sintesi dell’iter che ha accompagnato il progetto?

R – La costruzione del ponte si è sviluppata nel rispetto del progetto scandendo tempi imposti dalla necessità di realizzare l’opera a regola d’arte, senza travalicare i limiti imposti dal rispetto delle norme di sicurezza.

– L’inaugurazione simbolica realizzata alle porte delle elezioni comunali a nome di molti pare sia stata piuttosto una trovata “politica” che una data effettiva di completamento lavori. A suo modo di pensare non sarebbe stato meglio far coincidere la sua presentazione con la sua effettiva apertura al pubblico?

R – L’inaugurazione simbolica ha evidenziato un desiderio che ha dovuto fare i conti con le difficoltà oggettive non superabili con un tocco di bacchetta magica.

– Vista la sua pendenza il ponte sembra di non facile percorribilità per ciclisti ed anziani. Ci può meglio chiarire la natura di queste pendenze?

R – La pendenza rispetta i limiti imposti dalle norme vigenti inerenti il superamento delle barriere architettoniche.

– Ponte come simbolo di unione possiamo dire che per una volta centro sinistra e centro destra sono stati protagonisti (in diverso modo) ma comunque assieme della realizzazione complessiva?

R – Il ponte è una realtà della Città di Pescara, patrimonio di tutti i cittadini senza distinzione di indirizzo politico e condizione sociale.

– Una battuta conclusiva su un’opera che continua a far discutere ovvero la “Wine Glass”, presente in Piazza della Rinascita. Che idea si è fatto dell’opera e a suo modo di pensare quanta responsabilità del suo cedimento parziale sia da attribuire all’artista? Avrebbero potuto sceglierne una diversa per caratterizzare la storica piazza pescarese?

R – Il progettista, prima di liberare il suo pensiero avrebbe dovuto considerare l’effettiva fattibilità dell’0pera tenendo conto dell’ambiente climatico in cui essa veniva collocata. Nel merito della scelta, ripercorrendo la storia della mia città, non ho trovato nulla che potesse giustificare la compatibilità della scelta artistica dell’autore con la piazza.

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