Il fallimento di una delle ditte che lo hanno costruito riaccende la polemica tra maggioranza e opposizione a Pescara sul” Ponte della Discordia”
PESCARA – Il Ponte del Mare, che si potrebbe denominare Ponte della Discordia, torna a far parlare di sé questa volta non per un collaudo mancante,per carte o firme che non si trovano, ma per il fallimento di una delle ditte che hanno partecipato alla costruzione dello stesso. In un momento di crisi come quello attuale di certo la chiusura di un’azienda non meraviglia più di tanto se mai al cittadino pescarese potrebbe interessare come finirà la storia del collaudo ancora da effettuare o della manutenzione .Questa comunque nel tempo si configurerà sempre come un onere a carico dello sfortunato cittadino che paga per la mancanza di senso pratico di chi progetta opere per la città per far parlare di sé o per lasciare il segno del suo mandato elettorale.Non si discute della bellezza della struttura già assunta come logo identitario del capoluogo adriatico se mai le perplessità riguardano i costi che avrà nel tempo, e l’approssimazione con cui vengono avviate certe grandi opere.
Nel frattempo il cittadino pescarese può solo assistere all’ennesimo botta e risposta tra maggioranza e opposizione :
1° round D’Ercole comunica il fallimento della Mospeca, la ditta capofila dell’Ati che ha realizzato il Ponte del Mare
2° round conferenza stampa del Pd i cui consiglieri Di Pietrantonio,D’Angelo,Fusilli e Del Vecchio rassicurano che il fallimento della suddetta ditta non creerà problemi
3°round la ditta De Cesaris rassicura che la manutenzione verrà effettuata fino a settembre 2011 e che esiste inoltre una regolare polizza fideiussoria a garanzia degli adempimenti contrattuali
4° round Foschi replica giudicando esagerata la reazione del Pd
Ha detto ,ieri,il Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici Armando Foschi:
Nessuno sta screditando quel ponte che però, è evidente, rappresenta una ferita aperta per il Pd, una ferita che suscita una fibrillazione a ogni notizia circa l’assenza di un certificato o di una firma e non ne comprendiamo le motivazioni. Né ritengo che oggi il Pd dovesse ‘rassicurare’ la città sulle condizioni di ‘salute’ del ponte del mare, città che riteniamo abbia dormito sonni tranquilli.
Nella giornata di ieri l’assessore D’Ercole si è limitato a ufficializzare la comunicazione ricevuta dal curatore fallimentare della Mospeca che ha reso noto l’avvio delle procedure fallimentari per la ditta di Pordenone che ha guidato l’Ati, che comprendeva anche le ditte De Cesaris e Solisonda, Ati che ha curato la costruzione del Ponte del Mare.Il curatore ci ha inviato la nota per invitarci eventualmente a rendere noti eventuali crediti da esigere o altre eventuali pendenze. L’assessore D’Ercole, per quanto di competenza, ha poi ufficializzato che nei prossimi giorni i nostri uffici prenderanno subito contatto con il curatore per accertarci della situazione e capire cosa sia accaduto visto che per il Ponte del Mare c’è ancora in sospeso la procedura del terzo collaudo: la struttura, inaugurata l’8 dicembre 2009 ha già subito, prima dell’apertura del manufatto al pubblico, due collaudi, il primo amministrativo, relativo al controllo della regolarità dei documenti, il secondo tecnico, inerente la resistenza della struttura, con l’utilizzo degli oltre 40 furgoncini saliti sul ponte per testarne la portata massima, due esami entrambi superati.
Per lo scorso 14 settembre, dopo alcuni lavori di manutenzione richiesti dallo stesso collaudatore l’ingegner Luciano De Gregorio, si è svolto il terzo collaudo ma anche in questo caso il collaudatore, ha manifestato la necessità di implementare ulteriormente la documentazione disponibile.
In particolare, come si legge nella lettera inviata dal collaudatore, sono stati richiesti la dichiarazione di conformità urbanistica dell’opera progettata o, in alternativa, qualora si sia proceduto in variante agli strumenti urbanistici vigenti, gli atti relativi al compimento dell’iter di tale variante; per l’impianto di pubblica illuminazione del ponte, è stata richiesta l’autorizzazione regionale in deroga alle disposizioni previste dalla legge regionale del 2005 come previsto nel progetto impianti; per le opere strutturali è stato richiesto il Certificato di collaudo statico munito di visto di deposito agli atti del Servizio Interventi sismici (Genio Civile) della Provincia di Pescara e il Certificato di conformità delle opere ex articolo 28. Per quanto attiene ai lavori relativi alle ‘Opere complementari’, oggetto di separato affidamento alla Ditta esecutrice, ma strettamente connessi ai lavori principali – si legge ancora nella lettera – al fine di poter estendere agli stessi le operazioni di collaudo in corso, sono richiesti il progetto completo degli atti di approvazione, gli atti di affidamento nonché la documentazione contabile completa.
Il collaudatore ha poi precisato che lo stesso collaudo potrà essere espletato solo ad avvenuta produzione di tutti gli atti ritenuti necessari e richiesti, tenuto conto della indubbia particolarità delle opere oggetto di controllo, ricordando che le richieste rivestono carattere d’urgenza anche in considerazione della tempistica imposta dalla normativa di settore per l’espletamento delle operazioni di collaudo tecnico-amministrativo.
Foschi ha spiegato che i certificati inerenti la pubblica illuminazione e le opere strutturali sono stati subito consegnati e di fatto manca ancora oggi solo il certificato di collaudo statico munito di visto di deposito agli atti del Servizio Interventi sismici (Genio Civile) della Provincia di Pescara, certificato che deve arrivare dal Genio Civile. Con il fallimento della Mospeca si è posto il problema di chi controfirmerà il certificato di collaudo, e infatti il contatto con il curatore sarà utile per capire se potrà subentrare egli stesso nella firma, mentre si dovrà verificare chi dovrà occuparsi ora della manutenzione del ponte nei due anni successivi alla sua apertura al pubblico. In assenza della Mospeca si dovrà verificare se per affrontare le spese ci si dovrà rivalere sul 10 per cento della polizza fideiussoria versata per i lavori di costruzione del Ponte o se comunque lo stesso onere dovrà essere sopportato dalle altre due imprese per non far ricadere sulla città tali spese.
Ha detto ancora Foschi:
nessuno ha lanciato ‘allarmi’ inerenti il Ponte, né critiche sui contratti precedenti, dunque non comprendiamo perché la notizia del fallimento della Mospeca abbia fatto sobbalzare dalla sedia i consiglieri Del Vecchio e Di Pietrantonio che si sono profusi nelle loro solite e inutili offese nei confronti dell’attuale amministrazione comunale. Comprendiamo l’imbarazzo del Pd per aver legato il proprio nome a opere tanto ‘sfortunate’ in città, ma quell’imbarazzo non giustifica la rabbia dimostrata oggi solo per aver detto che l’impresa che ha costruito il ponte è fallita e che dovranno essere verificati i documenti come sempre accade negli enti pubblici. La reazione spropositata del Pd ci induce sicuramente ad approfondire il ‘caso’.