Bracco, intenzionato più che mai a fare piena luce su una vicenda assai complessa, che riguarda tale importantissima struttura viaria la cui realizzazione è parecchio sentita dalle migliaia di persone che vivono nelle zone interne del Teramano, rivolge nella seguente nota quindici domande a Renzo Di Sabatino.
“Delle due l’una: o il presidente della Provincia di Teramo Renzo Di Sabatino afferma circostanze non veritiere quando snocciola una cronologia (relativa alla procedura dell’appalto che riguarda la costruzione del nuovo ponte sul fiume Vomano) che è palesemente incongruente con l’incarico di revisione progettuale affidato all’esterno tramite la determinazione dirigenziale datata 3 settembre 2018 oppure Di Sabatino stesso ignora l’attività dei propri uffici e non si coordina con gli stessi prima di dare notizie (presumibilmente errate) ai cittadini. Comunque, sia in un caso che nell’altro, il comportamento non può che essere di estrema gravità”.
“Il nocciolo del problema – spiega l’esponente di Sinistra Italiana – concerne la sicurezza dei cittadini e la longevità della realizzanda infrastruttura e non le proroghe del finanziamento oppure i garbugli tecnico-burocratici. Sottolineo nuovamente questa circostanza in quanto risulterebbe che la progettazione preliminare redatta dai tecnici provinciali prevedesse un ponte lungo 115 metri e la realizzazione di altre opere di protezione idraulica e di tutela del ponte, mentre la successiva progettazione definitiva veniva qualificata dalla Provincia stessa come un ponte di lunghezza di 80 metri senza altre rassicurazioni concernenti le opere spondali sul fiume Vomano”.
“Il dovere di un consigliere regionale – prosegue Bracco – è quello di agire a tutela della cittadinanza, motivo unico che mi ha spinto, già lo scorso marzo, a chiedere ragione di tale anomalia quando la Provincia annunciava che entro sei mesi da allora il ponte sarebbe stato completato. Il fatto che 180 giorni dopo il ponte non sia stato nemmeno iniziato cementa i miei dubbi. Quel che è peggio però è che il dirigente del settore Appalti della Provincia di Teramo non solo ha avuto i medesimi dubbi del sottoscritto ma ha trasfuso tali perplessità nella determinazione dirigenziale n. 1529 del 3 settembre scorso, laddove si affida un incarico esterno a un ingegnere privato al precipuo fine del ‘ricontrollo dell’iter procedurale e verifica della progettazione in essere relativa all’opera’.
Se il dirigente (che ricordo essere il titolare unico della gestione della procedura) ha ritenuto opportuno spendere oltre 25mila euro di denaro pubblico per un incarico di un solo mese volto a fugare i dubbi tecnico-progettuali, l’unica interpretazione possibile è che le perplessità da me palesate fossero fondatissime”.
“Chiedo pertanto pubblicamente – sottolinea Bracco – che Renzo Di Sabatino fornisca risposte chiare e circostanziate al seguente elenco di domande:
1) La direzione politica della Provincia di Teramo è a conoscenza dell’operato del dirigente del settore degli Appalti?
2)Perché alla firma del contratto (il 9 marzo 2018) si annunciava che dopo 180 giorni il ponte sarebbe stato concluso?
3) Perché la Provincia di Teramo rendeva noto sul proprio sito istituzionale che il ponte sarebbe stato lungo 80 metri, in difformità rispetto a quanto la medesima Provincia annunciava nel 2015?
4) L’accorciamento rispetto ai precedenti 115 metri ha ragioni tecniche ben fondate?
5) È reale, nella progettazione definitiva, la riduzione delle opere di contenimento sul fiume Vomano rispetto alla progettazione preliminare?
6) Quali ragioni sono sottese all’eventuale discrepanza fra il progetto preliminare e quello definitivo?
7) Come mai nella determinazione dirigenziale n. 1529 del 3 settembre 2018 traspare una diffidenza del dirigente del settore Appalti per i suoi uffici, per il RUP e per la commissione interna che ha approvato il progetto poi confluito nel contratto di appalto firmato lo scorso marzo?
8) L’incarico esterno all’ing. Cameli che esito avrà? Non sarà mica che Renzo Di Sabatino, nel fornire la cronologia dei prossimi step procedurali, già conosca i contenuti della relazione che l’ingegnere esterno incaricato rimetterà entro il 3 ottobre 2018? E se non li conosce, come è possibile che indichi il termine massimo della verifica del progetto esecutivo da parte degli uffici tecnici provinciali per la data del 10 settembre? Come è possibile che indichi il termine massimo per l’approvazione del progetto esecutivo entro il 25 settembre nonché la consegna dei lavori per il 30 settembre 2018 e cioè in data anteriore al termine della convenzione con l’ingegnere che è stato chiamato a revisionare proprio l’intera progettazione?
9) Perché la Provincia non ha risposto alla Regione Abruzzo che lo scorso giugno sollecitava la rendicontazione relativa al finanziamento in essere? 10) Perché si è già chiesta una proroga alla Regione se la Provincia rassicura che le tempistiche non siano affatto esagerate?
11) Renzo Di Sabatino conosce la determinazione dirigenziale 1529 del 3 settembre scorso oppure la ignora?
12) L’incarico a Vincenzo Cameli è (Dio non voglia) pilotato oppure si vorrebbe influenzare il libero giudizio professionale dell’ingegnere incaricato?
13) Se Cameli bocciasse il progetto cosa succederebbe? E se consigliasse delle modifiche progettuali cosa accadrebbe?
14) Perché elargire oltre 25mila di denaro della collettività a un professionista per un solo mese di lavoro? I dipendenti provinciali non sono in grado di portare a termine determinati incarichi?
15) Se la Provincia di Teramo alza bandiera bianca riguardo il cuore delle proprie funzioni e cioè quelle tecnico-progettuali, che senso ha che continui a gestire oltre 1.500 chilometri di strade con i relativi ponti?
“La collettività ha il diritto di conoscere ma soprattutto – conclude Leandro Bracco – Renzo Di Sabatino ha il dovere di fornire risposte inequivocabili, precise e puntuali”.
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