I consiglieri Mario Giuseppe Lattanzio e Vanessa Combattelli chiedono un provvedimento del Presidente Mattarella per evitare la chiusura dell’ospedale in una zona altamente sismica
POPOLI (PE) – Gli eventi tragici che si sono abbattuti sull’Abruzzo in questo periodo riportano all’attenzione della opinione pubblica l’importanza del mantenimento degli ospedali nelle aree interne.
Assicurare i servizi sanitari in un territorio vasto e diversificato come quello della nostra regione è di vitale importanza per le popolazioni residenti ,ma anche per i turisti.
Non ci può essere una qualità di vita decente se non assicuriamo a ogni cittadino la migliore assistenza possibile soprattutto quando ha un bisogno sanitario che rientra nell’emergenza-urgenza.
Sul tema sono intervenuti i consiglieri Mario Giuseppe Lattanzio e Vanessa Combattelli del gruppo consiliare “Prima Popoli” .
Di seguito la loro nota:
Le tragedie che si stanno consumando in questi giorni evidenziano una grave carenza nel nostro territorio dovuta ai continui tagli a carico delle realtà comuni, sono state commesse scelte politiche sbagliate il cui prezzo, amarissimo, viene pagato dalla gente.
Ancora una volta ribadiamo l’importanza di poter contare su un Ospedale, sopprimerlo significa far danno a tutti quei cittadini che, oserei dire coraggiosamente, continuano a vivere in realtà spogliate che garantiscono sempre meno.
Possiamo fare la differenza salvando quel che resta, noi del gruppo consiliare “Prima Popoli” ci siamo appellati al Presidente Mattarella affinché garantisca a tutti la sicurezza di poter contare sul nostro Ospedale, non siamo disposti a farci prendere in giro: puntualmente lo stato ci ricorda quando i riflettori sono puntati su di noi, si ricordano della gente a tragedia consumata.
I cittadini di Popoli,inascoltati,hanno paura
Non siamo più disposti a lasciarci prendere in giro, Popoli e i cittadini le hanno provate tutte, ci siamo appellati a chiunque potesse aiutarci, abbiamo fatto un consiglio straordinario invitando il governatore D’Alfonso e l’assessore alla sanità Paolucci ma loro non ci hanno degnato minimamente della loro presenza, venendo nuovamente derisi e presi poco sul serio.
La gente ha paura, lo ripetiamo da tempo, il terremoto dello scorso 24 agosto 2016 aveva allarmato gli animi ma poi, dopo qualche settimana, a riflettori spenti, ogni cosa è stata dimenticata.(Popoli dal 2009 fa parte del cratere sismico dopo il sisma de L’Aquila)
La stessa cosa accaduta dopo le recenti scosse del 18 gennaio 2017.
E’ questo il grande problema dell’Italia: capiamo in ritardo, quando c’è il sole non pensiamo, siamo convinti che nulla di cattivo possa accadere, quando ci troviamo di fronte ad un’emergenza si resta dispiaciuti, è vero, ma mai ci si domanda cosa si potrebbe fare, si riflette sugli errori del passato senza considerare minimamente di intervenire per salvaguardare il futuro.
Appello al sindaco
Vogliamo risposte certe, sia come consiglieri, che come cittadini, ci appelliamo al sindaco Galli, che risponde all’area politica (del governo e della regione, PD) di coloro che condannano l’Ospedale di Popoli.
Al sindaco
chiediamo di intervenire sul serio, mettendo nero su bianco, le parole non risolveranno alcuna tragedia, se davvero si vuole bene al paese e se davvero si vuole dare una risposta contro questa classe politica determinata ad uccidere le realtà comuni,
chiediamo di dimettersi e riconsegnare la fascia al prefetto che è il rappresentate del governo, lo deve fare per determinare il suo dissenso nei confronti della linea politica del suo partito che sta distruggendo le zone interne condannando a morte i cittadini che le popolano, di unirsi alla causa di tutti, dei suoi cittadini che ha promesso di rappresentare e difendere, perché è in questi casi che il bene collettivo deve essere anteposto alle proprie ambizioni personali.
Per Popoli e per i popolesi, per tutta quella gente che fa riferimento al nostro Ospedale, un bene che vale molto di più di qualsiasi carica politica, umilmente noi chiediamo un’azione concreta volta a salvaguardare tutti, anche a riflettori spenti, anzi, esattamente a riflettori spenti.