A ricevere il premio é stata Ornella Iavicoli, moglie di Russi e presidente dell’omonima fondazione a Pescara
L’AQUILA – Premio speciale a Luciano Russi per il libro postumo “Ancora” (Di Felice Edizioni) in occasione del 22° Premio di letteratura internazionale L’Aquila Bper Banca intitolato a Laudomia Bonanni.
Luciano Russi (Cappelle sul Tavo 1944-2009) è stato rettore dell’Università di Teramo dal 1994 al 2005 e ordinario di Storia delle idee politiche e sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. Ricordato come studioso delle spinte ideologiche che hanno prodotto il processo politico dell’Unità d’Italia, può definirsi un intellettuale di confine tra la storia, la politica, la società, la poesia e lo sport.
A ricevere il premio Ornella Iavicoli, moglie di Russi e presidente dell’omonima fondazione a Pescara, alla presenza della giuria presieduta da Stefania Pezzopane. A consegnare il premio il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse, dopo l’intervento del giurato Renato Minore e la lettura di una poesia da parte dell’attrice Eva Martelli.
Quella di Luciano si potrebbe definire, come ha sottolineato Renato Minore, “una poesia interrogativa e dubbiosa, che riflette continuamente sulla sua natura e vive nella cornice delle sacre fonti letterarie più amate e all’ombra di esse fa scivolare le occasioni della vita, l’esperienza, la componente di riflessione sociale e politica. Era qualcosa di forte e nasceva proprio dalla considerazione che nulla nel suo scrivere versi si era svolto in progressione o per accumulo, ma per balzi, riprese, macchie scure che improvvisamente s’illuminavano e zone più luminose che al contrario mostravano un imprevisto lato oscuro. Quello che viene fuori da questo libro non è un selfie, un autoritratto, ma qualcosa di più complicato, di meno evidente della semplice addizione con cui molti poeti si affidano alla provvida struttura della presentazione lineare di sé stessi arrivati ad una certa età e ad una certa (auto)considerazione della propria opera. È un poeta colto e malinconico, interrogativo e pensoso, che del suo pensiero e della sua cultura sapeva ancora fare il sottotono di un verso perplesso e comunque molto molto deciso, più che nelle risposte confortanti, nelle domande che si moltiplicano in altre domande, in una spirale davvero tentatively per citare il nostro amato Ennio Flaiano”.