PENNA SANT’ANDREA – Una occasione per presentare i risultati e le prospettive di un meticoloso e attento lavoro di ricerca che va avanti da 8 anni nell’ambito del progetto Rete Tramontana e che, lo scorso 7 maggio, ha ottenuto il prestigioso Premio European Heritage Awards 2020, queste alcune delle finalità dell’incontro in programma venerdì 31 luglio 2020, a Penna Sant’Andrea (TE), in Piazza Vittorio Veneto dalle 20,45. Si tratta della prima cerimonia locale in Europa legata al Premio per l’anno 2020 con la finalità anche di celebrare l’importante riconoscimento ottenuto da Rete Tramontana III.
Dopo essere stato riconosciuto come una delle “Success stories” di Europa Creativa, infatti, il progetto “Rete Tramontana”, costituito da 8 associazioni di 5 Paesi (Francia, Italia, Polonia, Portogallo e Spagna), ha visto aggiudicarsi due mesi fa questo importante Premio per le azioni in favore del patrimonio europeo, arrivando a essere, tra i 21 progetti premiati da Europa Nostra, l’unico italiano premiato nella Categoria “Ricerca” sul tema della conservazione del patrimonio culturale immateriale insieme al progetto del Museo Egizio di Torino, premiato per la digitalizzazione e messa a disposizione online in una piattaforma della propria collezione papirologica (patrimonio materiale).
La cerimonia di venerdì, organizzata dalle associazioni teramane Bambun per la Ricerca demo-etno-antropologica e Visuale e LEM-Italia (Lingue d’Europa e del Mediterraneo), sarà ospitata dal Comune di Penna Sant’Andrea, capofila del progetto Gran Sasso Laga Intangible Cultural Heritage (ICH – www.gransassolagaich.it) sviluppato all’interno del più ampio progetto europeo “Rete Tramontana III”.
Il Sindaco di Penna Sant’Andrea, Severino Serrani, aprirà la cerimonia, durante la quale verrà trasmesso anche un videomessaggio dedicato all’evento e al progetto Rete Tramontana del Professor Paolo Vitti, membro del Consiglio direttivo di Europa Nostra. Saranno presenti anche il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Dino Mastrocola, e il Presidente della Fondazione Tercas, Marino Iommarini, sostenitori del progetto. Interverranno, inoltre, Luis Gomes da Costa, Presidente dell’Associazione portoghese Binaural Nodar, capofila della Rete internazionale Tramontana, Gianfranco Spitilli e Giovanni Agresti, responsabili scientifici del progetto per le associazioni abruzzesi Bambun e LEM-Italia, e Mauro Vanni, Presidente dell’Associazione Itaca per lo Sviluppo dei Territori, partner amministrativo di progetto.
All’evento sono invitati i Sindaci dei Comuni dell’area teramana e aquilana (Arsita, Basciano, Campotosto, Castel Castagna, Castelli, Colledara, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al Vomano, Pietracamela, Tossicia, oltre ovviamente a Penna Sant’Andrea) e delle province di Pescara e Chieti (Loreto Aprutino, Salle, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Pretoro) coinvolti nel progetto nell’ultimo triennio. La serata sarà un’occasione per presentare alcuni risultati di ricerca relativi alle attività di progetto anche alla presenza di alcuni testimoni privilegiati intervistati dai ricercatori Tramontana.
Il progetto Rete Tramontana III si basa sul lavoro completato durante i progetti Rete Tramontana I (2012-2013) e Rete Tramontana II (2014-2015), e ne espande le prospettive. In queste precedenti fasi, la Rete Tramontana ha condotto oltre 1.200 indagini sul campo nell’ambito, tra gli altri, della linguistica, dell’antropologia, dei paesaggi sonori e dell’etnomusicologia. Sono state raccolte documentazioni fotografiche e audiovisive e acquisiti repertori testuali. Un database con una parte di questo materiale è ora disponibile su un portale di notevole importanza per lo studio e la promozione della cultura delle regioni coinvolte. Oltre alle attività di ricerca, sono stati organizzati seminari, attività didattiche, mostre multimediali e proiezioni video in collaborazione con numerose istituzioni, università, scuole, fondazioni, biblioteche e musei.
Le due associazioni italiane della Rete Tramontana III, Bambun e LEM-Italia, hanno operato in Italia Centrale e in particolare in Abruzzo, a stretto contatto con le comunità rurali di montagna del Gran Sasso e della Maiella. Dalla loro collaborazione all’interno della Rete Tramontana è nato anche un progetto congiunto dedicato alla costruzione di un inventario dei beni culturali immateriali della zona del Gran Sasso e Monti della Laga: Gran Sasso Laga Intangible Cultural Heritage – ICH. Le due équipe italiane di ricerca di Rete Tramontana III sono formate da Gianfranco Spitilli (coordinatore, Università di Teramo/Centro Studi Don Nicola Jobbi), Stefano Saverioni (responsabile audiovisivo), Marta Iannetti, Emanuele Di Paolo e Giancarlo Pichillo per l’Associazione Culturale Bambun, e Giovanni Agresti (coordinatore: Université Bordeaux Montaigne), Silvia Pallini, Gabriella Francq, Renata De Rugeriis Juarez, Giulia Ferrante per l’Associazione LEM-Italia. Le due associazioni sono state affiancate dal supporto amministrativo e progettuale di due partner importanti: ITACA per lo Sviluppo dei Territori, coordinata da Mauro Vanni e Pan Speech s.r.l., società specializzata nei processi partecipativi legati al patrimonio.
Durante l’incontro verrà presentato anche il volume “Memoria Tramontana. Cambiamenti nell’Europa rurale visti dai suoi abitanti” in lingua Francese e Inglese curato da Gianfranco Spitilli, Giovanni Agresti e Luís Costa, in cui sono state inserite otto interviste, una per ogni organizzazione partner delle ricerche, frutto degli incontri e delle testimonianze raccolte sul territorio sul tema del cambiamento nell’Europa rurale, un cui ci sono anche link accessibili tramite QR code alle interviste video.
“Scopo di questo incontro – commenta il coordinatore Gianfranco Spitilli – è anche ringraziare, come possibile in tempi di Covid-19, le tante istituzioni e persone che ci hanno sostenuto, mostrando alcuni dei risultati ottenuti in termini di ricerche, produzioni, incontri e di rendere auspicabile e percorribile una continuazione del progetto. Portare l’attenzione sulle aree interne e i territori montani e rurali ci sembra un compito importante, che passa attraverso la conoscenza diretta, la fatica del tentativo di un incontro reale e continuativo. Alimentare e sostenere la trasmissione culturale in aree marginali è, infatti, uno dei nostri scopi principali, quello per cui lavoriamo sin dall’inizio, mettendo al centro del discorso pubblico e dell’attenzione locale, pratiche che molti considerano o solo in chiave marketing o con malcelato disprezzo e che anche localmente si traducono in sentimenti ambivalenti, fra l’orgoglio e la vergogna, la fierezza e il disagio. Ci sono tanti piccoli segnali di cambiamento e noi cerchiamo di alimentarli. Far raccontare alle persone la propria vita, il proprio mondo, il pensiero che hanno sulle cose è ad esempio uno di questi strumenti. Abbiamo raccolto centinaia di testimonianze in quest’ottica, con attenzione anche ai dialetti locali, alla conoscenza dei luoghi, riprendendo anche il filo di attività sommerse, come il canto contadino legato al lavoro agricolo, pratiche rituali itineranti o attività che ora lentamente sembrano trovare nuova linfa. Tramontana cerca di raccontare tutto questo anche in modo sperimentale, con installazioni, creazioni sonore, produzioni che intrecciano le arti contemporanee con l’antropologia, la sociolinguistica, l’etnomusicologia. Questa dimensione creativa è una delle chiavi di volta del progetto. Una efficace sintesi di quello che ci muove la offre una frase che ripeteva sempre Fulvia Celommi: ‘Pensare a una società del futuro come se avesse dei caratteri eterni’”.