MILANO – Il vincitore del Premio Parete 2020 è Giorgio Armani: “per l’entusiasmo nel coniugare conoscenza e intrapresa, per la sua personalità straordinaria, capace di imprimere un segno inconfondibile su un’epoca e che, ancora oggi, lo rende l’icona italiana per eccellenza nel mondo”.
Una storia che raccoglie il messaggio di Ermando Parete, che accanto al racconto dell’orrore vissuto nel campo di sterminio nazista di Dachau, spronava sempre gli studenti delle scuole in cui portava la personale testimonianza all’impegno e alla perseveranza. Leader indiscusso della moda italiana, è una personalità imprenditoriale di spicco del panorama nazionale e internazionale, che incarna i valori dell’eccellenza, del prestigio intellettuale, del dinamismo, dell’integrità e dell’indipendenza.
Nelle edizioni più recenti, il riconoscimento del Premio Parete è andato a Giovanni Tamburi (2019), Vittorio Colao (2018) e Marco Carrai (2017). La cerimonia di consegna si terrà, il prossimo mese di Ottobre, in Università Bocconi a Milano, insieme con la Borsa di studio Premio Parete destinata a un allievo meritevole del celebre ateneo lombardo.
Il nome di Giorgio Armani è stato annunciato questa mattina, nel corso della diretta streaming di proclamazione, dalla giornalista Rai Bianca Berlinguer.
Antonio Di Marco nel suo intervento ha illustrato il progetto che si ha in animo di realizzare ad Abbateggio: l’istituzione di un Museo della memoria ad Abbateggio nella casa natale di Ermando Parete.
«Il “primo presidio della memoria abruzzese” che custodirà anche scritti, video e testimonianze del sottufficiale della Guardia di Finanza, ultimo sopravvissuto italiano del campo di sterminio di Dachau. Il museo della Shoah in quella sede rinsalderà i legami con la terra che Parete tanto amava e dove tutto è iniziato. Ad Abbateggio, Parete si è raccontato per la prima volta nel 2005, dopo decenni di silenzio. Da quel momento per Ermando la memoria è stata la missione di una vita, un impegno infaticabile portato avanti con passione e costanza, anche nel ricordo del dolore patito in quella tragica prigionia. Non faceva mai mancare la sua presenza durante le celebrazioni del Giorno della memoria ogni 27 gennaio, raccontando della sua terribile esperienza. Nella consapevolezza dell’esperienza vissuta e testimone diretto delle sofferenze patite a causa del nazismo, ha dedicato l’ultima parte della sua vita a diffondere tra i giovani l’entusiasmo per la vita e l’importanza della memoria attraverso attività divulgative nelle scuole di ogni ordine e grado. L’istituzione di un Museo della memoria ad Abbateggio nella casa natale di Ermando Parete ha in sé il coraggioso compito di conservare nel presente e nel futuro la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro paese affinché simili eventi non possano e non debbano mai più accadere. La memoria storica è un bisogno e un dovere per prendere coscienza, capire, e quindi non commettere mai più gli stessi errori».