Al Teatro Marruccino premiati Simone Inzaghi, Arrigo Sacchi, Riccardo Cucchi e Sergio Di Sciascio. Le interviste ai protagonisti del Premio Nazionale
CHIETI – Si è svolto ieri al Teatro Marrucino di Chieti il Premio Nazionale “Giuseppe Prisco” alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva. L’edizione 2017 (XV° in assoluto) è stata presentata come di consueto dal giornalista Stanislao Liberatore. Sono stati premiati Simone Inzaghi (allenatore Lazio), il giornalista di RadioRai Riccardo Maria Cucchi (Premio Speciale di Giornalismo “Nando Martellini”, quest’anno alla sua XII edizione).
Inoltre la giuria, d’intesa con il presidente del Comitato organizzatore Marcello Zaccagnini, ha deciso di attribuire il “Premio Speciale della Giuria” ad Arrigo Sacchi. Assenti gli altri due vincitori delle rispettive categorie: Antonio Percassi (presidente Atalanta) e Andrea Belotti (attaccante Torino).
La giuria che ha decretato i vincitori del Premio è presieduta da Sergio Zavoli e composta da Italo Cucci, Gianni Mura, Gian Paolo Ormezzano, Marco Civoli, Franco Zappacosta, Ilaria D’Amico e coordinata dall’imprenditore Marcello Zaccagnini, presidente del Comitato organizzatore.
UMBERTO DI PRIMIO, SINDACO DI CHIETI
“Nella nostra città spesso inseriamo tanti eventi poiché la caratterizzino credo che abbia ragione chi la organizza ormai da diversi anni, il Premio Prisco è tra quelle cose che possono inorgoglire un’intera città, un’intera comunità e quindi possono diventare anche il simbolo della città. Io credo che si possa fare in modo che il Premio Prisco possa diventare il patrimonio non solo di chi ogni anno lo onora con la propria presenza, ma di tutti. Queste sono le cose di cui ha bisogno una città: portare degli esempi positivi che sono quelli che si propongono con i premiati, ma anche quelli che ne godono nelle giornate come questa. Sono ormai un qualcosa di rarissimo di cui le comunità hanno bisogno e non possiamo che ringraziare gli organizzatori che vogliono condividerle con noi”.
NOTA: le dichiarazioni integrali di Cucchi, Inzaghi e Sacchi sono disponibili sul video.
RICCARDO CUCCHI
“Peppino Prisco ha dato molto al calcio soprattutto una cosa ritengo che oggi sarebbe molto necessaria: l’ironia. Prisco era un grande tifoso, un appassionato, attraeva un sacco di gente, attraverso le sue battute era possibile amare di più il calcio e anche rispettare di più l’avversario perché Prisco era tagliente con le sue battute, ma sempre nel rispetto dell’avversario. Oggi purtroppo assistiamo ad un calcio che viene preso in modo diverso in cui manca proprio l’aspetto dell’ironia, spero che qualcuno riesca a ripescarla con le sue capacità necessarie…”.
INZAGHI
“Sicuramente i miei ragazzi hanno fatto una grande stagione abbiamo fatto un qualcosa di straordinario perché abbiamo centrato l’Europa League, abbiamo centrato l’Europa con tre giornate di anticipo, abbiamo ottenuto la finale di Coppa Italia, sapevamo di aver fatto qualcosa di unico e dopo la partita di Crotone pianificheremo nel migliore dei modi la prossima stagione..”.
ARRIGO SACCHI
“Da piccolo Peppino Prisco lo ascoltavo e mi piaceva la sua voce, la sua intelligenza io ho amato il calcio, l’ho fatto con grande passione e ho dato tutto me stesso. Ho impiegato una vita a migliorarmi e per migliorare gli altri, però ad un certo momento chiedevo ai giocatori che dessero la vita calcisticamente parlando che vuol dire essre degli eroi. Quando una persona fa tutto quello che può è un eroe. Chiedevo questo, io ero il primo, non potevo dire ‘armiamoci e partite’. Questa ossessione che avevo mi ricorda una frase di Pavese, ‘non c’è arte senza ossessione’, e io dicevo ai giocatori che non sono sicuro che ci sia arte, ma l’ossessione ce l’ho, quindi mi impegnavo molto. Purtroppo avevo anche un’idea che era un po’ diversa rispetto a quella che era la nostra storia nonostante la tradizione…”.