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Presentato il progetto ‘Pescara Real Piazza’

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PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ,nel corso della conferenza stampa  convocata  ieri con il consigliere comunale Di Biase, per ufficializzare il progetto di Pescara Real Piazza, ha detto che saranno ridisegnati i confini di quello che oggi viene chiamato ‘centro storico’ e verranno restituiti  alla città i contorni della sua storica Piazzaforte, riportando alla luce le tracce di quel passato con i suoi reperti.

Sono questi gli obiettivi principali del progetto ‘Pescara Real Piazza’ elaborato dal consigliere delegato alla ‘valorizzazione del patrimonio storico della città e della gestione culturale dell’archivio storico comunale’ Licio Di Biase, impegnato nel recupero del luogo della memoria, della cultura, delle nostre radici, dopo la riscoperta delle gallerie sotterranee della vecchia fortezza.

Ha precisato il sindaco:

mi soffermo solo su alcune considerazioni che oggi danno un significato supplementare al nostro incontro. Da qualche giorno  si è aperto a Pescara un dibattito che ha ormai già assunto, suo malgrado, i contorni di un confronto istituzionale sulle sorti della nostra città e della nostra provincia. Come ormai tutti sappiamo, con la manovra del Governo denominata ‘Spending Review’, è stato stabilito il taglio del numero delle Province sul territorio italiano, alcune sono destinate a essere ‘accorpate’, provvedimento che poi si sostanzierà nella scomparsa materiale di alcune Istituzioni decisa sulla base di alcuni freddi parametri numerici, come la popolazione, l’estensione del territorio in termini di chilometri quadrati e il numero dei Comuni che fanno parte di quelle Province. E, stante così la situazione, Pescara sembrerebbe essere nell’elenco di quelle Province destinate a scomparire, una notizia che ha subito scatenato il dibattito in seguito a un’uscita, non proprio felice, dell’amico Di Giuseppantonio, Presidente della Provincia di Chieti, secondo il quale sarebbe naturale che, con l’accorpamento di Pescara e Chieti, il ruolo di capoluogo di provincia, dovrebbe essere destinato alla città di Chieti, città che avrebbe, a suo dire, una storia, anche istituzionale, più lunga di quella di Pescara, bollata come ‘città di commercianti’. Come sapete ho subito contestato quell’uscita, prima in modo un po’ colorito, omaggiando l’amico Di Giuseppantonio, del libro ‘La Grande Storia di Pescara Castellamare dalle Origini al XX Secolo’, scritta proprio dall’amico Licio Di Biase, peraltro appartenente allo stesso partito del Presidente Di Giuseppantonio, un libro che smentisce completamente la tesi del Presidente. Poi ho contestato in maniera seria e istituzionale quelle affermazioni ricordando il ruolo che Pescara ha recitato e continua a recitare, oggi più che mai, nel panorama regionale, quale città ‘motore economico, culturale, turistico e sportivo dell’Abruzzo intero’. Pescara-seconda sede ufficiale della Regione Abruzzo, intesa come Istituzione; Pescara quale baricentro della vita della nostra regione, un ruolo innegabile che non può essere disconosciuto solo per una data anagrafica, perché è evidente che negli anni il capoluogo adriatico, grazie anche alla sua posizione geografica, città sul mare a due passi dalla montagna, ha conosciuto uno sviluppo unico e superiore al resto della regione. Ma soprattutto ho contestato l’affermazione secondo cui Pescara è una città storicamente inferiore a Chieti perché non è corrispondente al vero e proprio gli studi, i documenti, gli atti rintracciati negli anni da Licio Di Biase, ormai storico ufficiale e affermato, testimoniano le nostre radici che affondano addirittura nell’età dei romani. E poi pensiamo ai resti di Santa Gerusalemme, ai resti dell’antico porto che erano riemersi a fine anni ’90 durante i lavori di riqualificazione di Pescara Vecchia, pensiamo al mosaico romano rinvenuto sul lungofiume, pensiamo ai documenti storici che ci raccontano l’evoluzione millenaria di Pescara. Dunque non può certamente essere la ‘questione storica’ il pretesto per ridurre Pescara a un ruolo di ‘comparsa’ istituzionale e l’ho ribadito anche ieri, ponendomi alla guida di un coordinamento, di una ‘cabina di regia’ istituzionale operativa, nella quale chiederò anche la presenza dei sindaci di Spoltore e Montesilvano, oltre che di tutte le Organizzazioni economiche del territorio, per portare avanti sino in fondo la nostra battaglia in difesa di Pescara, del suo ruolo sul territorio e del suo essere capoluogo di provincia. E in tal senso il progetto che oggi presentiamo assume un significato ancora più rilevante perché punta a far riemergere quelle tracce del nostro passato che saranno frecce nel nostro arco per tutelare la ricchezza culturale della nostra città. Fra l’altro ne approfitto per ricordare, senza alcuna vena polemica, come già tempo fa l’amico Di Biase, facendo delle ricerche sulle ragioni che hanno determinato la scelta tra L’Aquila e Pescara del capoluogo di regione, favorendo L’Aquila, e rileggendo le carte del dibattito sviluppatosi tra il ’46, ’47, ’48 e ’49, ha scoperto che L’Aquila ha prevalso perché passò per essere una città più antica a discapito di Pescara che era vista come una città più dinamica ma ‘troppo’ giovane, e invece oggi sappiamo che quello è stato un falso storico perché Pescara trova le sue radici in epoca romana, e il mosaico ne è una prova lampante, L’Aquila è invece stata fondata nel periodo Angioino, dunque nel 1200-1300. Il progetto ‘Pescara Real Piazza’ si articola in sette obiettivi e in ultima analisi punterà alla riscoperta e al recupero delle gallerie sotterranee della vecchia fortezza di Pescara, che corrono sotto la linea della Ferrovia, con cunicoli e passaggi già tracciati sulla carta che vogliamo riportare alla luce.

Ha detto Di Biase:

Il progetto mira a concentrare l’attenzione della città su un’area che per tre secoli è stata sede di una delle più importanti strutture difensive del Regno delle Due Sicilie e l’idea è nata dall’acquisizione della consapevolezza che segmenti della Piazzaforte spagnola, realizzata nella seconda metà del 1500 e abbattuta dopo l’Unità d’Italia, sono ancora recuperabili e visibili. Ma soprattutto dall’iniziativa è scaturito il desiderio di andare oltre, ossia trasformare l’area delimitata dal perimetro della Piazzaforte nel cuore pulsante storico-culturale della città. Il Progetto si articola in sette punti: rendere innanzitutto riconoscibile il perimetro della Piazzaforte adottando, ad esempio, una pavimentazione unica e particolare, estendendo quella già esistente nel cosiddetto centro storico racchiuso tra piazza Garibaldi, corso Manthonè, piazza Unione e via delle Caserme. Con il nostro progetto vogliamo invece riportare il centro storico ai suoi confini originari, ossia via Conte di Ruvo, la Ferrovia, Rampigna-ponte D’Annunzio e Ponte Risorgimento. Poi vogliamo recuperare le vecchie mura della Piazzaforte e i suoi luoghi sotterranei e in tal senso opereremo in due fasi: inizialmente interverremo nel rilevato Ferroviario, di fronte al Rampigna, poi in via Orazio; quindi intendiamo rendere riconoscibili e visibili gli elementi storici e culturali racchiusi nel perimetro della Piazzaforte, attraverso un censimento e una capillare catalogazione; quindi organizzeremo un convegno con relativa mostra e pubblicazione del catalogo nel 2013; andremo a valorizzare tutto il patrimonio di conoscenza sulla piazzaforte, compreso il video tridimensionale realizzato dall’Itis Volta, realizzando altro materiale; realizzeremo una guida dettagliata per un percorso ragionato nella Real Piazza; e infine individueremo un magazzino per la collocazione dei reperti già rinvenuti nel territorio comunale e oggi conservati nei magazzini della Soprintendenza a Caprara. Attorno al progetto  lavorerà un Comitato che vede la presenza di Patrizia Tomasetti, Rappresentante della Sovrintendenza ai Beni Architettonici, Claudio Varagnoli, della Facoltà di Architettura, Enzo Fimiani per la Provincia di Pescara, Giulio De Collibus per il Museo delle Genti d’Abruzzo, Dario Recubini per le Ferrovie, Silvano Agostini, come rappresentante della Soprintendenza ai Beni Archeologici ed Enrico Siena per l’Archeoclub.

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