PESCARA – Domani,28 Giugno alle ore 18.00, nell’ambito degli Incontri in Biblioteca, presso la Sala Figlia di Jorio del Palazzo della Provincia di Pescara,si terrà la presentazione del libro “La Spirale di Gabelentz” Morfologia e tipologia delle lingue di Lucio D’Arcangelo (Edizioni Solfanelli).
Ne parleranno con l’autore:
Ezio Sciarra (Università D’Annunzio) e Barbara Turchetta (Università della Tuscia)
Interverranno:
l’avv. Fabrizio Rapposelli, Vice Presidente della Provincia di Pescara
e l’editore Marco Solfanelli
Scheda del libro:
Si è parlato spesso, specie nei media, della presunta “rivoluzione” chomskyana, ma la vera rivoluzione, cominciata negli anni ’70, sta nell’ampliamento planetario dell’orizzonte scientifico con lo studio di lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell’Australia e l’esplorazione, tuttora in corso, di territori sotto questo profilo ancora vergini come la Nuova Guinea e il Sudamerica tropicale: un fatto mai avvenuto in proporzioni così estensive, che ha prodotto un terremoto delle conoscenze devastante per tutte le teorie che si sono succedute nell’ultimo cinquantennio.
A questo mutamento epocale non hanno certo contribuito i linguisti “da tavolino”, ma quei ricercatori che, bagagli alla mano, sono andati sul posto e come i vecchi “viaggiatori” ci hanno edotto della straordinaria ricchezza linguistica del pianeta, ragguagliandoci sulle lingue più disparate e singolari : una ricchezza che non è completamente naturale né completamente culturale e fa del linguaggio, un “oggetto di terza specie”, il più complesso di tutti, rivelatosi irriducibile alle aspettative teoriche anche più modeste.
Rivolgendo la propria attenzione alla morfologia, una delle dimensioni più osservabili del linguaggio, questo libro intende misurarsi con quello che Dell Hymes chiamò un “fenomeno vitale manifesto”, oggi apparso in tutta la sua portata: la radicale diversità delle lingue, che certe teorie diventate popolari vorrebbero negare, trincerandosi dietro espressioni oscure (“struttura profonda”) ed idee antiquate (“grammatica universale”).
Le regolarità che si possono osservare in un universo così cangiante e imprevedibile sono sempre parziali ( il più delle volte aerali) e comunque relative. Correlarle è ancora più difficile e, come scrive Max Plank, “questo crea un enorme potenziale di eterogeneità nella diversità delle lingue, che, se si realizzasse pienamente, renderebbe la tipologia morfologica impraticabile”.
Perciò oggi si va affermando nella linguistica la tendenza a rigettare le gabbie teoriche, di qualunque natura esse siano, ed ancor più gli apriori dottrinari, nella persuasione che le lingue vanno studiate senza paraocchi e, quanto più possibile, iuxta propria principia.