PESCARA – Il progetto temporaneo di convogliamento delle acque del fiume Pescara oltre la diga foranea per eliminare il riservo su spiaggia è stato illustrato ieri dall’autore, l’architetto Nino Catani, che lo ha elaborato. Il progetto, portato all’attenzione dalla Confcommercio e sostenuto anche dalle altre sigle del settore balneare, sempre oggi è stato al centro di un incontro tenutosi in Regione con il sottosegretario alla Presidenza per l’Ambiente Mario Mazzocca, a cui hanno partecipato anche Comune di Pescara, Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti, Confindustria e Ciba. La conferenza si è tenuta alla fine dell’incontro e in Sala Giunta a illustrare tempi, modi e costi dell’intervento c’erano: il sindaco Marco Alessandrini, il sottosegretario regionale Mario Mazzocca, il presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, l’assessore comunale al Demanio Enzo Del Vecchio, il consigliere Riccardo Padovano in rappresentanza del Sib Confcommercio, l’architetto Nino Catani promotore del progetto, il consigliere Piero Giampietro e Mario Troisi per la Fiba Confesercenti.
“Il progetto che viene esposto è una misura a cui guardiamo positivamente, diamo il nostro pieno sostegno, in quanto cumulativa, perché si aggiunge a tutte le altre attività da noi messe in campo per il disinquinamento del fiume Pescara – esordisce il sindaco Marco Alessandrini – La barriera, pienamente sostenibile ed ecocompatibile, è da realizzare in capo al Provveditorato alle Opere Pubbliche e la Regione è il soggetto che fornirà la copertura finanziaria. Dal nostro canto non possiamo che augurarci che contribuisca alle azioni di salvaguardia della balneabilità del mare che questa Amministrazione ha già messo in campo, non ultimi i lavori del Ponte Nuovo che sono stati una preziosa occasione anche per trovare, raccogliere e bloccare ulteriori scarichi abusivi e convogliarli nel DK15, cosa che abbiamo fatto e che continueremo a fare in sinergia con tutti i soggetti preposti alla tutela di fiume e mare”.
“La natura dell’ incontro svolto in Regione è ancora preliminare – spiega il sottosegretario alla Presidenza Mario Mazzocca – volto ad approfondire alcune tematiche, in primis la fattibilità dell’intervento, la possibilità, poi, che non venga assoggettato a procedura di Via e si possa procedere per le vie brevi, la copertura finanziaria, i tempi necessari per metterlo in cantiere, il quadro economico, la manutenzione e la cantierizzazione dell’opera ai sensi della legge. Facendo la sintesi di tutte le tempistiche connesse ad ogni tipo di adempimento che la normativa vigente ci chiede, entro dieci giorni contiamo di ufficializzare la procedura, così avremmo la possibilità di realizzare il progetto e renderlo operativo, quindi finito, entro la prima decade di giugno. La durata dei lavori di apposizione della barriera è di 20/25 giorni; c’è però la procedura di affidamento dei lavori, che deve essere preceduta da una conferenza di servizi che oggi abbiamo stabilito si potrà svolgere in Capitaneria e col supporto del Provveditorato, appena il progetto diventerà definitivo e si saranno trovate le risorse necessarie”.
“Il progetto parte da una serie di dati necessari redatti dall’Ispra, stituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – illustra l’architetto Nino Catani – poi ci sono foto aeree in cui si vede l’effetto tappo della diga foranea nel tempo; abbiamo trovato anche uno studio dell’Apat, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, realizzato in sinergia con altri enti in cui già dal 2005 proponevano di mettere una barriera galleggiante a tutela dell’acqua marina. L’acqua dolce è più leggera di quella salata e può essere convogliata al largo, oltre la diga foranea. Il progetto mira infatti a creare un naturale deflusso con una barriera galleggiante flessibile, che si muove secondo l’altezza delle maree. Il progetto parte dalla testa del molo nord, si allarga e conduce le acque oltre la diga foranea. Tutta la barriera è lunga 800 metri complessivamente, accompagnata da una serie di boe e cime luminose che ne segnaleranno la presenza ai natanti, costantemente. La profondità è minima: va da 1,5 m. dalla base di attacco del molo dove ci sono gli scogli e diventa più profonda, con un’altezza costante di 2,50, per il resto della barriera. E’ realizzata con materiale collaudato per resistenza ed ecocompatibilità, si tratta di un telo a doppio strato di poliestere e Pvc. E’ una protezione temporanea, quindi per tutta la stagione balneare e rimovibile in seguito, per poter essere riutilizzata all’occorrenza. Un principio che ha trovato applicazione soprattutto nelle operazioni di contenimento degli idrocarburi e che viene usato in zone costiere dell’Adriatico, ma anche sul lago d’Iseo e di Garda”.
“Come detto questa misura si aggiunge alle altre misure per il disinquinamento – aggiunge l’assessore al Demanio Enzo Del Vecchio – Stiamo davvero mettendo in campo tutto il possibile per vivere una stagione tranquilla, pur nella variabilità dei valori, che è cosa storica per Pescara, anche se la differenza sta nella serie di interventi fatti in questi mesi sugli scarichi abusivi, che già ci dà ottimismo sul miglioramento delle condizioni rispetto agli anni passati. E’ una misura temporanea, che nasce perché in attesa del Piano Regolatore Portuale. Anzi colgo l’occasione per riferire che al momento l’architetto Tommaso Vespasiano sta vagliando le offerte per l’affidamento tecnico delle “analisi degli aspetti idrografici marini” richieste a integrazione del Prp e che entro un mese e mezzo contiamo di mandare al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in modo che entro l’estate si possa procedere anche in questo senso”.