Una dolce poesia dedicata alla nonna paterna in cui il Vate ricorda l’emozione dell’attesa della notte più magica dell’anno
PESCARA – Nel giorno dell’ottavo centenario della prima rappresentazione del Presepe, realizzato a Greccio nel 1223 da San Francesco d’Assisi, condividiamo con voi “Il Presepio“. Una poesia in rima scritta da Gabriele D’Annunzio in età giovanile dedicata alla nonna paterna Anna Lolli.
Un dolce componimento in cui il Vate essa rievoca i propri ricordi d’infanzia legati alle festività natalizie. Visti con gli occhi di un bambino che attende con stupore e meraviglia la notte più magica dell’anno.
“A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La sera io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla nonna con dir: “Stanotte L’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra’ i guanciali”.
La poesia é ambientata a Ceppo, piccolo paese sui Monti della Laga. D’Annunzio rammenta che si faceva un presepe, con una stella inargentata, i Magi, i pastori, e la campagna avvolta da un velo di farina. Un dolce ricordo della sua infanzia, che poi lascia spazio al momento più emozionante: quello in cui mentre sognava l’arrivo dei regali, la nonna con far gentile e silenzioso posava confetti e soldi tra i cuscini….
Buon Natale a tutti!