«Abbiamo accettato, in questo momento di grande difficoltà per la pandemia, la richiesta dello Stato di rimanere chiusi. In Abruzzo stiamo parlando di un settore che impiega 10mila imprese e 23mila addetti, e questo rende doppiamente inaccettabile il fatto che spuntino tanti abusivi, ma ci sono anche titolari di partita Iva, che vanno casa per casa, senza rispetto delle norme di legge e igieniche. Rischiando di diventare veicoli del virus» spiega la Barone.
Il fenomeno dell’abusivismo, segnalato in ogni parte d’Italia, insomma, non sembra proprio risparmiare il nostro territorio. Il sommerso, piaga endemica del settore anche per gli evidenti risvolti fiscali, in questo momento di emergenza rischia di compromettere, più di quanto non accada abitualmente, anche i delicatissimi aspetti legati alla salute delle persone. Il mercato nero che la pandemia sembra aver evocato, rischia ora di aggiungere a danno altro danno: «Dobbiamo avere la coscienza civica di capire che ci dobbiamo fermare. D’altra parte, i dati sanitari sembrano confortare l’idea che presto potremmo tornare al lavoro, magari con nuove regole e nuovi protocolli di sicurezza. Secondo me sarà quello il momento giusto per avere il coraggio, da parte di tanti, di mettersi in regola, offrendo così servizi sicuri alla clientela. Con CNA stiamo accanto agli artigiani a tutti i livelli: mi farò portavoce delle esigenze della categoria per avere momenti formativi che ci consentano di riprendere il nostro lavoro in condizioni di assoluta sicurezza».
A rafforzare il concetto della sicurezza è Del Re, che si rivolge anche ai cittadini: «In questi giorni di profonda apprensione per la situazione sanitaria che sta vivendo il nostro Paese – dice – a fronte della chiusura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici disposta dai provvedimenti del governo, riteniamo importante allertare i cittadini sui rischi che derivano dall’offerta di prestazioni da parte di soggetti abusivi che offrono prestazioni a domicilio. Per questo crediamo sia necessario tutelare la propria e l’altrui salute, rispettando alla lettera quanto disposto per il contenimento dell’epidemia da Covid-19; e quindi non uscire e non ricevere in casa operatori abusivi». I due dirigenti della CNA, ancora, ricordano che «le imprese di acconciatura e di estetica che operano nel rispetto delle regole, sia dal punto di vista della formazione obbligatoria sia per quanto riguarda i requisiti igienico-sanitari dei locali, salvaguardando la salute dei propri clienti, resteranno chiuse in ossequio alle disposizioni in vigore dall’11 marzo scorso. Altri comportamenti rischiano di vanificare tutti gli sforzi e sacrifici che i cittadini onesti stanno osservando per contribuire al superamento e contenimento di una tragedia inimmaginabile: un virus invisibile sta imponendo un cambiamento alle imprese, alle famiglie, ai giovani, alle comunità».
E un appello alla prudenza è stato lanciato nei giorni scorsi anche dai colleghi della Marsica associati alla CNA: «In questo momento – hanno scritto parrucchieri, barbieri ed estetiste associati alla confederazione artigiana, è più che mai dannoso rivolgersi a chi opera nel sommerso, senza seguire norme igienico sanitarie».
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